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Frena la crescita, timori per le finanze italiane a lungo termine

Preoccupante analisi del “Financial Times”: dopo la Grecia il nostro rapporto debito/Pil è il peggiore dell’Eurozona

Pubblicato il: 24/05/2022 – 7:24
Frena la crescita, timori per le finanze italiane a lungo termine

Il rallentamento dell’economia – e le aspettative di un aumento dei tassi da parte della Banca Centrale Europea a partire da luglio – stanno riaccendendo le preoccupazioni sulla salute delle finanze italiane a lungo termine. Con il secondo più alto rapporto debito/PIL dopo la Grecia e il più alto deficit pubblico di tutte le principali economie dell’Eurozona, la posizione dell’Italia è “precaria”. È quanto si legge in una lunga analisi sul Financial Times, che ricorda come i mercati siano anche più pessimiste sulle prospettive dell’Italia. “Lo spread tra i rendimenti dei titoli decennali italiani e quelli tedeschi, considerato un barometro dei rischi politici ed economici dell’area dell’euro, è salito fino a 2 punti percentuali nelle ultime settimane, il balzo più ampio dalle prime fasi della pandemia”. Il Financial Times ricorda che l’Italia ha intrapreso un percorso di consolidamento fiscale. Per quest’anno è previsto un deficit di bilancio del 5,6%, in calo rispetto al 7,2% registrato lo scorso anno. Ma gli economisti hanno avvertito che “un forte rallentamento della crescita solleverebbe dubbi sul deficit”. Inoltre, si riconosce il fatto che l’Italia ha iniziato il 2022 con un anno di “crescita sostenuta e di riforme strutturali, sostenute dalla leadership sicura del Primo Ministro Mario Draghi” e che è in corso “uno sforzo unico per affrontare la sua debolezza cronica e innalzare le sue prospettive di crescita a lungo termine”, grazie anche ai fondi del Pnrr. Ma ci sono alcuni elementi che inducono al pessimismo: il Ft sottolinea che l’Italia dipende fortemente dalla Russia per l’energia, “il che la rende vulnerabile al conflitto in Ucraina”. Riportando le parole di Lorenzo Codogno, ex direttore generale del Tesoro, il Ft osserva quindi che per i consumatori “si tratta di un enorme shock in termini di ragioni di scambio, il che significa che l’intero Paese diventa piu’ povero”. “Se il Pil si indebolirà in modo sostanziale, la dinamica non sarà delle migliori”, ha dichiarato a Ft Lucrezia Reichlin, docente di economia presso la London Business School. “Il mercato è diventato piuttosto pessimista e la possibile recessione nel 2022 è un’aspettativa di molti”. L’afflusso di fondi Ue per gli investimenti è un elemento “positivo”, secondo il Financial Times che ricorda anche come gli italiani abbiano accumulato risparmi superiori al solito durante il periodo di lockdown. Ma questo impatto positivo “è destinato a svanire”

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