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«In Calabria la battaglia sull’ambiente è la più importante dopo quella contro la ‘ndrangheta» – VIDEO

Il procuratore Falvo agli studenti del “Galilei” di Lamezia: «Speriamo di avere presto i primi risultati». Su Occhiuto: «Ha dato la sua parola»

Pubblicato il: 05/05/2022 – 16:40
di Giorgio Curcio
«In Calabria la battaglia sull’ambiente è la più importante dopo quella contro la ‘ndrangheta» – VIDEO

LAMEZIA TERME «Il reato ambientale come violazione dei diritti umani». Un concetto quasi inedito ma fondamentale per capire, realmente, la portata e la gravità di un problema enorme e che devasta la nostra regione ormai da troppi anni. Ribaltare la narrazione e soprattutto invertire la tendenza rispetto a quanto fatto (e soprattutto non fatto) nel corso degli ultimi decenni è quanto mai decisivo per poter sperare di salvare il salvabile e garantire alle future generazioni un ambiente e un mare all’altezza.

Falvo al “Galilei” di Lamezia

Tutti spunti affrontati questa mattina al liceo scientifico “Galilei” di Lamezia Terme. Protagonisti alcuni giovanissimi studenti che, guidati dalla docente Anna Rosa che è anche referente dell’associazione “Uniti per il Golfo di Sant’Eufemia”, hanno potuto confrontarsi direttamente con il procuratore di Vibo Valentia, Camillo Falvo. «Le testimonianze ci servono sempre – ha spiegato da subito Falvo – mi sono occupato molto di ‘ndrangheta in tutti questi anni, ora molto meno. Da due anni e mezzo ho iniziato questa che definisco una vera e propria battaglia. Io di ambiente me ne occupavo già da giudice, ad esempio in occasione della tragedia del camping “Le Giare” di Soverato, io ho scritto la sentenza di condanna dei responsabili». «Con Anna Rosa invece abbiamo iniziato la battaglia per il mare. Vorrei che voi cominciaste a capire quanto è importante il rispetto delle regole. Io ovviamente mi occupo di Vibo ma i suoi problemi sono gli stessi che investono Lamezia Terme perché di anno in anno è sempre peggio. In molti mi chiedono “chi te l’ha fatto fare?” ma io invece credo che dopo la ‘ndrangheta, quella sull’ambiente sia la battaglia più importante da affrontare in Calabria».

camillo falvo lamezia

«Solo la politica ha il potere decisionale»

Nel corso del suo intervento, Falvo ha poi ricordato la genesi della task-force insieme all’omologo di Lamezia Terme, Salvatore Curcio, «per contenere almeno il problema dell’inquinamento marino. A Vibo ad esempio mi sono subito occupato delle casette abusive a Grotticelle che abbiamo abbattuto in poco tempo, poi c’è stata la pandemia e abbiamo visto che, nonostante le scarse attività umane dopo il lockdown, comunque il mare è più inquinato che mai». «Ci siamo posti il problema – precisa poi Camillo Falvo – e con Anna Rosa abbiamo deciso di coinvolgere un massimo esperto come il professore Silvio Greco proprio per risalire all’origine del problema. Certo, noi non possiamo incidere politicamente, non abbiamo potere decisionale e budget di spesa per farlo, ma al presidente Occhiuto dissi che la prima cosa che avrebbe dovuto fare sarebbe stato occuparsi del mare e devo dire che finora lo sta facendo».

I mezzi e gli strumenti in campo

Il procuratore Falvo ha poi illustrato ai giovani studenti i mezzi impiegati e la metodologia scelta: «Abbiamo coinvolto la Guardia di Finanza e i Carabinieri, Salsano sta facendo un grande lavoro. Con i sommozzatori invece abbiamo fatto tutti i prelievi sui fondali per capire cos’è realmente che inquina. Abbiamo utilizzato l’elicottero della GdF per mappare tutta la costa con strumentazioni innovative, una telecamera termica che a seconda dei colori ci ha permesso di capire se la zona fosse inquinata o meno. Stiamo utilizzando i satelliti perché in tempo reale abbiamo il polso della situazione. Stiamo facendo sequestri e a breve avremo i primi risultati e la mappatura completa del mare con analisi chimiche e batteriche. I problemi sono tanti, la rete depurativa non funziona, è sottodimensionata e spesso non è stata fatta la manutenzione». «Sarà un processo lungo – ricorda Falvo – e piano piano, con la buona volontà di tutti, risolveremo questo problema drammatico. Se poi liberiamo anche il turismo dalla ‘ndrangheta potrebbe nascere una nuova era per la nostra maltrattata Calabria».

«Speriamo di iniziare a vedere i primi risultati»

«Il lavoro è ancora tanto – ha spiegato poi ai microfoni del Corriere della Calabria – ma quest’anno speriamo già di iniziare a vedere i primi frutti, sarà difficile, ma sono sicuro che i primi risultati li vedremo. Otterremo però un altro grande risultato ovvero riuscire a comprendere il fenomeno. Quando a breve riusciremo ad avere i risultati finali, il documento sulle cause dell’inquinamento marino, riusciremo a dare uno strumento alla politica e alle amministrazioni per poter risolvere definitivamente il problema. Se però nel giro dei prossimi tre o quattro anni le cose verranno fatte, probabilmente riusciremo a risolvere il problema dell’inquinamento del mare». Il lavoro della Procura è importantissimo, ma l’attività repressiva da sola non basta. «Noi abbiamo certi compiti, non investiamo però nei vari settori, il vero compito per risolvere il problema spetta alla politica. Sicuramente c’è stata troppa disattenzione rispetto a questo fenomeno. Ora però noto che sia dalla Regione, con il presidente Occhiuto che si è impegnato in prima persona, sia qualche sindaco hanno finalmente capito che stiamo facendo sul serio anche noi per cui il problema deve essere risolto».

«Ripartire dai giovani»

«Tutto parte dalla capacità delle persone di rispettare l’ambiente, un po’ come funzione con la criminalità organizzata: quando si acquisirà consapevolezza su quello che è il fenomeno e quanto sia dannoso per la nostra terra, allora cominceremo a risolvere il problema». «Bisogna ripartire dai ragazzi, dai più giovani. Sono loro che potranno invertire la rotta e queste dinamiche perverse». (redazione@corrierecal.it)

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