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Quirinale, Mattarella verso la riconferma: il Capo dello Stato dà la sua disponibilità – LA DIRETTA

Al via l’ottava votazione. Definitivamente raggiunto l’accordo nell’attuale maggioranza di Governo. Strappo Salvini-Meloni. La leader di FdI: centrodestra senza coraggio

Pubblicato il: 29/01/2022 – 14:30
Quirinale, Mattarella verso la riconferma: il Capo dello Stato dà la sua disponibilità – LA DIRETTA

ROMA La strada verso la riconferma del Capo dello Stato Sergio Mattarella è sempre più in discesa. E’ infatti iniziata l’ottava votazione – maggioranza a 505 – che certificherà il prolungamento della sua permanenza al Colle, considerando che tutta l’attuale maggioranza ha trovato l’intesa sul Mattarella bis, mentre l’unico partito che non lo voterà sarà Fratelli d’Italia, già all’opposizione. La svolta sul nome dell’attuale inquilino del Quirinale si è avuta dopo un colloquio intensissimo tra il premier Mario Draghi e lo stesso presidente. Al termine del quale Draghi ha comunicato l’esito dell’incontro ai leader della maggioranza che hanno dato l’assenso a votare compatti il presidente uscente. Così a questo punto, a meno di clamorosi colpi di scena, dovrebbe essere eletto all’ottava votazione. La settima si era conclusa con 387 voti per Mattarella, 64 per Carlo Nordio, 40 per Nino Di Matteo, 9 per Pier Ferdinando Casini, 8 per Elisabetta Belloni e 6 per Luigi Manconi. Cinquantanove le schede bianche, 9 disperse e 4 nulle.

Incontro capigruppo-Mattarella

Sono usciti tutti insieme dal Quirinale i capigruppo dei partiti, che hanno incontrato il presidente Sergio Mattarella alle 15,30 per incontrare il Capo dello Stato. Hanno detto soltanto: «E’ andato tutto bene», senza aggiungere altro. Secondo fonti autorevoli Mattarella ha dato la sua disponibilità.
E a spiegare la soluzione Mattarella-bis è stato il segretario del Partito democratico. «Siamo stati costretti a chiedere il Mattarella-bis e questo è il segno di una crisi politica». Lo ha detto Enrico Letta, precisando che dal Capo dello Stato non sono andati i leader ma i capigruppo. «C’era un’idea che andassero da Mattarella i leader politici – ha spiegato – ma io francamente ho pensato che in questa fase in cui le sgrammaticature istituzionali sono state già parecchie, la cosa migliore fosse quella che poi abbiamo deciso di fare e quindi i capigruppo andranno dal presidente Mattarella, che ha accettato di riceverli, a comunicare la volontà dei gruppi parlamentari di maggioranza».
Una lunga trattativa per trovare un nome comune iniziata già dalla serata di ieri e poi proseguita in mattina tra gli esponenti delle forze che sostengono la maggioranza. Poi la svolta, nella tarda mattinata sul nome del presidente uscente. Così con molta probabilità si giungerà alla riconferma di Mattarella già alla seconda chiama programmata per oggi pomeriggio alle 16,30 dopo il turno della mattinata iniziato alle 9,30.

La strada verso il Mattarella bis

Dunque è il presidente della Repubblica uscente Sergio Mattarella il candidato più accreditato al Quirinale che ancora ieri ha raggiunto il tetto di 336 voti. La strada che porta verso il Mattarella bis è stata tracciata per la mancanza di un accordo tra le forze politiche su altre ipotesi. «Assecondare la spinta del Paese è la strada migliore», dice un big dem. Anche il Movimento 5 stelle spinge su questa soluzione, Conte ieri – raccontano fonti parlamentari pentastellate – ha tenuto il punto sul no a Draghi, mentre Salvini ha sottolineato con i cronisti che «se occorre andare su Mattarella bisogna farlo con convinzione». Secondo quanto riferiscono fonti parlamentari della maggioranza, questa mattina al settimo scrutinio l’asticella per Mattarella dovrebbe superare quota 400.
L’obiettivo – spiega un big della maggioranza – è quello di chiudere entro il voto di oggi pomeriggio. «Conte – osserva un esponente del Movimento 5 stelle – ha preso tempo proprio per arrivare a questa soluzione». Un big del Pd ribadisce la posizione del partito del Nazareno: «Per noi Mattarella è sempre stata la prima soluzione». Ieri e questa mattina al tavolo della maggioranza sul Quirinale si sarebbero vagliate le varie candidature sul tavolo, senza trovare un’intesa su un nome. A proposito del capo dello Stato, Enrico Letta, durante la riunione dei grandi elettori dem, ha detto che occorre «tentare tutto il possibile per la quadratura del cerchio» ma «se non si riesce ad arrivare in fondo, c’è la saggezza del Parlamento, assecondarla è democrazia». Un tema che resta in piedi anche per la Lega. Una scelta condizionata.
«Mattarella di nuovo al Quirinale? Non può essere una scelta di ripiego, arrivato al sesto giorno di no, ho troppo rispetto per lui, ma se quella è la via ci si arrivi con convinzione». Così Matteo Salvini, parlando in Transatlantico, risponde a chi gli ricorda i voti presi dal capo di Stato uscente in Aula. «Son convinto che se da sinistra l’unica risposta è no, allora tanto vale dire a Mattarella, con convinzione “ripensaci”». «Lui – spiega – ha detto tante volte “no grazie”, ma visto che altri fanno politica per bocciare le proposte che arrivano, allora forse è più serio dirgli di ripensarci».

