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Laghi “La Vota” a Gizzeria, dopo il sequestro una nuova speranza per l’oasi naturale

L’area potrà essere riassegnata al Comune che potrà proseguire con la realizzazione del progetto finanziato con quasi 2 milioni di euro

Pubblicato il: 29/07/2022 – 7:02
di Giorgio Curcio
Laghi “La Vota” a Gizzeria, dopo il sequestro una nuova speranza per l’oasi naturale

GIZZERIA La volta buona? Probabilmente. Per quanti ancora credono nel progetto di riqualificazione dei laghi “La Vota” a Gizzeria è lecito sperare, ora più che mai. Ad aprire uno squarcio su un lungo periodo tetro e di incertezze è stato il blitz eseguito dai Carabinieri del Nor della Compagnia di Lamezia Terme e dalla Guardia Costiera di Vibo Valentia. Sono loro ad aver apposto i sigilli lungo la vasta area, così come stabilito dal gip del tribunale di Lamezia Terme su richiesta della Procura guidata da Salvatore Curcio, come anticipato dal Corriere della Calabria, in località “Pesci e Anguille”. L’operazione potrebbe condurre a quella svolta definitiva che si attendeva da anni, circa un paio di decenni in verità, un tempo lunghissimo e nel corso del quale si sono susseguite almeno tre amministrazioni comunali ma, soprattutto, un contenzioso giudiziario interminabile, finito proprio al centro dell’inchiesta della Procura lametina.

Il reportage

Tre anni fa, in un reportage, L’altro Corriere Tv e il Corriere della Calabria avevano documentato le condizioni all’interno dell’area dove dovrebbe sorgere l’oasi, tra abbandono e sogni infranti, rifiuti e carcasse di vecchi edifici abusivi, abbattuti tra gli anni 60 e 70, e neanche l’ombra di quel progetto che avrebbe dovuto dare una svolta al territorio e avere una significativa ricaduta sociale.

I finanziamenti

È proprio in questa vasta area che da tempo si attende la nascita di un’oasi naturalistica ricadente nel Comune di Gizzeria, la più grande del Sud Italia. Tutto era iniziato dal riconoscimento di status di area SIC (sito di interesse comunitario o sito di importanza comunitaria), poi una serie di finanziamenti: uno da 200mila euro (nel 2013) per un “progetto di salvaguardia ambientale” in partenariato scientifico con la società di consulenza ambientale Graia srl, per arrivare, si legge, «alla definizione di modalità eco-sostenibili di gestione e di utilizzo delle risorse ambientali presenti nel sito», concretizzatosi poi nell’aprile del 2014, quando venne riconosciuto dalla Regione Calabria per un importo di oltre 178 mila euro a valere sulla Misura 3.2 del Fondo Europeo per la Pesca – FEP “Misure intese a preservare e sviluppare la fauna e la flora acquatiche”. Il progetto finanziato – nello specifico -– prevedeva misure per preservare e sviluppare la fauna e la flora acquatica dell’area vasta circa 200 ettari, ricadenti interamente nel territorio comunale di Gizzeria, così come previsto dal Piano di gestione della rete “Natura 2000”, redatto dalla Provincia di Catanzaro. Quello decisivo, però, è stato il finanziamento da quasi 2 milioni di euro (1,7 milioni) previsto dal fondo “Pisl – POR-FESR 2007-2013” e che ha visto la Regione Calabria distribuire in totale oltre 11 milioni di euro ai comuni lametini, per l’attuazione di 19 progetti.  

Il contenzioso e lo stallo

Un progetto finora rimasto tale solo sulla carta, una situazione di stallo durata anni a causa proprio del contenzioso tra la famiglia e il Demanio, che ha impedito finora all’iter burocratico, instaurato con il Comune di Gizzeria, di andare avanti. A fornire un nuovo impulso è stata ora l’inchiesta della Procura di Lamezia Terme, grazie anche all’impulso dell’ex assessore all’Ambiente Sergio De Caprio il quale aveva segnalato alle autorità giudiziarie competenti l’anomala situazione nella quale versava l’area dei laghi La Vota. Dalle indagini, così come riportato ieri dal Corriere della Calabria, è emerso che in origine, qualche decennio fa, il Demanio aveva dato in concessione l’area a una famiglia di imprenditori della zona, i quali dopo qualche tempo avrebbero smesso di pagare i canoni continuando ad occupare abusivamente l’area demaniale, con pretese di legittimità su quel terreno in base a una mappa in loro possesso. Così i magistrati di Lamezia Terme hanno chiesto l’incidente probatorio in seguito al quale i periti del gip avrebbero appurato – attraverso un raffronto con la planimetria detenuta presso l’archivio notarile di Lamezia Terme – che la mappa prodotta dagli imprenditori sarebbe falsa e l’area apparterrebbe al Demanio.

La svolta?

Adesso l’area sequestrata potrà presto tornare al Demanio che a sua volta la darà in concessione gratuita – come previsto nel progetto – al Comune di Gizzeria per la «realizzazione dei percorsi, sentieri nell’area-parco, ivi compresa la rinaturalizzazione delle aree sponde laghi». Un passaggio cruciale – al netto di eventuali altri conteziosi – per dare forse l’input decisivo alla realizzazione del progetto della riserva naturale. Intanto come custode giudiziario dell’area è stato designato il sindaco di Gizzeria, Francesco Argento, il quale pregusta evidentemente la possibilità di realizzare quel progetto che i cittadini aspettano da anni e sul quale, ormai, avevano perso ogni speranza. (redazione@corrierecal.it)

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