LAMEZIA TERME L’ultimo step quello cioè che all’apparenza è il più semplice, finisce sempre per complicare tutto. Circostanza che si ripete puntualmente, smentita solo in rarissime eccezioni. Soprattutto in Calabria dove il senso di impotenza, come un velo pesante, ricopre interi territori, quasi fino a soffocarli.
Uno dei tanti esempi calabresi arriva da Lamezia Terme, città interessata come tante altre da quelle opere che rimangono incompiute nonostante tutto: gli sforzi, i lavori, i soldi spesi, le necessità dei cittadini e del territorio. Qui, tra le tante opere rimaste come sospese nel tempo e nelle idee, abbandonate o divorate dall’incuria, sorgono gli alloggi realizzati in una traversa di Via Garibaldi, a pochi passi dal centro storico di Nicastro e dalla movida lametina. Si tratta in particolare di 11 mini appartamenti che, almeno nel progetto iniziale, erano destinati a persone bisognose, giovani coppie o anziani indigenti.
Ad accompagnare le telecamere del Corriere della Calabria è Giuseppe Marinaro di “Lamezia Maltrattata” che da anni, insieme ad Italia Nostra, sta portando avanti una battaglia che, almeno finora, non ha portato ad alcun risultato. Basta una piccola passeggiata per rendersi conto delle condizioni degli alloggi, completi di tutto, ma mai (inspiegabilmente) assegnati. «Sono stati ristrutturati – ci spiega Marinaro – e sono stati spesi quasi 3 milioni di euro, ma purtroppo è dal 2014 che non si riesce a capire perché non vengano assegnati. E, come se non bastasse, vengono pure tenuti in maniera vergognosa, in uno stato di totale degrado». «Sollecitiamo questa amministrazione affinché prenda a cuore questi alloggi, ci sarà un assessore che se ne possa occupare. Siamo nel centro storico, in una traversa di via Garibaldi che ha una grande storia, siamo davvero mortificati».
Nel 2004 la terna commissariale partecipa ad un concorso nazionale bandito dal ministero dello Sviluppo e delle Infrastrutture, ricevendo un finanziamento di oltre 2,6 milioni di euro per realizzare gli alloggi. Annessi alle piccole abitazioni c’erano anche i progetti relativi al piccolo anfiteatro, un parco giochi per bambini e la ludoteca: realtà che, dopo tutti questi anni, non sono mai state realizzate così come le piccole piscine che dovevano essere caratterizzate dai giochi di luce colorata.
Esempio plastico del degrado in cui sono stati ridotti gli alloggi è l’erba alta, i calcinacci, la spazzatura e il degrado ma anche gli avanzi della movida fatta di bicchieri da cocktail e bottigliette di birra, a fare da cornice ad uno scivolo che, almeno nelle idee rimaste tali, doveva essere utilizzato dai bambini. Tutti elementi che, messi insieme, formano un quadro sconcertante e deludente. «Qui ormai è diventato un ritrovo notturno per i giovani che portano da bere e passano molte ore qui, senza alcun rispetto per i luoghi e i cittadini che vivono qui». Poi la rabbia: «Quando si fa qualcosa di bello per la città e i cittadini e non viene dato, è una violenza totale, un maltrattamento. Siamo molto arrabbiati perché questa amministrazione non ha la minima intenzione di risolvere questa situazione e restituire alla comunità questo progetto». L’ennesimo faro puntato su una incompiuta cittadina, sperando che stavolta qualcosa si muova davvero. (redazione@corrierecal.it)
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