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Gli interessi “oscuri” sul Lido Ionio accendono i fari della Dda di Catanzaro

Gli investigatori valutano una serie di intercettazioni. Dalle carte spunta un incendio nel 2011. E l’avvocato dei gestori scrive alla Procura

Pubblicato il: 11/08/2021 – 7:05
di Alessia Truzzolillo
Gli interessi “oscuri” sul Lido Ionio accendono i fari della Dda di Catanzaro

CATANZARO Giovino è una località di Catanzaro Marina in forte espansione grazie alla realizzazione del nuovo ramo del lungomare e alla presenza di ristoranti, lidi, parcheggi. Sullo sfondo c’è anche il sogno di un porto. Eppure non tutti coloro che gestiscono un lido da queste parti possono dirsi fortunati. Nonostante l’attività e l’impegno di Matilde Talotta, titolare del “Lido Ionio ce l’hai”, e del marito Nello Grampone e nonostante un’affluenza numerosa nello stabilimento, la vita per i due gestori non è facile, costretti, da un lato a una vita di carte bollate e controlli continui e, dall’altro, a subire minacce e atti intimidatori tanto da essere stati riconosciuti vittime di racket. Da quando, il 20 aprile del 2016, hanno preso in fitto il ramo d’azienda della struttura, Talotta e Grampone si sono accorti che l’accoglienza nei loro confronti non era delle migliori.
L’ultima ispezione che hanno ricevuto da parte della Polizia commerciale del Comune di Catanzaro risale al 6 agosto scorso. I vigili urbani hanno chiesto di produrre, entro 4 giorni, tutta la documentazione del lido compresa la segnalazione certificata di inizio attività per l’attività di somministrazione di alimenti e bevande comprensiva di certificazione di agibilità e contratto di fitto d’azienda.

La richiesta: «Chi manda le ispezioni?»

Dopo la richiesta da parte della Polizia commerciale, l’avvocato Michele Gigliotti – che rappresenta Matilde Talotta sia per quanto riguarda le minacce che la coppia ha subìto che le questioni più prettamente tecniche e burocratiche – ha inviato una richiesta alla Polizia commerciale, ponendo la stessa richiesta anche all’attenzione del procuratore Nicola Gratteri, al Prefetto di Catanzaro e alla Squadra Mobile di Catanzaro. La difesa chiede di conoscere se il controllo del 6 agosto scorso «è stato effettuato su segnalazione di terzi, richiedendo in caso positivo relativo accesso agli atti»; «se il controllo in argomento è stato rivolto a tutti gli stabilimenti balneari siti in località Giovino ed attualmente aperti al pubblico e funzionanti» o se è una peculiarità riservata al solo lido Ionio; «di specificare l’urgenza specifica della consegna sottesa alla relativa richiesta posto che l’attività commerciale esercitata è svolta dalla signora Matilde Talotta già da 5 anni e lo Stabilimento in parola è stato già in precedenza sottoposto a numerosi controlli da parte dell’autorità destinataria della presente, nonché ad incendi ed atti di matrice dolosa, per i quali le forze dell’ordine e l’autorità giudiziaria sono intervenute più volte senza mai nulla eccepire in termini di regolarità dei titoli autorizzativi richiesti al fine di esercitare l’attività commerciale svolta».

