CATANZARO Restano intatti gli stati detentivi per Sebastiano Sgromo (in carcere), Eugenio Sgromo (ai domiciliari) – titolari effettivi, secondo l’accusa, della ditta di costruzioni “Tank srl” – tratti in arresto il tre novembre nel corso dell’operazione “Brooklyn” con l’accusa, a vario titolo, di trasferimento fraudolento di valori aggravato dal metodo mafioso, autoriciclaggio (semplice e aggravato dal metodo mafioso), associazione per delinquere semplice aggravata dal metodo mafioso, corruzione in atti giudiziari aggravata dal metodo mafioso, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, frode nelle pubbliche forniture, truffa aggravata dal metodo mafioso. Il Tribunale del Riesame ha rigettato le richieste di scarcerazione, ha annullato l’ordinanza emessa dal gip limitatamente alle aggravanti mafiose e ha riqualificato le due ipotesi di reato di associazione per delinquere semplice aggravata dal metodo mafioso in concorso esterno.
Resta ai domiciliari anche Rosa Cavaliere – accusata di trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio, truffa – la donna che i due imprenditori avrebbero nominato amministratore della “Tank srl” per creare uno per creare uno schermo giuridico che proteggesse l’azienda da interdittive antimafia, pur mantenendone il controllo di fatto. Non è stato ancora discusso il Riesame per l’ispettore della guardia di finanza Michele Marinaro (già coinvolto nell’operazione Rinascita Scott) accusato di rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio e corruzione in atti giudiziari aggravata dal metodo mafioso perché, quando era in servizio nella Dia di Catanzaro, avrebbe indirizzato delle precedenti indagini a carico degli imprenditori Sgromo proponendo al pm la riqualificazione del delitto di associazione mafiosa in una fattispecie meno grave, tanto che il pm Elio Romano derubricava l’accusa in favoreggiamento.
L’inchiesta Brooklyn riguarda anche i lavori di manutenzione straordinaria del ponte “Morandi” e di un tratto della strada statale 280 “dei Due Mari”.
Nel corso dell’esecuzione di lavori sul secondo lotto del ponte Morandi di Catanzaro e lungo i muri della strada statale 280 Eugenio Sgromo – in concorso con altri due indagati (il direttore tecnico della Tank Gaetano Curcio e il direttore dei lavoro dell’Anas Silvio Baudi) – avrebbe richiesto, per mere ragioni finanziarie, la fornitura di malta scadente «che gli stessi definivano “una porcheria” e che richiedeva speciali lavorazioni, in particolare la bocciardatura a punti, che tuttavia non veniva eseguita perché avrebbe comportato maggiori costi». Sebastiano Sgromo è difeso da Giuseppe fonte ed Enrico Grosso. Eugenio Sgromo è difeso da Francesco Gambardella e Massimiliano Carnovale e Rosa Cavaliere è difesa da Alessio Sculco e Antonella Canino. (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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