CORIGLIANO ROSSANO Non passa ormai giorno che accada qualcosa per cui un sevizio, un reparto, si fermino per mancanza di personale. È accaduto al reparto Covid, molte volte ad uno dei due pronto soccorso dello spoke di Corigliano Rossano, così come in altre unità operative complesse o in vari servizi ambulatoriali.
Questa volta a chiudere battenti tocca all’unità operativa complessa di terapia intensiva. La direzione dello spoke ha inviato una lettera, al commissario straordinario dell’Asp di Cosenza, al responsabile del reparto di Anestesia e rianimazione, al responsabile della centrale operativa del 118, al direttore del Dipartimento di emergenza urgenza, con la quale dispone la sospensione dei ricoveri per mancanza di personale. Si tratta degli unici sei posti letto “salvavita” reperibili e disponibili per un bacino di 250mila abitanti.
«Considerata la dotazione organica di dirigenti medici in servizio presso la U.o.c. di Terapia intensiva, la forzata assenza di due unità mediche, ritenuto che la residuale presenza in servizio degli anestesisti non consente di assicurare compiutamente e in sicurezza l’assistenza a pazienti ricoverati in terapia intensiva, sentito e concordata col referente sanitario – scrive il direttore sanitario, Pierluigi Carino – si dispone la sospensione temporanea dell’attività di ricovero presso la U.o.c. di Terapia intensiva dello spoke di Corigliano Rossano». Una lettera preoccupante proprio in virtù dell’importanza del reparto.
Un reparto, quello di Anestesia e rianimazione, gestito da facenti funzione di dirigente. Un primario di ruolo – peraltro – non c’è da diversi anni. La sospensione dei ricoveri potrebbe creare notevoli disagi, considerato che il “Giannettasio” di Corigliano Rossano è l’unico ospedale vocato all’emergenza-urgenza sulla costa jonica da Crotone alla Basilicata. (lu.la.)
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