CATANZARO Ancora niente di definito per la giunta che Roberto Occhiuto si appresta a varare, se non che i tempi (ve lo abbiamo raccontato qui) saranno medio-lunghi. Di sicuro si entrerà nel vivo dopo i ballottaggi di domenica e lunedì, con l’attenzione puntata sia sul risultato nazionale che sull’esito del secondo turno nella città dei Bruzi. Passaggi preliminari per (ri)disegnare gli equilibri della coalizione e per avviare la discussione già programmata dal governatore eletto con i vertici nazionali dei partiti di centrodestra. Le prime idee, però, sono fissate: tra punti fermi, intenzioni e aspirazioni si può iniziare a tracciare un quadro di massima.
I punti fermi, per cominciare: due donne nell’esecutivo, un tecnico a governare i fondi comunitari (senza trascurare la gestione locale del Pnrr) e un segnale di discontinuità con il passato. Quest’ultimo è anche il punto più politico e potenzialmente delicato della discussione: nessuno degli assessori confermati tornerà in giunta con le stesse deleghe. Fuori dal politichese: non sarà possibile un Gallo bis all’Agricoltura né un Orsomarso bis al Lavoro. Punto fermo, questo, destinato a scontrarsi – almeno potenzialmente – con l’aspirazione dello stesso Gallo, che non ha mai fatto mistero di puntare alla delega ottenuta nel febbraio 2020.
Veniamo alle intenzioni, che riguardano la composizione numerica della giunta che verrà: due dovrebbero essere gli assessori in quota Forza Italia, uno andrà a Forza Azzurri e due postazioni saranno consegnate a Fratelli d’Italia. A questo punto è necessario aprire una parentesi. Le ipotesi sulle caselle meloniane sono due: la prima prevede la presidenza del consiglio regionale a Orsomarso e un assessorato a una donna di area Fdi, la seconda Orsomarso vicepresidente della giunta e (ancora) una delega al femminile. Altro assessore in rosa, nell’ipotesi di partenza, spetterebbe a Coraggio Italia, una delle sorprese dell’ultima competizione elettorale regionale. In questo caso, la designazione accompagnata dal genere escluderebbe dalla squadra di governo il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo, che secondo voci accreditate non disdegnerebbe un posto nel prossimo esecutivo. Ci si ritrova, come dicevamo sul crinale che separa intenzioni e aspirazioni.
Crinale che potrebbe essere molto stretto per la Lega. La matematica è dura da affrontare, e dai calcoli delle postazioni ne rimarrebbe soltanto una a disposizione del Carroccio calabrese. Soluzione non ideale per Matteo Salvini, che ha già i suoi problemi per tenere sotto controllo la fronda interna (sempre più ampia) che non vuole Spirlì alla vicepresidenza. Preso tra due fuochi (gli alleati che non lasciano troppi spazi dopo il calo di 4 punti percentuali e i “no” al ticket di cui l’ex reggente sarebbe unico vero beneficiario), l’ex ministro dell’Interno dovrà cercare di ritagliare uno spazio per le ambizioni dei suoi luogotenenti locali e mediare sul proscenio nazionale (a urne chiuse). Il prossimo step calabrese – la riunione ristretta di lunedì prossimo – si annuncia delicatissimo. Ancor più dopo l’ultima uscita social di Spirlì, che ha raccontato urbi et orbi la propria trasferta romana per la presentazione del francobollo dedicato a Jole Santelli. Un’esternazione che precede di pochi giorni il redde rationem leghista, peraltro condita di riferimenti alla compianta presidente scomparsa un anno fa, che molti hanno trovato inappropriata, come tante altre del governatore facente funzioni. (ppp)
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