«La politica del tampone di conforto»
Superata la quota del milione di tamponi!Il caos di questi giorni dimostra ancora una volta che il sistema della comunicazione politica e scientifica non ha funzionato, grazie anche alla complicità f…

Superata la quota del milione di tamponi!Il caos di questi giorni dimostra ancora una volta che il sistema della comunicazione politica e scientifica non ha funzionato, grazie anche alla complicità fobica di una parte dei cittadini che non è riuscita a gestire l’ansia da grandi preparativi natalizi. Come se l’esito negativo del tampone fosse una garanzia di mancato contagio del parente fragile, statisticamente più coperto grazie alle tre dosi di vaccino. Già ad ottobre l’entrata in vigore del green pass aveva creato un bel po’ di confusione nel settore dei tamponi, grazie a quella fetta di lavoratori pubblici e privati ostili al vaccino, che hanno optato per la strada offerta dal Governo (ancora una volta timoroso nell’introdurre l’obbligo vaccinale), preferendo tamponarsi due volte a settimana ed intasare inutilmente farmacie e laboratori.
Ma l’introduzione del decreto festività e i vari consigli dispensati dalla comunità scientifica hanno aiutato nella creazione del “Tamponificio Italia”. E tutto questo si è verificato nonostante da più di un anno erano ben noti i casi in cui si raccomandava l’utilizzo del tampone, due tra i più autorevoli organismi riconosciuti a livello nazionale e globale, come l’Istituto Superiore di Sanità e l’Organizzazione mondiale della Sanità sono stati chiari al riguardo: sintomatici, in particolare chi ha avuto contatti con persone a rischio o sono stati in paesi a rischio (ad esempio zone sottoposte a quarantena). A loro si aggiungono persone come medici e infermieri, che per motivi professionali o per specifiche esigenze, sono in contatto con potenziali malati. Punto.
Dunque, si escludono in modo categorico gli asintomatici. Il test è una fotografia della situazione in quel dato momento, meglio concentrarsi su screening mirati, uno screening di massa è scientificamente inutile e a livello logistico impossibile da praticare, oltre che uno spreco di risorse umane e finanziarie. Eppure nonostante gli inviti a utilizzare un po’ di buonsenso le code continuano, la rete in molte regioni va in tilt e slittano le prenotazioni. Magari sarebbe stato opportuno porre come condizione per effettuare un tampone antigenico una prescrizione del medico di base, per porre un freno alla attuale psicosi da tampone!O magari la cosa più semplice da fare in questo momento sarebbe stato dirottare le persone sull’utilizzo del tampone domiciliare, meno attendibile sì ma compatibile con la legge dei grandi numeri. Quello che stupisce di fronte a questo caos collettivo è il silenzio disarmante della politica che assiste apparentemente passiva al graduale e costante cambio di colore di buona parte delle regioni ed al ritorno furtivo delle restrizioni!