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inaugurazione anno giudiziario

Ermini: «Delegittimare la magistratura indebolisce la libertà degli avvocati e viceversa»

Il vicepresidente del Csm all’inaugurazione dell’anno dei penalisti a Catanzaro. Cantone: «Concedere ai giornalisti l’accesso agli atti giudiziari»

Pubblicato il: 12/02/2022 – 12:35
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Ermini: «Delegittimare la magistratura indebolisce la libertà degli avvocati e viceversa»

CATANZARO «Delegittimare o screditare gli uni equivale a screditare e delegittimare gli altri. Indebolire l’indipendenza dei magistrati è indebolire la libertà degli avvocati e viceversa. Perché alla fine, il rischio che si annida in un’idea di giustizia asservita a pulsioni demagogiche è la corrosione della giurisdizione e il depauperamento del processo sotto il profilo garantista». È questo uno dei passaggi dell’intervento di David Ermini, vicepresidente del Csm, alla inaugurazione dell’anno giudiziario dei penalisti italiani organizzato dall’Unione Camere Penali a Catanzaro.
«Io – prosegue Ermini – sono cautamente ottimista. Il corso delle riforme mi sembra ci stia gradualmente immunizzando da morbosità populiste o giustizialiste. La riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario è passaggio ineludibile e urgente (come ripeto da oltre due anni) per restituire credibilità e fiducia nel sistema giustizia e nell’ordine giudiziario, e però non può assolvere la magistratura dalla necessità di una seria riflessione e un profondo rinnovamento culturale e morale. La riforma segna una cesura rispetto al passato, ma – aggiunge il vicepresidente del Csm – è compito dell’associazionismo giudiziario e di ciascun magistrato recuperare il rigore che impone la coscienza del proprio ruolo e preservare l’organo di governo autonomo da logiche di appartenenza e indebite pressioni. Ci sarà modo nei prossimi giorni di valutare con più attenzione le novità introdotte dagli emendamenti governativi. Io resto dell’idea che un riassetto complessivo dovrebbe prevedere l’istituzione di un’Alta corte a cui affidare i procedimenti disciplinari di tutte le magistrature e di impugnazione delle delibere consiliari. È una prospettiva che non solo porterebbe a unificare il disciplinare tra tutte le giurisdizioni, ma risolverebbe alla radice alcuni aspetti problematici. Il futuro dell’Italia – conclude Ermini – passa anche attraverso la modernizzazione del sistema giustizia. Di fronte a noi c’è un’occasione forse irripetibile, che richiede responsabilità e collaborazione da parte di tutti gli operatori del diritto. Non sprechiamola».
Tra gli interventi più attesi della seconda giornata quello del procuratore di Perugia Raffaele Cantone, già responsabile dell’Anticorruzione: «Non è arrivato il momento di consentire l’accesso ai giornalisti agli atti giudiziari, in particolare alle ordinanze di custodia cautelare? Così – sostiene Cantone – la stampa può esercitare meglio il suo ruolo di controllo, anche in modo critico, su come viene esercitata l’azione penale».  A concludere i lavori dell’anno giudiziario delle Camere penali il presidente nazionale dell’Ucpi Giandomenico Caiazza: «C’è una partecipazione straordinaria da tutt’Italia, i colleghi penalisti italiani – osserva Caiazza – hanno colto il senso dell’importanza di questa nostra inaugurazione e della scelta di farla a Catanzaro. Abbiamo voglia di far sapere che il valore del diritto di difesa non è un valore degli avvocati ma è un diritto fondamentale dei cittadini. E un Paese in cui il diritto di difesa è aggredito e mortificato è un Paese meno libero. Questo – conclude il presidente dell’unione Camere penali – è il senso della nostra iniziativa».

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