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l’incontro in comune

«Tornate a scuola». Gli studenti restano scettici, ma la politica non si scompone – VIDEO

Il deputato Furgiuele è chiaro: «Serve uno scatto di coraggio». E spiega: «Il governo ha stanziato 450 milioni per i trasporti»

Pubblicato il: 14/01/2022 – 14:17
di Giorgio Curcio
«Tornate a scuola». Gli studenti restano scettici, ma la politica non si scompone – VIDEO

LAMEZIA TERME La sensazione è quella di percorrere una strada che, oltre al dialogo e al confronto, non porti effettivamente a nessuna destinazione differente rispetto a quella imposta sin dall’inizio. Nonostante le proteste degli studenti, a Lamezia Terme ma in tutta la Calabria, gli incontri istituzionali ottenuti e le criticità evidenziate dagli studenti, in sciopero ormai da lunedì scorso ovvero dal rientro (almeno sulla carta) dopo le festività natalizie, preoccupati dalla quarta e travolgente ondata di contagi da Covid-19.  

L’incontro in Comune

Le stesse sensazioni avute questa mattina nel corso del confronto organizzato nel Comune di Lamezia e che, rispetto a quello dei giorni scorsi, ha visto oltre che la presenza dell’amministrazione comunale, anche del deputato in quota Lega Domenico Furgiuele, la consigliera regionale Amalia Bruni e collegati, in remoto, il deputato Cinque Stelle Giuseppe D’Ippolito e Wanda Ferro di Fratelli d’Italia. La tendenza di governo e governanti, seguendo una linea comune e senza mai arretrare di un passo, è quella di tornare in classe, sventolando «sicurezza» e «nessun rischio reale», in antitesi con gli studenti che, al contrario, non si sentono affatto sicuri, e neanche tanto tutelati.

scuole covid incontro lamezia

«I mezzi pubblici sono sicuri»

Partendo da questi presupposti, dunque, la prima parte dell’incontro di stamattina è stata dedicata al trasporto locale, il tema ritenuto forse il più «sensibile». Alle segnalazioni di criticità degli studenti, tra cui quelle di Bruno Rachiele della Consulta studenti Catanzaro, ha risposto Pasqualino Nicotera della Multiservizi Spa. «I mezzi – ha spiegato – sono sottoposti a controlli quotidiani e c’è un’azienda accreditata per i controlli di titoli di viaggio per far salire solo chi ha biglietti o abbonamenti, controllo sulle Ffp2 e il super green pass. La situazione è sotto controllo per gli studenti ma è comunque un servizio utilizzato anche dai normali cittadini. La sanificazione è una profilassi seguita quotidianamente e poi (notizia nella notizia) aspettiamo nei prossimi mesi il rinnovamento del parco mezzi con la consegna di 14 bus a metano, due completamente elettrici».

«450 milioni per il decongestionamento»

Il confronto con i deputati calabresi ha visto, invece, tra i protagonisti il deputato leghista Domenico Furgiuele che, ai microfoni del Corriere della Calabria, ha da subito messo in chiaro quello che è ed è stato l’impegno del governo e della maggioranza di cui fa parte: «Nei mesi precedenti il governo si è impegnato per far sì che al centro ci fosse la questione del potenziamento delle linee per cercare di decongestionare il trasporto pubblico. Per questo sono stati stanziati 450 milioni di euro così che le regioni, le province e i comuni potessero ingaggiare gestori e operatori di servizi di trasporto su strada o Ncc, proprio per mantenere i servizi evitando al tempo stesso assembramenti e contagi».

Le mascherine e i “ritardi” di comunicazione

Altro tema cruciale e messo in evidenza dagli studenti è quello che riguarda lo stanziamento delle mascherine Ffp2, ora obbligatorie. Ma, nelle scuole, l’ultimo “carico” consegnato è quello delle ormai desuete mascherine chirurgiche. Anche su questo il deputato Furgiuele ha la risposta: «Evidentemente c’è un problema nella catena di distribuzione – spiega – e su questo il governo deve fare mea culpa. I decreti sono troppi e troppo spesso sostituiscono quelli precedenti che hanno iniziative che non corrispondono nelle tempistiche con le esigenze del territorio ovvero, arrivano mascherine contemplate in dei decreti precedenti a quelli attuali».

Domenico Furgiuele Lega
Domenico Furgiuele – Deputato Lega

«Bisogna tornare in classe»

Infine ci sono le scuole, le strutture e l’organizzazione, i cui difetti (per così dire) erano ben noti anche prima dell’arrivo della pandemia. «Gli enti locali con le loro relative responsabilità – ha chiarito ancora Furgiuele – hanno avuto finanziamenti ma probabilmente i dirigenti non hanno avuto il tempo utile per porre in essere questi fondi per effettuare le dovute modifiche. La posizione però è unica: dopo due anni di pandemia, due anni in cui gli studenti italiani in Europa sono quelli che hanno perso più giorni di lezione in presenza, è arrivato il momento di avere uno “scatto” di coraggio e, con le dovute precauzioni, affrontare il virus cercando di mantenere la presenza in classe il più possibile. Perché ci sono famiglie che non si possono permettere di avere in casa 3 o 4 pc; perché ci sono genitori monoreddito che non possono più prendere giorni liberi per seguire i propri figli e poi perché un giorno perso a scuola non potrà mai essere sostituito dalla Dad». L’imperativo al quale gli studenti dovranno presto arrendersi, nonostante lo scetticismo. (redazione@corrierecal.it)

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