CATANZARO «Il messaggio n. 3495 dell’Inps dello scorso 14 ottobre che ha escluso dal beneficio dell’assegno di invalidità ogni persona disabile che ricavi anche un minimo reddito da lavoro, è un duro colpo all’inclusione lavorativa delle persone disabili e alla legge 68/99 ancora oggi ampiamente disattesa». Lo scrive, Giovanni Cirillo referente Andel Calabria.
«Il messaggio – continua la nota – non è riconducibile a una responsabilità specifica dell’Inps, ma nasce dalla incuria, dalla scarsa conoscenza e scarsa cultura dell’inclusione lavorativa e dalla grave sottovalutazione del problema da parte di tutte le istituzioni. Da almeno tre anni la giurisprudenza della Corte di Cassazione aveva segnalato la sussistenza di un problema, ma in questi anni nessuno ha trovato il tempo di valutare gli effetti concreti che sarebbero discesi da un’applicazione rigida dell’articolo 13 della legge 118/1971 e di intervenire di conseguenza».
«Oggi – continua Cirillo –, dopo il messaggio Inps, i percorsi di inclusione lavorativa delle persone disabili ricevono un duro colpo: si tratta di un vero e proprio disincentivo al lavoro e alla ricerca del lavoro. E si tratta di una minaccia anche ai tirocini, che non si capisce se rientrino o meno nell’ambito di applicazione indicato dall’Inps. I tirocini rappresentano – per centinaia di migliaia di persone disabili – la via di avvicinamento e di ingresso nel mondo del lavoro, ma oggi è legittimo temere di essere esclusi dall’assegno a seguito dell’inserimento in un tirocinio. Andel – unendosi alla protesta delle associazioni della disabilità – chiede al Governo di intervenire immediatamente (con una norma o con una circolare interpretatava) per rimediare agli effetti paradossali prodotti dal suddetto messaggio n. 3495: disincentivare dal lavoro e dalla ricerca del lavoro le persone disabili. Se lo Stato intende rinunciare all’inclusione lavorativa delle persone disabili perché è un compito troppo ambizioso, allora abbia il coraggio di dichiararlo esplicitamente».
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