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Processo Miramare, chiesti 1 anno e 10 mesi per il sindaco Falcomatà

Requisitoria dell’accusa nel processo che vede alla sbarra la Giunta reggina per abuso d’ufficio e falso per l’affidamento dell’immobile di pregio

Pubblicato il: 22/10/2021 – 20:41
di Francesco Donnici
Processo Miramare, chiesti 1 anno e 10 mesi per il sindaco Falcomatà

REGGIO CALABRIA Pronunciata la requisitoria dei pubblici ministeri Walter Ignazitto e Nicola De Caria nell’aula bunker di Viale Calabria, davanti alla Corte presieduta dal giudice Fabio Lauria, per gli imputati del processo “Miramare”.
Il processo nato dall’inchiesta avente come oggetto principale l’affidamento da parte del Comune di Reggio Calabria del Grand Hotel Miramare, immobile di pregio storico della città, all’associazione “Il Sottoscala” – di cui rappresentante legale e presidente figurava l’imprenditore Paolo Zagarella – vede in tutto 11 imputati.
Alla sbarra anche il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà. Il primo cittadino non è presente in aula quando il pm chiede per lui 1 anno e 10 mesi di reclusione sulla base delle diverse contestazioni tra cui abuso d’ufficio e falso. Riconosciute per lui e gli altri imputati le attenuanti generiche e pena commisurata sul reato più grave di falso ideologico.
Imputati anche alcuni dei componenti del suo primo esecutivo tra cui l’attuale vicensindaco metropolitano, Armando Neri e gli allora assessori Saverio Anghelone, Rosanna Maria Nardi, Giuseppe Marino, Giovanni Muraca, Agata Quattrone e Antonino Zimbalatti.
Per Zagarella, che nel 2014 aveva concesso i suoi locali per la campagna elettorale del sindaco eletto.
Oltre a loro l’allora segretario comunale Giovanna Antonia Acquaviva e per la dirigente comunale Maria Luisa Spanò che si occupava del settore “Servizi alle imprese e sviluppo economico”. Le rispettive richieste di pena sono di 1 anno e 8 mesi ciascuno. Per le repliche della difesa il processo è aggiornato al prossimo 5 novembre. Camera di consiglio fissata al 19 novembre successivo.

Le accuse di abuso d’ufficio e falso ideologico

Il rito ordinario è iniziato il 18 aprile 2019. Condannata a un anno di reclusione nel primo grado del processo con rito abbreviato l’assessore Angela Marcianò, che per l’effetto era stata sospesa all’atto del rinnovo del consiglio comunale reggino. Nelle motivazioni, il gup aveva riconosciuto «evidente la falsità della delibera n.101, che riportava una data di approvazione del tutto differente rispetto al momento in cui si addiveniva all’effettiva approvazione del testo».
A Falcomatà e la sua giunta viene contestata l’adozione di una delibera risalente al 16 luglio 2015 con la quale, secondo quanto riportato nel capo d’imputazione, veniva statuita «l’ammissibilità della proposta proveniente dall’associazione “Il Sottoscala” per l’utilizzo del piano terra del “Miramare”, a più riprese definito – anche durante il dibattimento – dall’amministrazione «un gioiello di famiglia».
Attraverso la delibera veniva conferito l’incarico, alla dirigente Spanò per l’assegnazione dell’immobile a Zagarella con annessa consegna delle chiavi prima della formale assegnazione dell’immobile e prima della data di pubblicazione della delibera sull’albo pretorio del Comune così presumendosi la fattispecie di abuso d’ufficio. La giustificazione dell’amministrazione, come la stessa delibera riporta, era relativa alla necessità di «raccogliere elementi di valutazione utili per la successiva procedura ad evidenza pubblica».
Un atto che secondo l’accusa avrebbe prodotto la violazione dei «doveri di imparzialità, trasparenza e buona amministrazione» previsti dalla legge a fronte dell’omessa presentazione di un “avviso pubblico” ritenuto necessario «per consentire a terzi di manifestare l’interesse per l’assegnazione dell’immobile».
Una condotta che, nella ricostruzione dell’accusa, sarebbe servita ad escludere la concorrenza da parte del Comune concretizzata, di fatto, in una concessione diretta.
Il reato di falso ideologico ruoterebbe intorno alla data di adozione e pubblicazione della delibera. L’evento ritenuto delittuoso si sarebbe consumato il 5 agosto 2015 quando Falcomatà e il segretario comunale Acquaviva, «di intesa con gli altri assessori e con il dirigente Spanò», hanno pubblicato la delibera di giunta scritta il mese prima «attestando falsamente” che la decisione di assegnare il “Miramare” all’associazione “Il Sottoscala” era stata assunta “con voto unanime in data 16 luglio 2015». Nella ricostruzione del pubblico ministero, invece, la discussione relativa all’affidamento «si era protratta in occasione della riunione del 27 luglio» con tanto di opinioni divergenti sull’atto.

