Arpacal, il nuovo regolamento smontato dal Comitato di indirizzo
In un documento i dubbi sull’entità del personale, la spesa e le funzioni «stralciate» anche se obbligatorie. «Riforma su basi troppo generiche»

CATANZARO Il Comitato regionale di indirizzo smonta il regolamento organizzativo dell’Arpacal, modificato con una delibera il 19 gennaio 2022. Il documento licenziato dal Comitato offre spunti per l’istruttoria del dipartimento vigilante. E molti sono negativi. Si rileva, ad esempio, «che al documento prodotto non è associata una relazione illustrativa contenente le motivazioni sottese alle scelte effettuate e una valutazione sui costi/benefici derivanti dalle modifiche introdotte». E «non emerge altresì chiaramente che le stesse modifiche garantiscano il mantenimento e/o miglioramento del livello quali-quantitativo delle prestazioni e dei servizi erogati dall’Agenzia». La motivazione per la riforma organizzativa sarebbe, tra l’altro, «generica» e ispirata a razionalizzazione «condivisibile» che andrebbe, però, «sostenuta con elementi fattuali e contestualizzati». Manca, inoltre, la produzione «di un quadro di riepilogo economico-finanziario contenente un’analisi dei costi ante e post variazione utile a dimostrare la compatibilità finanziaria degli impatti prodotti dalle modifiche introdotte (appare utile rammentare che il fondo di Funzionamento attualmente trasferito dalla regione Calabria è pari a euro 15 milioni)».
Le funzioni stralciate ma obbligatorie
Una delle questioni sollevate attiene alle funzioni dell’Agenzia, legate a diverse tematiche. Nel nuovo regolamento, «alcune di esse rimangono, altre sono generiche e non immediatamente riconducibili ad azioni e obiettivi specifici. Tra l’altro alcune funzioni cassate sono presenti nella legge istitutiva vigente». Il Comitato di indirizzo ne segnala alcune: «il riferimento specifico alla redazione delle relazioni sullo stato dell’ambiente in Calabria e la possibilità di attivare una banca dati; le campagne di controllo e monitoraggio sui rifiuti; la specifica erogazione di prestazioni ambientali e controlli richiesti dalle pubbliche amministrazioni; il supporto alle attività istruttorie per il rilascio dell’AIA; studi sull’ambiente marino e costiero; siti da bonificare e discariche abusive». Funzioni, quelle stralciate, che «sono contenute nel catalogo nazionale dei servizi e repertorio delle prestazioni erogate dalle componenti del Sistema nazionale per la Protezione dell’Ambiente (in fase di aggiornamento e implementazione) cui fa parte l’Arpacal». In verità, l’adozione di un regolamento che riporti un elenco incompleto di funzioni «non appare ostativa». Questo perché l’Agenzia dovrebbe comunque eseguire le «attività istituzionali obbligatorie». Il comitato, tuttavia, chiede di indicare «le ragioni sottese allo stralcio di determinate funzioni».
I dubbi sulla dotazione di personale
Il documento analizza anche la nuova dotazione di personale. E spiega che «prevede una discreta diminuzione del personale di categoria D (circa 20 unità) e l’aumento di 2 unità della dirigenza». Il Comitato di indirizzo ricorda che anche per Arpacal «le spese di personale non devono essere superiori al costo sostenuto nell’anno 2014». I costi per il personale al lordo degli oneri riflessi e dell’Irap per l’anno 2014 sono stati pari ad euro 14.881.570,15. «Per come emerge dall’ultimo rendiconto definitivamente approvato – continua l’analisi – le spese di personale che sono sostenute dall’ente strumentale sono pari ad euro 12.416.192,85. Pertanto la nuova dotazione organica, intesa come valore finanziario di spesa potenziale massima sostenibile, – sebbene ridotta rispetto a quella prevista nel vigente regolamento – non sembrerebbe compatibile con i limiti imposti dalla vigente normativa; tuttavia l’eventuale nuova spesa che l’Agenzia volesse effettuare per personale, dovrà essere preventivamente autorizzata dalla Giunta regionale in virtù della medesima Legge regionale 27 dicembre 2016, n. 43».
«Circa 100 dipendenti in più rispetto ai parametri»
Altre notazioni sul personale discendono da valutazioni puramente numeriche. Tanto per cominciare, «in relazione al numero della popolazione residente per unità di personale risulta in media un dipendente Arpa ogni 6.525 abitanti. La popolazione censita in Calabria al 2020 ammonta a 1.860.601; secondo la media nazionale il personale dell’Agenzia dovrebbe essere a regime di circa n. 286 unità in luogo delle 382 previste dalla modifica regolamentare. Non viene fornita alcuna motivazione dello scostamento rispetto alla media (circa 100 unità in più)».
Il collegio di direzione e le prerogative del direttore generale
Anche le modifiche degli organi dell’Agenzia lasciano perplesso il Comitato di indirizzo. «L’articolo 15 del nuovo testo regolamentare prevede l’istituzione di un collegio di direzione con competenze in materia di definizione della programmazione annuale e pluriennale dell’Agenzia e di orientamento delle scelte in materia di sviluppo delle attività, i cui pareri espressi costituiscono elementi istruttori dei provvedimenti in via di adozione. Le funzioni svolte dal collegio sembrerebbero ridurre le prerogative del Direttore Generale, il quale ai sensi dell’Art. 5 – Organi dell’Agenzia del medesimo regolamento è titolare dei poteri di programmazione, gestione e controllo delle attività dell’Agenzia. Trattandosi di introduzione di un nuovo organismo occorrerebbe fornire nella relazione di accompagnamento alle modifiche del testo maggiori dettagli». (redazione@corrierecal.it)