Berlusconi chiama Mattarella: «Pieno sostegno»

«Lunga e affettuosa telefonata tra il presidente Silvio Berlusconi e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il presidente Berlusconi ha assicurato al presidente Mattarella il sostegno di Forza Italia per la sua rielezione». Lo rende noto l’ufficio stampa del presidente di FI.

Casini: «Parlamento chieda a Mattarella di restare»

«L’Italia non può ulteriormente essere logorata da chi antepone le proprie ambizioni personali al bene del paese. Certamente io non voglio essere tra questi. Chiedo al Parlamento, di cui ho sempre difeso la centralità, di togliere il mio nome da ogni discussione e di chiedere al presidente della Repubblica Mattarella la disponibilità a continuare il suo mandato nell’interesse del Paese». Così Pierferdinando Casini che era stato indicato come possibile candidato al Quirinale dai centristi. Il suo nome era uscito al termine di unna riunione durata circa un’ora e mezza, alla quale hanno partecipato il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, Lorenzo Cesa dell’Udc, Maurizio Lupi per Noi per l’Italia e Giovanni Toti e Paolo Romani per Coraggio Italia. Dopo lo strappo tra Forza Italia e il resto del centrodestra, sembra nascere un nuovo gruppo di grandi elettori che porteranno avanti trattative autonome.

Centrodestra spaccato. FdI: «Votiamo Nordio»

Durissima la posizione della Meloni che alla notizia dell’accordo per la riconferma di Mattarella ha affermato: «Non ci credo». «Sarei stupita – ha poi detto in una nota la leader di Fratelli d’Italia – se Mattarella accettasse di essere rieletto presidente della Repubblica dopo aver fermamente e ripetutamente respinto questa ipotesi. Anche perché sappiamo tutti che il secondo mandato presidenziale non può diventare una prassi, forzando gli equilibri previsti dalla nostra Costituzione». «In ogni caso Fratelli d’Italia non asseconderà questa scelta che non appare fatta nell’interesse dell’Italia ma piuttosto per molto più bassi calcoli di opportunità».
Sulla posizione di Fratelli d’Italia per la prossima chiama, il partito della Meloni ha diramato una nota: «In risposta all’indecorosa immagine che il Parlamento sta dando in occasione dell’elezione del Presidente della Repubblica, Fratelli d’Italia voterà Carlo Nordio». «Manterremo il voto su Nordio finché le altre forze politiche non convergeranno su questa scelta – si legge ancora – o finché non dovesse emergere una alternativa migliore. Fratelli d’Italia non ha i numeri per essere determinante in questo importante passaggio politico, ma abbiamo le idee molto chiare: vogliamo arrivare a una soluzione nel minor tempo possibile». Prima di questa nota la Meloni su facebook aveva postato: «Salvini propone di andare tutti a pregare Mattarella di fare un altro mandato da Presidente della Repubblica. Non voglio crederci». A suggello dello strappo tra Lega e FdI una dichiarazione del meloniano Ignazio La Russa: il centrodestra ha perso. Successivamente, la Meloni ha aggiunto:  mi aspettavo un atteggiamento diverso da molte persone e che il centrodestra avesse molto più coraggio e convinzione nel fare una cosa che era alla portata: battersi con dignità, a viso aperto, con orgoglio per eleggere un Presidente distonico rispetto a quello che abbiamo visto negli ultimi anni. Non era un obiettivo scontato, bisognava crederci. I margini c’erano -ha aggiunto la presidente di FdI – Questa cosa mi fa impazzire, mi fa impazzire che si sia rinunciato prima di tentare davvero. Mi dispiace ma noi di FdI abbiamo fatto di tutto.

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