Omicidio a Torino, è giallo sulla morte di Massimo Melis
L’uomo è stato freddato con un solo colpo alla tempia sparato da un killer. Mistero sul movente dell’assassinio

TORINO È servita l’autopsia per fare un po’ di luce su quello che continua ad apparire come un omicidio insensato e cruento, avvenuto pochi giorni fa a Torino. Massimo Melis, 52 anni, di origini cagliaritane, è stato ucciso con un colpo di pistola alla tempia in via Gottardo, in zona Barriera di Milano.
L’autista della Croce Verde aveva appena accompagnato a casa un’amica, con cui aveva avuto una relazione in passato e che gli aveva rivelato di essere corteggiata da un 62enne. Inizialmente si era parlato anche di uno stalker, cosa smentita dalla stessa 40enne.
Massimo Melis si era offerto di farle compagnia mentre faceva la spesa, per poi riportarla a casa, aiutandola a portare le buste dentro l’appartamento per poi tornare da solo alla macchina, dove la sua vita è stata spezzata da un assassino misterioso.
Il 52enne non aveva precedenti e l’esecuzione in strada, tipica dei regolamenti di conti della criminalità organizzata, non coincide con il suo profilo, lasciando le indagini in balia di supposizioni e quesiti ancora irrisolti.

La ricostruzione
Secondo quanto è emerso dall’autopsia e dall’esame balistico, il killer di Massimo Melis si sarebbe appostato in un giardino non lontano da dove l’uomo aveva parcheggiato.
Il colpo sarebbe partito da un revolver calibro 38 intorno alle 21, prima di quanto si era ipotizzato in un primo momento. I fori del proiettile coinciderebbero con un’esplosione ravvicinata.
Le ipotesi
L’esecutore del delitto, avvenuto domenica 31 ottobre, la notte di Halloween, potrebbe essere un 62enne già noto alle forze dell’ordine per reati minori e sarebbe proprio il corteggiatore dell’amica, ma non è esclusa alcuna pista.
Si indaga anche verso la direzione di un conto in sospeso per aver pestato i piedi a qualcuno operando sulle ambulanze. Un lavoro che potrebbe averlo messo in contatto con criminali anche di alto livello.
Praticamente esclusa con certezza la pista della droga, rimarrebbe ancora quella della rapina finita male, anche se a Massimo Melis non sarebbe stato rubato alcun effetto personale. In macchina sono stati ritrovati il portafoglio, i soldi e il telefono, ancora acceso, in tasca.
Proprio dallo smartphone potrebbero emergere nuovi indizi sul misterioso omicidio di Barriera, attraverso i tabulati e le celle telefoniche, per scoprire se l’uomo avesse avuto contatti con malintenzionati.