Pnrr, il contributo per le piccole imprese calabresi sarà incrementato del 60%
Parte la nuova Commissione interministeriale per gli incentivi. Entro il 10 settembre la relazione e il progetto di Ddl per il Sud
ROMA In consiglio dei ministri Mara Carfagna, ministro per il Sud, come riporta il Sole24Ore, ufficializzerà questo 30 giugno la partenza della commissione interministeriale (coinvolti in tutto dieci ministeri) chiamata a predisporre un disegno di legge in materia di incentivazione alle imprese con focus sul Mezzogiorno.
Sarà uno strumento necessario, inserito nel più ampio schema della gestione dei fondi del Recovery Plan. Il decreto ministeriale (articolo 1) che dà impulso ai lavori specifica che la commissione dovrà «effettuare una ricognizione di tutte le misure di incentivazione previste dalla legislazione vigente, di verificarne l’impatto sull’economia e di elaborare uno schema di disegno di legge con misure volte alla razionalizzazione e semplificazione della materia, con l’obiettivo di accelerare le procedure di agevolazione
Entro il 10 settembre il gruppo di lavoro dovrà trasmettere una relazione e lo schema di Ddl al ministro per il Sud, in tempo utile per rispettare l’ulteriore scadenza fissata dal Pnrr posto che il testo dovrà essere presentato alle Camere entro il 30 settembre 2021.
Il Ddl dovrà allinearsi al negoziato in corso a livello europeo sulla Carta degli aiuti a finalità regionale con una serie di previsioni generali e rinviando a decreti del ministro per il Sud per la definizione degli aspetti di dettaglio.
Saranno incrementate al 60% le percentuali di contributo per le piccole imprese in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, al 50% in Sardegna, Molise e Basilicata.
La semplificazione è comunque il principale obiettivo indicato dal governo nelle pagine del Pnrr. Da qui il tentativo di uno snellimento, soprattutto per le imprese di minori dimensioni, e di una conseguente velocizzazione delle procedure di erogazione.
L’ultimo Rapporto governativo sugli interventi di sostegno alle attività produttive, di fatti, fotografa una situazione molto frammentaria: 1.252 misure attive di cui 136 delle amministrazioni centrali e 1.116 regionali.