CROTONE Antonio Leonardo rimase vittima di un incidente il 21 agosto 2020 nella sua città di origine, Crotone, investito da una vettura in transito. L’automobilista di 45 anni sarà chiamato a risponderne in giudizio. A conclusione delle indagini preliminari per la tragica morte dell’ottantatreenne pensionato di Cologno Monzese (Milano), Ines Bellesi, pubblico ministero della procura di Crotone, ha richiesto il processo con l’accusa di omicidio stradale. Il gup del Tribunale di Crotone, Romina Rizzo, ha fissato al 27 aprile 2022, l’udienza preliminare.
L’anziano, ex operaio della Magneti Marelli, aveva mantenuto solidi legami con la sua città natale dove aveva vissuto per quarant’anni. Era molto conosciuto anche per aver gestito, prima di trasferirsi in Brianza, un noto negozio d’abbigliamento. La sera del 21 agosto Leonardo stava attraversando a piedi via Miscello Da Ripe, strada urbana con il limite di 50 km orari, per raggiungere dall’altro lato della strada “piazzale Nettuno”. Non era sulle strisce pedonali, in quanto nel raggio di centro metri non vi era alcun altro attraversamento pedonale, come ha accertato anche l’ingegnere Luigi Lopez (consulente tecnico) incaricato dal Sostituto Procuratore di redigere una perizia cinematica per stabilire dinamica, cause e responsabilità del sinistro: alle operazioni peritali ha partecipato anche l’ingegnere Stefano Romano quale consulente tecnico di parte messo a disposizione da Studio3A-Valore S.p.A., società cui si sono affidati i congiunti dell’anziano per tutte le attività finalizzate al perseguimento dell’iter risarcitorio, tramite il consulente legale Giuseppe Cilidonio.
Il pedone, come ha stabilito il Ctu, «era ormai giunto nella fase finale del suo attraversamento, intrapreso da sinistra verso destra della carreggiata», quand’è stato centrato dalla Toyota Auris condotta dall’indagato che procedeva con direzione centro-periferia a una velocità di 52 km orari (la vettura era dotata di scatola nera che ha registrato il “crash” a quell’ora e a quell’andatura) e che, per sua stessa ammissione, non ha proprio visto il pensionato: sull’asfalto non è rimasta alcuna traccia di frenata se non dopo l’urto, né l’automobilista ha compiuto alcuna manovra di emergenza. L’impatto, avvenuto all’incirca al centro della corsia dell’auto, è stato terribile: Leonardo, come ricostruito dall’ingegnere Lopez, è stato dapprima urtato all’altezza della gamba destra, di cui ha riportato la frattura della tibia, quindi è stato caricato sul cofano, ha picchiato violentemente il capo sul parabrezza ed è stato sbalzato sull’asfalto sul lato destro della macchina. Una serie di colpi che non gli hanno lasciato scampo. Le sue condizioni sono parse subito disperate, è stato allertato anche l’elisoccorso che lo ha trasportato all’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro, dove i medici hanno fatto il possibile per salvarlo, ma i politraumi riportati erano troppo gravi: è spirato poche ore dopo, sabato 22 agosto. «Pur avendo avuto l’automobilista sufficienti condizioni di avvistabilità e di percezione del pericolo e sufficiente spazio a disposizione per arrestare il veicolo alla velocità con cui viaggiava, non è riuscito a evitare l’investimento della vittima – conclude nella sua perizia il consulente tecnico della Procura – l’indagato non si è avveduto in tempo del pericolo, rappresentato dal pedone in fase di attraversamento, pur risultando quest’ultimo ben visibile da una distanza tale che una condotta di guida priva di negligenza, imprudenza e imperizia ne avrebbe impedito l’investimento. Le cause dell’evento sono da imputare alla negligente e imprudente condotta di guida tenuta dal conducente». La figlia Alessandra e i due nipoti dell’anziano, sono già stati risarciti dalla compagnia di assicurazione della vettura, ma ora si attendono risposta in sede penale.
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