Ultimo aggiornamento alle 17:45
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

le norme anti covid

All’Hitachi quasi tutti esibiscono il green pass. Ma c’è chi protesta: «Una vergogna»

La dirigenza dell’azienda: «Non abbiamo avuto problemi». Sono 70-80 i lavoratori senza il visto. «Il governo non può decidere sulla nostra vita»

Pubblicato il: 15/10/2021 – 10:25
All’Hitachi quasi tutti esibiscono il green pass. Ma c’è chi protesta: «Una vergogna»

REGGIO CALABRIA Controlli effettuati ad personam ai tornelli dello stabilimento Hitachi Rail di Reggio Calabria, importante realtà industriale calabrese. Anche qui l’obbligo del green pass sui luoghi di lavoro imposto dal Governo ha rivoluzionato le modalità di ingresso in fabbrica dei 341 lavoratori. Davanti ai tornelli di ingresso, prima della timbratura del cartellino, dipendenti dell’ufficio personale e della vigilanza aziendale, provvedono alla scansione dei green pass di ciascun dipendente. Un’operazione veloce, che tuttavia non ha compromesso il regolare afflusso verso i reparti di lavorazione.
«Non abbiamo avuto finora problemi – afferma Vincenzo Laganà dell’Ufficio personale della Hitachi – molti hanno esibito il green pass di avvenuta vaccinazione. I più restii, inizialmente, a vaccinarsi, lo hanno fatto in questi giorni, anche ieri, e ci stanno consegnando la certificazione relativa alla somministrazione della prima dose di vaccino ricevuta».

La protesta: «È una vergogna, il governo non può decidere sulla vita di una persona»

Anche alla Hitachi Rail di Reggio Calabria, comunque, non tutti hanno rispettato le imposizioni del Governo Draghi sull’obbligo del green pass. Poco lontano dall’ingresso dello stabilimento dove si lavora regolarmente, staziona, infatti, un piccolo gruppo di lavoratori che dissente con qualche collega che è presente per manifestare la propria solidarietà. «È una vergogna – afferma uno di loro – non ci hanno fatto entrare al lavoro perché siamo privi di green pass. Io non sono vaccinato – aggiunge – il Governo non può decidere sulla vita di una persona, costringendola a farsi un vaccino contro la sua volontà. Io voglio essere libero di decidere o meno se fare il vaccino. La vita è mia. Mi costringono, per avere la possibilità di continuare a lavorare, a fare il tampone. È una spesa di circa 15-18 euro, che dovrò sostenere ogni 48 ore».

«Siamo in 70-80 senza green pass. Possiamo andare in Tribunale ma non al lavoro»

«Non è giusto. Io – sottolinea – non voglio fare il vaccino. E siamo in tanti in questa azienda, tra dipendenti ed indotto a trovarci in questa situazione. Siamo in 70-80 senza green pass. Hitachi non centra nulla. Non è lei la nostra controparte: ha solo applicato le disposizioni del Governo. Potrei anche decidere di fare il vaccino, ma non devo essere costretto ad assumermi la responsabilità delle eventuali conseguenze che potrebbero derivarne. Ed è paradossale che un mio collega oggi, respinto dal posto di lavoro perché non vaccinato, possa recarsi in mattinata, senza problemi, a testimoniare in Tribunale, perché lì l’unico controllo è quello della temperatura. E dove gli stessi avvocati, che vi si recano per lavoro, non hanno bisogno di nessun green pass per entrare».

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del mare 6/G, S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x