Gestione idrica, Calabretta: «Strategia complessiva per armonizzare il sistema»
Il commissario della Sorical illustra le linee adottate dalla società per ottimizzare il servizio: «Un piano di investimenti per potenziare la rete»

CATANZARO Ancora un’estate di fuoco per il servizio idrico. Sorical è alle prese con il completamento della pubblicizzazione e con l’uscita dalla fase di liquidazione “volontaria” e nello stesso tempo deve fare i conti con i costi dell’energia, più che raddoppiati e diverse condutture scoppiate perché in questo periodo dell’anno sono maggiormente sollecitate per l’aumento delle portate idriche richieste dai Comuni. Facciamo il punto con l’avvocato Cataldo Calabretta, da quasi due anni alla guida della Sorical.
Commissario partiamo dai costi energetici, più che raddoppiati, come pensate di uscirne?
«È un problema che affligge l’intera nazione. La questione energia è anche da addossare ad un problema strutturale: Sorical è una società ernergivora, occorrono investimenti importanti per costruire centrali idroelettriche, piccole e grandi come il Menta, riusciremo a recuperare il 10% di quanto consumiamo, ma ciò non basterà. Occorre una strategia più complessiva che riguarda la regolazione e l’armonizzazione degli usi plurimi dell’acqua».
Come contate di portare avanti questa strategia?
«Stiamo avendo un confronto tecnico serrato con i consorzi di bonifica per capire come evitare il collasso dell’intero sistema e i tecnici mi fanno notare un paradosso. Quando l’acqua scende dalle montagne, i grandi gruppi nazionali come Enel e A2A producono energia. Ma Sorical e i Consorzi per potere utilizzare la stessa acqua e distribuirla ai cittadini o alle aziende la devono far risalire in quota con sistemi di sollevamento onerosi, con costi di energia più alti che sono a carico dei calabresi. Tutto questo è inconcepibile».
Quale potrebbe essere la soluzione?
«Rivedere la convenzione che regola questi rapporti con queste aziende che risalgono addirittura al 1968. Questi impianti in larghissima parte sono stati costruiti dalla ex Casmez e lo Stato, probabilmente, immaginava una regia unica, poi le cose sono andate diversamente».
Lei ha già lanciato l’allarme sui costi energetici, quale sarà l’impatto sui conti?
«Nel 2021, a fronte di costi complessivi di gestione pari a 89 milioni di euro, l’energia pesava per 25,8 milioni. Oggi le previsioni dei soli costi energetici è di ben oltre 60 milioni che difficilmente potranno essere recuperati totalmente con la tariffa e le misure messe in campo dal governo. Pertanto è necessario un intervento finanziario straordinario al fine di poter far fronte agli ingenti flussi di pagamento verso il fornitore di energia. Uscire dalla liquidazione ci permetterà di accedere a tutte le opportunità del mercato».
Commissario, il tempo scorre veloce e c’è il rischio di perdere i fondi Ue per il sistema idrico calabrese.
«Sono mesi che lavoriamo senza sosta, il presidente Occhiuto ha tracciato con grande determinazione la linea politica, ora è il momento dei tecnici. Stiamo recuperando anni di completo lassismo istituzionale e faremo di tutto per non perdere le risorse per ammodernare le reti idriche della Calabria».
Quali sono le priorità che avete individuato nei prossimi investimenti?
«Sorical, già lo scorso anno, ha trasmesso alla Regione e ai ministeri competenti un primo piano di investimenti per risolvere emergenze strutturali che si presentano ogni estate. Gli acquedotti durano in media circa 40 anni, mentre quasi tutti i nostri hanno oltre mezzo secolo di vita. È il momento di sostituire gran parte delle nostre condotte che si sviluppano per quasi 6.000 km. Sarà fondamentale potenziare le fonti di approvvigionamento per mitigare i cambiamenti climatici oramai irreversibili. Abbiamo prospettato alla Regione e ai ministeri competenti delle soluzioni tecniche per modificare e interconnettere alcuni grandi acquedotti: Trionto, Alaco-Metramo, Lese. Bisognerebbe costruirne alcuni nuovi per Corigliano-Rossano. Inoltre bisogna recuperare il tempo perso in innovazione tecnologica, sistemi di automazione e telecontrollo. Per questo abbiamo chiesto 40 milioni di euro a valere sul Pnrr su questi temi».
Per la siccità al Nord si parla di nuove dighe, al Sud, invece, che si fa?
«In Calabria ci sono 20 grandi dighe, ma solo due – Alaco e Menta – sono destinate esclusivamente ad uso idropotabile. Nella gestione delle dighe, Sorical ha raggiunto un livello di affidabilità molto alto. Gli invasi Silani sono ad esclusivo uso idroelettrico, se non si prevede una nuova forma di gestione e regolazione, in caso di siccità prolungata difficilmente si potranno trarre benefici per l’agricoltura e il settore l’idropotabile. Poi bisognerà completare le altre, perché sono l’unico strumento di prevenzione, come stiamo constatando nel Nord Italia, che ci mette al riparo da lunghi periodi di siccità e avere capacità di accumulo nel caso di piogge intense e brevi».
In questi giorni, soprattutto nel Catanzarese, sono stati avviati controlli serrati contro sprechi e furti d’acqua. Quali sono i risultati?
«Puntualmente ogni anno a giugno registriamo aumenti di consumi molto alti che non si giustificano con la maggiore presenza di popolazione. C’è un uso improprio generalizzato per riempire piscine e soprattutto per annaffiare orti e giardini. La prova l’abbiamo con le giornate di pioggia con i consumi tornano a livelli accettabili. Altra vicenda, taciuta per anni, sono i furti di acqua di notte che impediscono il riempimento dei serbatoi. Abbiamo messo sotto controllo alcuni acquedotti e interessato le forze dell’ordine, il nostro lavoro è mantenere gli impianti efficienti e non andare a caccia dei ladri di acqua». (redazione@corrierecal.it)