La battaglia di Kiev. Civili in fuga dalla capitale. Mosca: «Niente tregua»
Il presidente ucraino invita la popolazione a resistere. Centinaia le perdite umane – IN AGGIORNAMENTO

KIEV La situazione a Kiev di ora in ora si fa sempre più drammatica. Al terzo giorno di guerra la battaglia si è spostata anche dentro la capitale assediata dai tank russi. L’esercito ucraino per cercare di fermare l’avanzata degli assalitori ha scelto di far saltare alcuni ponti. Ma le truppe di Putin sembrano inarrestabili nonostante la forte resistenza opposta dai difensori.
Intanto nella capitale c’è un vero e proprio assalto ai treni da parte della popolazione che tenta di fuggire dalla morsa dell’assedio. La stazione centrale di Kiev è presa d’assalto da chi ha deciso di lasciare la capitale ucraina. I treni sono gratuiti, basta aspettare (il servizio è limitato) e salire a bordo. Naturalmente i convogli sono stracolmi. Anche perché c’è chi non ha neppure una direzione prestabilita: corre in stazione e sale sul primo treno in partenza da Kiev.
Il Cremlino: «L’Ucraina rifiuta i negoziati, niente tregua»
Il Cremlino accusa l’Ucraina di aver fatto fallire una possibile tregua rifiutando i negoziati con Mosca e annuncia che nel pomeriggio riprenderà l’avanzata delle forze russe verso il Paese confinante, secondo il piano operativo, proprio a causa dell’assenza di trattative che Mosca imputa a Kiev. Lo riporta la Tass.
Il primo bilancio della guerra
Ma mentre Zelensky incita alla resistenza via Twitter, dicendo di aver ricevuto rassicurazioni sugli aiuti anche dal presidente francese Macron, parte l’allarme di un nuovo raid aereo nella capitale e il bilancio si aggrava. Secondo il portavoce del ministero della Difesa russo, Konashenkov, durante la notte sono stati colpiti ‘821 infrastrutture militari ucraine, di cui 14 piste di atterraggio militari, 19 centri di controllo e nodi di comunicazione, 24 sistemi di difesa aerea missilistica S-300 e Osa, 48 stazioni radar”. E sono stati abbattuti 7 aerei da combattimento, 8 elicotteri, 7 droni, 87 carri armati e 28 lanciamissili.
Missile colpisce un palazzo a Kiev
Secondo fonti ucraine, si starebbe evacuando un edificio residenziale colpito da un missile tra il 18esimo e il 21esimo piano. Ignoto sinora il numero di morti e feriti. Zelensky parla di “momento cruciale” per decidere “una volta per tutte” sull’adesione dell’Ucraina all’UE e Macron convoca il Consiglio di Difesa perché “questa guerra durerà molto a lungo e dobbiamo prepararci”. Anche fuori dai confini ucraini, infatti, il conflitto non dà tregua. Biden ordina che sia immediatamente fornita all’Ucraina assistenza militare per 600 milioni di dollari.
E la Russia sospende i lanci spaziali dal cosmodromo di Kourou, nella Guyana francese, per via delle sanzioni imposte dall’Ue a Mosca, richiamando lo staff tecnico. Meta Platforms, la casa madre di Facebook, vieta ai media statali russi di pubblicare inserzioni pubblicitarie e di trarre profitto dagli annunci, in qualsiasi parte del mondo.
«Stiamo resistendo»
«Stiamo fermando l’orda nel miglior modo possibile, la situazione a Kiev è sotto il controllo delle forze armate ucraine e dei nostri cittadini»: lo ha affermato il segretario del Consiglio di sicurezza ucraino Oleksiy Danilov, secondo quanto riporta il Kyiv independent.
Le forze armate ucraine hanno dichiarato di aver respinto un “attacco” notturno dei soldati russi contro una delle loro postazioni su Victory Avenue, una delle principali arterie di Kiev.
«L’attacco è stato respinto», ha detto l’esercito ucraino, in un messaggio sul proprio account Facebook, senza fornire ulteriori dettagli sul luogo esatto di questo scontro.
Oltre 50 esplosioni e pesanti colpi di mitragliatrice sono stati segnalati nelle aree di Shulyavka e vicino allo zoo di Kiev. Sono stati anche segnalati forti spari vicino alla stazione della metropolitana Beresteiska, non lontana da una struttura militare ucraina. Lo riporta il Kyiv Independent. Scontri violenti si starebbero verificando nel sud della capitale ucraina.
