REGGIO CALABRIA «Reggio Calabria è stata scelta come tappa conclusiva in un periodo successivo ai report avuti». Presente alle audizioni iniziate in prefettura nella mattinata di questo 6 dicembre anche la deputata di Fratelli d’Italia e componente della Commissione Parlamentare Antimafia Wanda Ferro. «Oggi chiudiamo in una città alla quale non si può mettere l’etichetta di ‘ndrangheta che è ormai in tutta Italia e in alcuni casi ha anche varcato di tanti altri Paesi».
«Veniamo qui – ha aggiunto – con la volontà di poter agire su questo territorio, bandire chi nella fase post Covid sfrutta capitali illeciti per poter acquisire attività commerciali oggi in difficoltà utilizzandole come lavatrice piuttosto che come forme di investimento».
«Anche le amministrazioni saranno sotto il nostro occhio attento», dice la parlamentare Fdi. «Questa è la provincia col maggior numero di Comuni sciolti. Vogliamo esserci come presidio accanto ai sindaci, “non soltanto con lo sdegno della denuncia ma anche col coraggio per cambiare”».
L’attenzione alla cosa pubblica è resa ancor più cruciale in un momento storico come quello dell’arrivo delle risorse del Pnrr: «Senza amministrazioni si perdono i fondi. Bisogna dotare le amministrazioni di figure tecniche per i tempi molto celeri del Recovery Fund così da poter agire anche con una burocrazia più snella. Auspichiamo che in questo la Regione sia un trait d’union per facilitare lo sviluppo che significa mobilità, transizione ecologica e sostegno al Mezzogiorno. Se riparte il Mezzogiorno riparte l’Italia intera».
Soffermandosi sul tema dei Comuni sciolti per mafia, Ferro sottolinea come questi rappresentino I «una ferita indelebile per la cittadinanza» dacché «spesso i commissariamenti diventano momenti di stallo e di verifica ma non di amministrazione».
Un fenomeno che porta a ripensare la legge sullo scioglimento e sui commissariamenti ma che invita anche amministrazioni e partiti, che spesso si scoprono penetrati dal malaffare, a un profondo esame di coscienza. «Quando vengono sciolti i Comuni, spesso è più difficile per tanti decidere di scendere in campo in prima persona, com’è stato per molti anni l’esempio di San Luca dove, in seguito, Klaus Davi e brillanti energie provenienti dalla società civile hanno giocato la scommessa di una democrazia compiuta attraverso il confronto tra due liste. Avremmo auspicato che questo avvenisse anche negli ultimi comuni sciolti ma pare che l’esito sia stato di 27 voti in un caso e 68 in un altro».
«La politica dev’essere una cosa che impegna tutti» dice ancora Ferro. «Ogni cittadino deve scendere in campo e metterci la faccia per dare dimostrazione che lo stato siamo noi, ognuno per la sua parte». Discorso che non può prescindere da un’analisi interna al mondo dei “media” e del giornalismo. «Non sempre i “media” sono esenti da controllori e da controllati. Questo è un dibattito che personalmente aprirò oggi in commissione alla presenza dei giornalisti che andremo ad udire. A questo si aggiunge l’incapacità di uno Stato di mettere in campo le energie migliori».
Wanda Ferro descrive in ultimo una politica «non esente da incidenti» come dimostrano le diverse inchieste che vedono coinvolti esponenti più o meno di spicco dei partiti. In particolare nel Reggino: «Abbiamo cambiato la famosa norma “Bindi” sull’eventuale possibilità di presentare le liste in antimafia in congruo anticipo così da poter cambiare l’esito qualora fosse stato negativo su un’eventuale incandidabilità e sostituirlo con la segretezza del nome». Ma non è ancora sufficiente, richiamando alla necessità di una banca dati. «Poi – conclude – tutto ciò che è in itinere è coperto da segreto e non è permesso nemmeno a noi sapere se domani qualche altro incidente ci sarà. Auspichiamo che le persone che si candidano abbiano la consapevolezza che se non hanno intenzione di fare politica in modo certo troveranno in noi il peggiore nemico perché i partiti sono comunità umane e non si può giocare sulla pelle dei calabresi e dei tanti militanti che fanno parte di tutti gli schieramenti e di tutti i partiti». (f.d.)
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