CATANZARO Anche la terza va a vuoto. Il Consiglio comunale di Catanzaro resta ancora senza presidente. Nonostante l’abbassamento del quorum per la maggioranza, i numeri non ci sono, né per la coalizione del sindaco Nicola Fiorita, che è comunque minoranza, né per la coalizione del competitor Valerio Donato, che è maggioranza nei numeri ma non nei fatti perché le smagliature ci sono ed emergono plasticamente nel momento in cui tre consiglieri di questa area – Manuela e Sergio Costanzo e Luigi Levato – restano in aula e non seguono i colleghi che lasciano le loro postazioni.
«È nata una nuova maggioranza», dicono tanti osservatori politici. Il dato politico in effetti c’è: l'”anatra zoppa” di Fiorita oggi è molto meno zoppa di quanto sia l’area Donato. Se ne parlerà dunque nella prossima seduta, forse già domani, quando – salva intesa su un nome condiviso dell’area donatiana – le chance di Gianmichele Bosco, di Cambiavento, il maggiore “indiziato” a diventare il presidente del Consiglio comunale come alfiere dello schieramento di Fiorita, potrebbero salire ancora di più, alla luce anche del ritiro, di fatto, della candidatura del consigliere “anziano” Eugenio Riccio, fedelissimo del presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, della Lega, il vero sconfitto di questa partita. Che è molto più ampia di quella legata alla presidenza del Consiglio comunale, in realtà. Lo dimostra la prima pratica approvata dall’assemblea cittadina di questa consiliatura targata Fiorita, l’assestamento di bilancio proposto dalla Giunta e illustrato dall’assessore Marina Mongiardo. L’assestamento passa con 14 voti a favore – granitico il fronte Fiorita (con l’apporto dell’area di Antonello Talerico) – mentre dall’area Donato arrivano 14 astensioni e due voti contrari. L’opposizione comunque manifesta al proprio interno una linea oltranzista e radicale in alcune sue componenti, di livello per la verità, a partire dallo stesso Donato, che denuncia «un grave difetto di informazione e dunque l’irresponsabilità» sui contenuti dell’assestamento, e Marco Polimeni, che rimarca «il pesante silenzio del sindaco Fiorita su questa pratica molto importante». Critiche che la coalizione di Fiorita – con gli interventi di Vincenzo Capellupo, Antonello Talerico e Fabio Celia – rispedisce al mittente al momento della votazione per la presidenza del Consiglio comunale, con un’aula semivuota per le defezioni dell’area Donato (a parte i due Costanzo e Levato): «L’irresponsbailità è di chi ha lasciato l’aula», specifica Talerico. Quindi il voto (inutile), con 16 schede bianche e due nulli (curiosità: un voto è andato a Giuseppe Mangialavori, e un “sospettato c’è”, e uno al mito giallorosso Massimo Palanca) (c. a.)
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