Zelensky: «Ho sentito Draghi, è favorevole all’uscita della Russia da Swift»
«Questo è l’inizio di una nuova pagina nella storia dei nostri Stati, Ucraina e Italia». A scriverlo, dopo l’ironia social di venerdì, è il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, riferendo di aver avuto un colloquio con il premier draghi. «Il presidente del Consiglio Mario Draghi – prosegue – in una conversazione telefonica ha sostenuto l’uscita della Russia da Swift e la fornitura di assistenza alla difesa». E conclude con un appello: «L’Ucraina deve entrare a far parte dell’Ue».
Zelensky respinge l’invito Usa a lasciare il Paese: «La battaglia è qui»
Gli Stati Uniti sono pronti ad aiutare il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky a lasciare Kiev per evitare di essere catturato o ucciso dalle forze russe. «La battaglia è qui. Mi servono munizioni, non un passaggio». Con queste parole il presidente ucraino ha rifiutato l’offerta americana. Lo riporta l’Associated Press citando fonti dell’intelligence americana. Zelensky si trova nella capitale e sta guidando personalmente la resistenza di Kiev all’invasione russa. Lo ha fatto sapere l’emittente televisiva di Stato Dom.
Intanto i media ucraini hanno diffuso la notizia di una ennesima vittoria sulle forze russe nella capitale. La 101/a brigata ucraina ha distrutto una colonna russa formata da due auto, due camion con carri armati e un altro carro armato, neutralizzati vicino alla stazione di Beresteiska.
La posizione della Cina
Rispetto e salvaguardia di sovranità e integrità territoriale «valgono anche per l’Ucraina»: è uno dei cinque punti della posizione della Cina sulla crisi tra Mosca e Kiev esposta dal ministero degli Esteri cinese Wang Yi nelle telefonate avute con l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell, la ministra degli Esteri britannica Liz Truss ed Emmanuel Bonne, consigliere diplomatico di Macron.
Gli altri punti sono «le legittime richieste di sicurezza della Russia», la moderazione contro l’escalation, la soluzione diplomatica (sì a colloqui Ucraina-Russia) e un no alle risoluzioni ‘leggere’ dell’Onu sull’uso di forza e sanzioni ai sensi del Capitolo VII.
Sanzioni Usa agli uomini del Cremlino
Nel mirino delle sanzioni Usa finiscono intanto anche il capo dello Stato maggiore russo Valery Gerasimov e il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu. Lo annuncia il Tesoro americano, la cui lista di sanzioni include anche il presidente Vladimir Putin e il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov.
Alcune delle maggiori banche di Wall Street consigliano a Washington di non espellere la Russia dallo Swift: farlo, infatti, avrebbe un pesante impatto sull’economia globale.
Secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg, le maggiori banche hanno suggerito ai legislatori e all’amministrazione Biden di procedere con altri tipi di sanzioni per punire Mosca per l’invasione dell’Ucraina.
La Casa Bianca ha detto al Congresso di aver bisogno di 6,4 miliardi di dollari di nuovi fondi per assistere l’Ucraina. Circa 2,9 miliardi delle risorse andranno in aiuti umanitari e di sicurezza, mentre 3,5 miliardi sono per il Pentagono.
Le perdite umane
Le perdite ucraine sarebbero circa 300, tra cui, secondo la Difesa di Londra, almeno 57 civili. Per la stessa fonte, sono circa 450 i combattenti russi uccisi, mentre Kiev evoca bilanci ben più pesanti (oltre un migliaio), in una guerra di propaganda senza fine. Il Pentagono parla di oltre 200 missili piovuti in tutto il Paese, e l’Ucraina si affida a quello che può, invitando i cittadini a respingere «gli invasori con le molotov», con tanto di istruzioni per realizzare il cocktail incendiario. Le truppe di Mosca e le milizie paramilitari filo-russe avanzano però da tutti i fronti, con manovre a tenaglia: in Donbass, dove continua l’attacco alla città portuale di Mariupol anche con un assalto anfibio e il sindaco evoca una battaglia «non solo per l’Ucraina, ma per tutta l’Europa»; dalla Crimea verso l’oblast di Cherson, via privilegiata per la presa di Odessa e lo sbarramento degli accessi al mare; e a nord, tutt’intorno a Kiev, nel quartiere di Oblonsky e all’aeroporto militare di Gostomel, a 30 km dalla capitale, dove a conclusione di feroci combattimenti sono sbarcati i parà di Mosca.