Ultimo aggiornamento alle 22:54
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

dal nazionale

La dolorosa saga di Eitan, gli zii pronti a partire e a parlare con i nonni

I parenti Or e Aya nei prossimi giorni potrebbero volare in Israele per riprendersi il piccolo, unico sopravvissuto all’incidente del Mottarone: il bambino è stato sequestrato dall’avo

Pubblicato il: 15/09/2021 – 22:13
La dolorosa saga di Eitan, gli zii pronti a partire e a parlare con i nonni

TRAVACO’ SIMMARIO «Eitan ci manchi tanto, ti vogliamo bene». Zio Or e zia Aya sono pronti a volare in Israele con questi sentimenti per riprendersi Eitan, ma anche a riparlare con la famiglia del nonno che l’ha sequestrato per trovare una soluzione che vada incontro «al benessere» del bambino sopravvissuto all’incidente del Mottarone. Dopo un lungo assedio dei cronisti e l’arrivo di un’auto dei carabinieri, Or Nirko esce dalla villetta di Travacò Siccomario dove Eitan era stato accolto dopo il ricovero e spiega con toni ed espressioni più sereni rispetto ai giorni scorsi emozioni e aspettative nelle ore successive all’arresto a Tel Aviv di Shmuel Peleg. Dice che «la speranza è di tornare a casa al più presto col bambino. La data in cui andremo in Israele non la svelo, non voglio trovarmi l’aereo pieno di giornalisti” e la sensazione è che la partenza sia questione di poche ore. “C’è la possibilità che Aya possa vedere il bambino, abbiamo fatto richiesta, tramite i legali di là, per arrivare a interloquire anche con i politici». Troppa la voglia di riabbracciare il piccolo di sei anni che ieri sera hanno sentito al telefono «per un breve colloquio». Non sanno esattamente dove stia, o perlomeno non hanno voglia di farlo sapere, ma di certo «Eitan è con dei familiari». Il bambino ha paura? «Non credo che si renda conto di essere stato rapito, forse pensa a una vacanza. Ora ha solo bisogno di stabilità, di tornare e riprendere la sua psicoterapia e fisioterapia». Or Nirko sa che «la strada può essere ancora lunga» ma è confortato dalle diplomazie dei due Paesi con le quali è «in contatto». Punta più su un Tribunale italiano che sulla giustizia israeliana «perché è quello competente e se poi vogliono presentare reclami qua, e lo hanno già fatto, lo facciano ancora. Spero non sia una questione politica, è vero che Eitan ha la doppia cittadinanza, ma lui è italiano». La famiglia Peleg, aggiunge, «ci ha “bombardato” falsamente usando la carta religiosa ma la casa di Eitan è qui, lui parla meglio l’italiano dell’ebraico, Israele per lui è terra di vacanza». Eppure, per amore del bambino, gli zii sarebbero pronti a confrontarsi coi “rivali”: «Siamo ancora aperti a una conversazione con loro. Fin dall’inizio abbiamo provato a parlarci con l’aiuto della Comunità ebraica di Milano ma per i Peleg la soluzione era o Israele o niente. Gli abbiamo dato massimo fiducia autorizzando incontri lunghi col bambino tanto che il giorno del sequestro poteva stare con loro dalle 11 alle 18 e 30. Di questa fiducia però hanno fatto cattivo uso». Sul sequestro, “«temevamo, l’avevamo detto anche ai giudici» mostra di avere le idee chiare: «Di certo ci sono stati tanti complici, i nonni non potevano fare tutto da soli anche perché all’aeroporto di Lugano, che conosco, devi chiedere dei permessi speciali per arrivare in Israele, non è facile partire». Or chiede ai giornalisti di lasciarli in pace: «Ho affidato le mie figlie a un’amica per proteggerle. Stanno soffrendo molto, tutte le mattine corrono al suo letto per vedere se c’è. Siamo tutti stravolti da quello che è successo. Mia moglie è a pezzi». Dalla parte del nonno, che potrebbe essere liberato su cauzione prima di venerdì, giorno della scadenza dei domiciliari, i legali contrattaccano con quello che presentano come un errore giudiziario. Sostengono che non gli siano mai stati notificati il divieto di espatrio e tutti i provvedimenti relativi alla vicenda dal 10 agosto in poi. A sostegno della loro tesi, portano il documento del 10 agosto firmato dal giudice tutelare di Pavia, Michela Finucci, che rigetta la nomina a tutore di Shmuel Peleg e invita la tutrice e zia Aya, a domandare” al nonno del bambino «la consegna del passaporto» del piccolo entro e non oltre il 30 agosto 2021. (Agi)

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x