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Quirinale, nuova fumata nera. Il centrosinistra boccia la terna

La proposta del centrodestra: Pera, Casellati e Nordio. Invito di Letta, Conte e Speranza: «Troviamo un nome super partes»

Pubblicato il: 25/01/2022 – 12:19
Quirinale, nuova fumata nera. Il centrosinistra boccia la terna

ROMA Nuova fumata nera per l’elezione del presidente della Repubblica. Anche il secondo giorno a Montecitorio è stato caratterizzato da una pioggia di schede bianche anche in diminuzione rispetto a ieri: 527. Aumentano rispetto alla prima votazione invece i voti dispersi: salgono infatti a quota 125 contro gli 88 registrati ieri. Le schede nulle sono pari a 38. Le operazioni di votazioni sono terminate poco prima delle 18,30 e subito dopo è iniziato lo spoglio che si è concluso con un nulla di fatto. Quindi domani si tornerà in Aula alle 11 per la terza giornata di elezione. Dopo le 672 schede bianche della prima chiama, si è conclusa al buio anche questa votazione partita oggi dalle 15.
Con il numero dei grandi elettori tornato a quota 1.009 dopo l’elezione di Rossella Sessa. La commercialista salernitana vicina alle posizioni della ministra per il Sud Mara Carfagna, prima dei non eletti nel 2018 nella circoscrizione Campania 2, ha preso il posto del deputato deceduto azzurro Vicenzo Fasano.
Come nota di colore c’è da appuntare il nome di due new entry dello spoglio: Massimo D’Alema e Guido Bertolaso. Altra new entry l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Indicato come un possibile candidato per il Quirinale, ottiene un voto anche Gianni Letta.
Tra i nomi scritti sulle schede, quello di Sergio Mattarella (39 preferenze), del candidato degli ex M5S Paolo Maddalena (39 voti) e del presidente di Italia viva Ettore Rosato (14 voti) e del deputato di Noi con l’Italia Renzo Tondo (17). Otto i voti per la ministra della Giustizia Marta Cartabia. Non sono mancati i consueti “voti-burla” e sulle schede c’è chi ha segnato il nome di Claudio Baglioni, Christian De Sica, Giovanni Rana o di Paola Regeni, madre di Giulio.

Il film della seconda giornata

Quella che si è appena conclusa però è stata sicuramente una giornata all’insegna del dinamismo del centrodestra che ha portato a definire una rosa dei nomi da presentate al resto dei partiti. Una terna con Letizia Moratti, Marcello Pera e Carlo Nordio. Candidati che però non sono stati condivisi dal centrosinistra, che chiede un incontro a Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia per «trovare un nome super partes».
«Prendiamo atto della terna formulata dal centrodestra che appare un passo in avanti, utile al dialogo. Pur rispettando le legittime scelte del centrodestra, non riteniamo che su quei nomi possa svilupparsi quella larga condivisione in questo momento necessario». Lo affermano Giuseppe Conte, Enrico Letta e Roberto Speranza dopo il vertice di centrosinistra. «Riconfermiamo la nostra volontà di giungere ad una soluzione condivisa su un nome super partes e per questo non contrapponiamo una nostra rosa di nomi».

La terna di nomi del centrodestra

Era stato il leader della Lega, Matteo Salvini ad annunciare la terna che esclude l’attuale presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati (nome che era circolato in mattinata) nel corso della conferenza stampa del centrodestra.
«I nostri nomi sono Marcello Pera, Letizia Moratti e Carlo Nordio. Nessuno di loro ha una tessera di partito ma hanno ricoperto ruoli importanti», ha detto il leader della Lega che ha aggiunto: «Non siamo qui ad imporre niente a nessuno. Negli ultimi 30 anni la sinistra è stata protagonista della scelta, penso che ora sia diritto dell’area liberale moderata che è maggioranza del paese di avanzare delle proposte».
Salvini spera che «i nomi vengano accolti con voglia di dialogo, ma è abbastanza arbitrario che qualcuno sia disposto a dialogare dicendo “basta che non mi portiate nomi del centrodestra”. E’ un dialogo sui generis». 
«Trovo irrispettoso l’atteggiamento di chi dice “qualsiasi proposta farete non verrà presa in considerazione”», ha detto la leader di Fdi Giorgia Meloni che ha poi aggiunto: «in democrazia si dice cosa si pensa della proposta non che è inadeguato chi rappresenta milioni di persone. Io rivendico rispetto per i milioni di cittadini che si sentono rappresentanti da quest’area politica e culturale». «Siamo soddisfatti per la compattezza e l’unità della coalizione – ha sostenuto ancora -. Sono contenta di come stiamo operando e della proposta avanzata per cercare di fare un passo avanti per evitare che sull’elezione del Capo dello stato la politica dia una pessima immagine continuando a perdere giorni. Crediamo che sia nostra responsabilità fare delle proposte».
«Il Centrodestra mette il meglio di sé e tutte le risorse possibili in campo per servire la Repubblica e la nostra patria». Lo afferma Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia nella conferenza stampa del Centrodestra alla Camera. Abbiamo «a disposizione della Repubblica molte figure che non hanno tessera ma che sono al servizio dello Stato e delle istituzioni e credo sia giusto rivendicare questa capacità e ricchezza di risorse per l’Italia che non possono essere nascoste e cancellate».