La requisitoria

«Il gioiello di famiglia si era trasformato in un affare di famiglia». Nella requisitoria odierna, durata circa sei ore, torna la linea dell’accusa in base alla quale Falcomatà e i suoi assessori, insieme all’imprenditore, avrebbero concordato «modalità e tempi di presentazione dell’istanza, assumendo nei suoi confronti l’impegno all’affidamento temporaneo dell’immobile prima della formale deliberazione di giunta».
«Zagarella – dice Ignazitto – si muoveva come un padrone di casa, aveva le chiavi dell’immobile». Nella ricostruzione del pm, Marcianò avrebbe quindi denunciato «un palese abuso d’ufficio» ma all’atto sarebbe stata «zittita da Falcomatà». «Diceva il vicensindaco – aggiunge – che si stava facendo un favore ai compari del sindaco. Il “Miramare” non è stato affidato all’associazione “Il Sottoscala”, è stato affidato a Zagarella. Falcomatà aveva un forte debito di riconoscenza» riferendosi all’utilizzo, da parte dell’allora candidato, dei locali dell’imprenditore per la campagna elettorale. «L’essenza del processo» chiesto dall’allora titolare del fascicolo Gerardo Dominijanni, sta nella modalità di gestione della cosa pubblica da parte di quella amministrazione. «Qualcuno iniziò a chiedersi se fosse possibile affidare il “Miramare” – un immobile, ricorda il pm, del valore di circa 15 milioni di euro – senza un bando, senza che la Soprintendenza desse l’autorizzazione».
Ignazitto si sofferma così sulla figura dell’imprenditore, presidente de “Il Sottoscala” definendone l’obiettivo di «organizzare cocktail e aperitivi al “Miramare”» quando invece la giunta insisteva sulla volontà di rilanciare l’immobile organizzando iniziative di carattere culturale. Un’evenienza che, secondo l’accusa, si potrebbe collegare alla modifica dell’oggetto sociale dell’associazione di Zagarella che «cambia la sua finalità e non si occuperà più di ragazzi disabili e mostre, ma di valorizzazione di beni del Comune».
A Zagarella, il sindaco sarebbe «legato da un rapporto di amicizia» anzi, «i due erano addirittura soci».
«La difesa – continua – ritiene che il “Miramare” non fosse stato concesso gratuitamente» ma previa richiesta a Zagarella di una somma di 21mila euro per tre mesi coi quali l’associazione “Il Sottoscala” avrebbe dovuto effettuare lavori di ristrutturazione dell’immobile. Secondo l’accusa, posta le ritenuta esiguità della somma, il Comune non si sarebbe premurato «di capire se qualcuno avesse voluto offrire di più». In questo si sostanzia la ricostruzione intorno al presunto abuso d’ufficio: «Zagarella ottiene in maniera ingiusta la concessione del Miramare, consegnare le chiavi a Zagarella significa “amico mio, entra e fai ciò che devi fare”».
Il pubblico ministero De Caria si sofferma invece sulla parte relativa al presunto falso ideologico, quindi sulla delibera attraverso la quale si sarebbe concretizzato l’affidamento a Zagarella. «Anche su questo punto l’istruttoria ci ha dato elementi di certezza: si può affermare che la delibera era falsa e, quanto scritto al suo interno, non veritiero».

Le richieste dell’accusa nel rito ordinario di “Miramare” (primo grado)

Giuseppe Falcomatà, anni 1 e mesi 10
Saverio Anghelone, anni 1 e mesi 8
Armando Neri, anni 1 e mesi 8
Rosanna Maria Nardi, anni 1 e mesi 8
Giuseppe Marino, anni 1 e mesi 8
Giovanni Muraca, anni 1 e mesi 8
Agata Quattrone, anni 1 e mesi 8
Antonino Zimbalatti, anni 1 e mesi 8
Paolo Zagarella, anni 1 e mesi 8
Giovanna Antonia Acquaviva, anni 1 e mesi 8
Maria Luisa Spanò, anni 1 e mesi 8

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