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la decisione

Morte Robertino Mazzuca, Regione e Comune di Castrolibero condannati al risarcimento

L’uomo è deceduto l’11 marzo del 2008, travolto dalla piena del torrente Surdo. Riconosciuto il risarcimento ai familiari della vittima

Pubblicato il: 13/05/2022 – 7:10
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Morte Robertino Mazzuca, Regione e Comune di Castrolibero condannati al risarcimento

COSENZA La famiglia di Robertino Mazzuca, originario di Castrolibero, non riesce a dimenticare la morte del proprio deceduto nel marzo del 2008. Il Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche di Napoli ha condannato in solido la Regione Calabria ed il Comune di Castrolibero ed ha integralmente accolto tutte le istanze risarcitorie avanzate dai legali, gli avvocati Massimiliano Coppa e Giovanni Ferrari. Esclusa invece ogni responsabilità del Comune di Rende difeso dall’avvocato Livio Calabrò. Nessuna responsabilità inoltre della Provincia di Cosenza difesa dall’avvocata Ornella Nucci e della Unipol Sai Spa.

I fatti

Robertino Mazzuca era deceduto l’11 marzo del 2008 travolto dalla piena del torrente mentre transitava, alla guida del suo Fiat Fiorino, sul guado che consentiva di attraversare il Torrente Surdo, a confine tra i Comuni di Rende e Castrolibero. Solo il giorno successivo, era stata trovata e recuperata la sua salma a 300 metri dal guado, verso valle, e veniva riscontravo il decesso per asfissia da annegamento. La vicenda giudiziaria aveva preso le mosse da un esposto presentato alla Procura della Repubblica di Cosenza dai familiari della vittima, assistiti dagli avvocati Coppa e Ferrari all’indomani dell’accaduto. Dopo quasi 14 anni di battaglie giudiziarie, il tribunale regionale delle acque pubbliche ha riconosciuto il risarcimento ai familiari della vittima, accogliendo le tesi prospettate dagli avvocati. Che esprimono soddisfazione per il risultato raggiunto: «La sentenza conferma – anche nel merito – il fondamento delle richieste di risarcimento dei danni e i contenuti delle due sentenze penali già emesse. Ogni commento, dettaglio o indagine tecnica svolta nell’interesse della famiglia Mazzuca non era un vaniloquio di fronte ad una tragedia oggi ancora viva la cui unica interpretazione è quella assimilabile alla repulsione morale». (f.b.)

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