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Crotone, nuove accuse nell’inchiesta sul parco eolico: 32 indagati

Oltre alla truffa nella realizzazione del parco e al giro di usura, i Grande Aracri «rivendevano i beni pignorati ai proprietari originari»

Pubblicato il: 25/11/2021 – 11:24
Crotone, nuove accuse nell’inchiesta sul parco eolico: 32 indagati

CUTRO Emergono nuove accuse nell’inchiesta ‘Tauros’ riguardo alla realizzazione irregolare del parco eolico nella città di Crotone che lo scorso 27 ottobre aveva portato a 5 arresti. Al centro dell’inchiesta della Dda di Catanzaro c’è il clan Grande Aracri di Cutro, ‘ndrina ritenuta responsabile di un giro di estorsione, usura e truffa all’eolico, che, secondo le ultime indagini gestiva anche presunte vendite pilotate di immobili pignorati. A sostenerlo sono i sostituti procuratori, Paolo Sirleo e Domenico Guarascio, nell’avviso di conclusione indagini che hanno fatto recapitare a 32 persone. Gli accertamenti della Guardia di Finanza hanno ricostruito il quadro della truffa analizzando cinque procedure esecutive, dove è emerso che gli indagati, tramite manovre illegali e grazie ai legami con le maggiori ‘ndrine della provincia: Megna di Papanice, Grande Aracri di Cutro, Arena di Isola Capo Rizzuto e Mannolo di San Leonardo di Cutro, riuscivano a far riavere i beni requisiti ai proprietari originari. In seguito le indagini della Squadra Mobile di Crotone hanno ampliato il quadro accusatorio portando la Dda a gravare di altri otto capi di imputazione le accuse rivolte, a vario titolo, agli indagati.

Nuove accuse

Sono stati ravvisati, infatti, gli ulteriori reati di trasferimento fraudolento di valori, turbata libertà degli incanti, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, nei confronti di Cesare Curatola, Francesco Rondinelli, Palma Spina. Gli stessi sono accusati di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Laura Giliarano, Luigi Aprigliano, Rocco Gigliarano, Giancarlo Caterisano e Giuseppe Gigliarano sono accusati di falsità materiale commessa dal privato, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e falsità in testamento olografo.
Giuseppe Verterame, Gerardo Padula, Antonio Provenzano, e Giuseppe Giordano, sono accusati di turbata libertà degli incanti aggravata dal metodo mafioso.
Stessa accusa per Francesco Falcone, Gerardo Padula, Rosario Caracciolo.
Turbata libertà degli incanti è la nuova accusa alla quale dovranno rispondere anche Rocco Devona, Raffaela Lavigna, Gaetano Correale, Francesco Correale e Alessandra Auditore. L’attività della Mobile, ha inoltre messo in luce un caso di accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico a carico di Antonio Lia e Palma Spina. Lia, in qualità di ufficiale di polizia giudiziaria in servizio nella Squadra Mobile di Catanzaro, su spinta dell’avvocato Palma Spina avrebbe indotto un collega a effettuare interrogazioni su banche dati in uso alla Polizia nei confronti di Laura Gigliarano, Domenico Gigliarano, Agostino Gigliarano, Vincenzo Gigliarano, Giuseppe Gigliarano per verificare la presenza di informazioni sul loro conto. Le stesse indagini illecite i due indagati le avrebbero fatte svolgere anche nei confronti di Francesco Sindoni.

I nomi delle persone accusate

 Luigi Aprigliano, Alessandra Auditore, Rosario Caracciolo, Giancarlo Caterisano, Francesco Correale, Gaetano Correale, Cesare Curatola, Rocco Devona, Francesco Falcone, Antonio Franco, Giuseppe Germinara, Giuseppe Gigliarano, Laura Gigliarano, Rocco Gigliarano, Giuseppe Giordano, Antonio Grande, Domenico Grande, Raffaela Lavigna, Giorgio Leo, Antonio Lia, Salvatore Lorenzano, Rosario Mattace, Gerardo Padula, Antonio Provenzano, Francesco Rondinelli, Maria Russo, Palma Spina, Maurizio Staglianò, Giuseppe Turrà, Giuseppe Verterame, Nazario Veraldi e Gregorio Viscomi. 

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