REGGIO CALABRIA Continua la protesta delle famiglie delle persone disabili per chiedere la riapertura del “Centro diurno per adulti – Laboratori sociali” di Catona. L’unico spazio dedicato alle persone diversamente abili presente in città è stato chiuso e lo stallo pare protrarsi nonostante il tempo abbia ridotto le limitazioni legate alla pandemia. Anche per questo i genitori si dicono «stanchi di ascoltare promesse». Così nelle parole della portavoce Sabina Berretta. Suo figlio Sasha è uno dei trenta ragazzi compresi nel progetto del centro diurno. «Loro hanno sofferto ancora di più gli effetti del lockdown» data l’impossibilità di uscire di casa e le ridotte interazioni sociali, in alcuni casi vitali. La protesta che va avanti ormai da giorni serve anche a sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni cittadine rispetto alle mancanze sul piano dei trasporti e delle strutture per le quali «la legge 104 prescrive debba attivarsi il Comune», spiega Maria Mirella Gangeri, presidente dell’associazione Agedi Onlus.
Presente l’assessore comunale al Welfare e Politiche della famiglia Demetrio Delfino, la cui presenza, ha detto, voleva essere simbolo della vicinanza e della sensibilità al tema da parte dell’amministrazione: «Nei giorni scorsi c’è stato il sopralluogo con le famiglie, la cooperativa e la società “Castore” per far rientrare le famiglie al centro». La data della probabile apertura viene prospettata nel prossimo 25 ottobre dal delegato di Palazzo San Giorgio. «Oggi – aggiunge – è un’occasione in più per sensibilizzare anche gli altri Enti come l’Asp e la Regione sul tema della tutela dei disabili. Tutti i diritti rivendicati oggi sono programmati sul documento annesso al piano sociale scritto dal Comune. Il trasporto è garantito da un voucher e l’assistenza educativa è già partita anche se dovremo adeguarci al numero crescente dei ragazzi. Nei prossimi tre anni andremo a migliorare costruendo una nuova politica sul tema delle disabilità in città». (f.d.)
x
x