Tre incendi e strane coincidenze

Come risulta anche dagli incartamenti in possesso degli investigatori, il lido Ionio è stato vittima di tre incendi dolosi tra i quali uno avvenuto anche prima che la signora Talotta e il marito ne acquisissero il ramo d’azienda, nel 2016, ceduto da Giovanni Valentino. Il primo incendio risale, infatti, al 7 gennaio 2011. I Vigili del fuoco certificano che al loro arrivo, alle 4 del mattino, il lido era «completamente avvolto dalle fiamme». Qualche tempo prima, il 17 dicembre del 2010, era stato intimato dal Comune al titolare di mettersi in regola coi documenti, pena la revoca della concessione demaniale.
Ad aprile 2016 i coniugi Talotta-Grampone acquisiscono il ramo d’azienda del lido.
Il secondo incendio si verifica il 19 luglio 2017, alle 21, con gli avventori nel locale, con le fiamme che si propagano minacciando l’incolumità degli astanti, titolari compresi. Anche qui c’è una coincidenza che è stata fatta presente alle forze dell’ordine: a giugno era stata emanata l’ordinanza numero 44, notificandola a sia al gestore Talotta che al titolare Valentino avente ad oggetto la demolizione di alcune opere nel lido. Ma c’è di più: il 20 luglio, il giorno dopo l’incendio, doveva essere svolta una perizia da parte di un consulente tecnico d’ufficio.
Il terzo incendio si verifica il 6 gennaio 2018, alle 14. Anche in questa occasione, qualche tempo prima dell’incendio, era stato notificato a Valentino e a Talotta l’inizio dell’avvio del procedimento di decadenza della concessione demaniale marittima che il titolare Giovanni Valentino aveva ottenuta nel 2001. Per quest’ultimo incendio è stato condannato a un anno e 4 mesi in primo grado, quale esecutore materiale dell’incendio, Antonio Talotta, fratello di Matilde la quale si era costituita parte civile, nel processo con rito abbreviato, insieme a Giovanni Valentino. Alla lettura della sentenza la Talotta diramò un comunicato nel quale ringraziava gli investigatori che avevano consegnato alla giustizia Antonio Talotta ma stigmatizzava «assenza di qualsivoglia interessamento da parte dei nostri politici che invece si sono detti vicini ad altri episodi di cronaca accaduti in altri comuni dimenticando completamente i dolori di una famiglia rimasta senza lavoro per oltre 2 anni vessata da pregiudizi dozzinali ed infondati a voler combattere con i denti il diritto al lavoro che gli veniva continuamente ostacolato. Fiduciosi ancora una volta nella giustizia, nel ringraziare la Squadra Mobile, sezione II, e la Procura della Repubblica di Catanzaro aspettiamo sereni la risoluzione del primo incendio avvenuto il 19 luglio 2017 augurandoci che il comune di Catanzaro non continui a inondarci di infondate contestazioni».

Il “velato” invito ad andarsene

Ma non c’è solo la spada di Damocle dei controlli che pende sulla testa dei gestori del lido. Non ci sono solo gli incendi, dei quali uno in piena stagione balneare e con locale pieno di gente. Ci sono stati altri “messaggi” poco accoglienti che i coniugi Talotta-Grampone hanno dovuto subire tanto da vedersi riconosciuto lo status di vittime di racket. In tempi recenti, prima dell’apertura della struttura, hanno subito il taglio della cisterna d’acqua, da 10mila litri, dello stabilimento e il gestore è stato avvicinato da un soggetto che gli ha rivolto frasi sibilline ma il cui tenore, racconta Grampone, era inequivocabile: «Te ne devi andare». Tutto è stato puntualmente segnalato agli agenti della Squadra Mobile e all’autorità giudiziaria.
«Noi non andremo via di là fino a quando non verrà fuori la verità», ha affermato Matilde Talotta agli inizi di giugno, quando un altro episodio ha minacciato la serenità della coppia: nella notte del due giugno, alle 23:15 circa, Grampone stava sistemando il lido alla fine della serata quando si è accorto che qualcuno gli aveva rubato un furgone. Un furgone che era stato prestato per trasportare l’attrezzatura da spiaggia che, per fortuna, al momento del furto non era nel mezzo. «Le domande alle quali cerchiamo di trovare risposte sono: a chi diamo fastidio? Perché solo questo lido subisce così tante intimidazioni?», disse Nello Grampone in quella occasione. Un furto strano quello avvenuto a Giovino visto che il furgone venne poi ritrovato a Feroleto Antico poche ore dopo, parcheggiato, in una stradina secondaria, con gli sportelli aperti, ma non aveva subito nessun danneggiamento, né era stato perpetrato il classico cavallo di ritorno, la richiesta di denaro per riconsegnare il maltolto ai legittimi proprietari.

Lavoro e resistenza

La coppia Talotta Grampone resiste. Resiste a minacce periodiche e costanti che potrebbero portare il fascicolo che li riguarda, o parte di esso, nelle cure della distrettuale antimafia di Catanzaro. Gli inquirenti stanno infatti valutando una serie di intercettazioni e un compendio investigativo che conduce a mire e interessi famelici sulla struttura.
I gestori resistono a provvedimenti di demolizione: il Consiglio di Stato ha stabilito che il provvedimento di demolizione emesso dall’amministrazione comunale di Catanzaro va sospeso.
Inoltre lo scorso 11 maggio il giudice Alessia Dattilo, seconda sezione civile del Tribunale di Catanzaro, ha dichiarato in parte inammissibile e in parte infondato il ricorso presentato da Giovanni Valentino il quale aveva chiesto la riconsegna dell’azienda costituita dal lido Ionio. Matilde Talotta si è costituita in giudizio e ha fatto notare che il lido è stato oggetto di due incendi e quindi per 24 mesi non è stato possibili fruire del bene locato.
Si procede resistendo e aspettando di ottenere risposte. (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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