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La “grana” del green pass obbligatorio tra congedi e aspettative che tutti negano

Dal 15 ottobre la certificazione diventa obbligatoria per i dipendenti. E c’è già chi dichiara guerra come un lavoratore del comune di Corigliano Rossano

Pubblicato il: 29/09/2021 – 7:00
di Luca Latella
La “grana” del green pass obbligatorio tra congedi e aspettative che tutti negano

CORIGLIANO ROSSANO Pro-vax, no-vax, tamponi, date cerchiate di rosso come fossero una ghigliottina, stanno provando la psiche degli insegnanti e – dal 15 ottobre – snerveranno anche quelle dei dipendenti pubblici e privati. Da metà ottobre, insomma, il green pass diventerà obbligatorio, almeno fino al 31 dicembre, termine di cessazione dello stato di emergenza emanato dal governo.
Nelle scuole non passa giorno in cui non si registrino episodi particolari all’ingresso, per via del green passo o dei tamponi a cui sottoporsi ogni due giorni. Una vitaccia, soprattutto per questi ultimi, considerando anche l’esborso economico.
E dal 15 ottobre il problema esacerberà ancora di più gli animi perché anche i dipendenti pubblici – nei comuni, nei vari enti, negli uffici – dovranno sottostare alla regola: green passo obbligatorio o tre tamponi alla settimana.

Fatta la legge…

Fatta la legge, però, trovato l’inganno perché seppur in numeri ridotti, ci sono insegnanti – ad esempio – che preferiscono mettersi in aspettativa, anche non retribuita, pur di non doversi sottoporre al protocollo.
A Corigliano Rossano più di qualche docente – un dato da prendere in esame potrebbe essere rappresentato da un docente su dieci – si è posto in congedo o in aspettativa per non andare a scuola. E senza una giustificazione nota, anche perché ammetterà mai che è legata al vaccino. Ma c’è anche chi, piuttosto che tornare alla cattedra, prova la via dell’aspettativa retribuita a scalare nel tempo. Ovviamente tutti negano che quel congedo sia da attribuire all’essere no-vax, ma il dato è più che reale. «È dallo scorso anno scolastico – ci confida un’insegnante – che vivo terrorizzata dal virus e con la certificazione medica sono riuscita a mettermi in aspettativa. Oggi percepisco appena un quarto dello stipendio ed il vaccino non lo farò». Non sono pochi, invece, gli insegnanti che ricorrono al tampone per bypassare – ad oggi – tutti i problemi.
Al danno, prevede la normativa, si aggiungerà la beffa perché per i dipendenti non in regola sono previste sanzioni fra i 400 e i 1000 euro. Andrà peggio a chi sarà beccato dopo aver violato l’obbligo del green pass: le multe previste sono fra i 600 e i 1500 euro.

L’altra faccia della medaglia

C’è poi l’altra faccia della medaglia. Moltissimi insegnanti hanno risposto alla campagna vaccinale lanciata a marzo scorso. Col green pass valido per 9-12 mesi, se dovesse continuare lo stato di emergenza nazionale dopo il 31 dicembre, cosa accadrà?

Al comune

Anche in uffici pubblici, le grane arriveranno presto. Secondo alcune fonti, i dipendenti del comune di Corigliano Rossano che per questioni di salute o per rifiuto non si sono sottoposti al vaccino sono circa il 10%. Anche per loro sarà un problema recarsi a lavoro dal 15 ottobre. «Chiamino le forze dell’ordine – confida uno di questi – il vaccino non lo faccio nemmeno sotto tortura. Cosa succederà a metà ottobre non ne ho la più pallida idea. L’aspettativa anche se non retribuita è un’ipotesi più che concreta». Ed al comune di Corigliano Rossano – ad onor di cronaca – mancano già decine e decine di figure in pianta organica. (l.latella@corrierecal.it)

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