Conte: «Draghi resti timoniere»

«Abbiamo affidato al timoniere una nave che è ancora in difficoltà ma non ci sono le condizioni per cambiare e il timoniere non può lasciare», ha affermato il presidente del M5s, Giuseppe Conte, rispondendo ad una domanda sulla candidatura di Mario Draghi per il Colle. «Sulle proposte del centrodestra ci riserviamo di fare una valutazione ma che nessuno vanti un diritto prelazione a eleggere capo dello Stato». «Il M5s non da patenti di legittimità a nessuna forza politica – ha aggiunto – Sono i cittadini che attribuiscono queste patenti, quindi il centrodestra ha il dovere e diritto di presentare proposte».

Letta: «Il mio ruolo è quello di proteggere Draghi»

Ma Enrico Letta avverte il centrodestra: «Il mio ruolo – dice in una intervista alla Cnbc – è proteggere Mario Draghi ed è assolutamente importante averlo nelle istituzioni del Paese». Il segretario del Pd ha aggiunto di ritenere il premier ed ex presidente della Bce «un asset straordinario».

Muro Pd-Italia Viva contro Frattini

No a un profilo come quello di Franco Frattini per la presidenza della Repubblica: su questa linea ci sarebbe una sponda tra Matteo Renzi ed Enrico Letta. Lo si apprende da fonti di Iv e viene confermato da fonti del Nazareno. L’opinione condivisa – come testimoniano le dichiarazioni di queste ore di Pd e Iv – è che in una fase delicata per la crisi Ucraina serva un profilo di presidente della Repubblica “europeista e atlantista”.

La Lega: «Nessuna trattativa tra Salvini e Draghi»

Il leader della Lega intanto ha incontrato i grandi elettori del Carroccio. Partito che in mattinata ha diffuso una nota per smentire l’avvio di una trattativa tra lo stesso Salvini e il presidente del Consiglio. «Non è in corso alcuna trattativa tra il Senatore Matteo Salvini e il Presidente del Consiglio Mario Draghi – si legge nella nota – a proposito di un presunto rimpasto. È infondato e irrispettoso per il senatore Salvini e per il Presidente Draghi immaginare che in questa fase – anziché discutere di temi reali come caro-energia, inflazione, scenari internazionali, opere pubbliche o Covid – siano impegnati a parlare di equilibri di governo». «A proposito di Quirinale – aggiunge il comunicato – il Senatore Salvini è al lavoro su alcuni nomi – donne e uomini – di altissimo profilo. Nessuna confusione né perdite di tempo: la Lega vuole essere garante di stabilità, responsabilità e concretezza».

Renzi: «Salvini ha l’asso in mano per chiudere la partita»

«Quello che ha l’asso in mano per chiudere questa partita si chiama Matteo Salvini, ha l’asso in mano e deve scegliere quando calarlo». Lo ha detto il leader di Italia viva Matteo Renzi a Radio Leopolda. Secondo Renzi il leader della Lega «ha quattro ipotesi: insistere su un nome di centrodestra anche contro un pezzo del parlamento, sperando che passi. Cercare un grande accordo con tutti su un nome fuori dal giro; terza ipotesi accordo con Conte; infine un sistema di usato sicuro». «Queste – ha detto ancora Renzi – sono le olimpiadi della politica. Suggerisco di utilizzare nelle prossime 24, 36 ore di far prevalere la politica, se vanno alla ricerca di effetti speciali rischiano di far la fine di Bersani».

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