Crotone, delegazione comunale chiusa per ferie (dell’unico dipendente)
Manca un sostituto. Per 22 giorni i cittadini di Papanice dovranno recarsi negli uffici del centro. Grossi disagi per anziani

CROTONE Un Comune chiuso per ferie. I cittadini del popoloso quartiere Papanice per ben 22 giorni (dall’1 al 22 agosto) per la richiesta dei documenti dovranno recarsi presso gli uffici ubicati nel centro cittadino pitagorico, perché i locali della delegazione municipale resteranno chiusi per consentire all’unico dipendente operativo di potere esercitare il diritto di ferie. Non era mai successo prima e probabilmente è l’unico caso in Italia che gli uffici comunali resteranno chiusi per un periodo così lungo. Questa chiusura determina grandi disagi soprattutto per la popolazione più anziana e per i numerosi turisti che ritornano e magari hanno programmato la richiesta di documenti particolari. Nella sede di Crotone, infatti, non possono essere rilasciati i documenti che sono ricavabili esclusivamente dai registri (estratti).
D’altra parte l’unico dipendente in servizio ha diritto alle ferie alla luce anche del fatto che ha già maturato almeno 60 giorni di riposo. Non c’è nemmeno un sostituto, perché nessuno dei dipendenti comunali di Crotone ha inteso dare la disponibilità a lavorare presso la delegazione municipale. La gente del quartiere non è contenta della situazione che si è venuta a creare, anche perché il disagio della chiusura degli uffici comunali non è l’unico che sono chiamati a sopportare. Nel quartiere, infatti, spesso manca l’acqua e i cittadini sono convinti che il prezioso liquido manchi più spesso rispetto agli altri quartieri. Le strade di Papanice, anche quelle centrali, richiamano alla mente quelle di Beirut, dilaniata dalle bombe. Non si effettuano interventi di bitumazione totale da anni. Nel recente passato, l’amministrazione comunale in carica ha solo provveduto a tamponare qualche falla. Nulla di più.
Non va meglio nemmeno il rapporto con la Provincia pitagorica, titolare della strada provinciale 52, che collega il quartiere con la città. La situazione di questa strada è indescrivibile e ogni giorno chi è costretto a percorrerla rischia la propria incolumità. I numerosi migranti quando sono nelle terre in cui lavorano sognano di tornare al borgo natio per rilassarsi e godere della vicinanza di parenti ed amici. Dopo qualche giorno di permanenza, però, non vedono l’ora di tornarsene nei luoghi di provenienza perché sono troppi i disagi con cui devono fare i conti. Molti sono i cittadini che si dicono stanchi di questa situazione e temono di avere l’attenzione degli amministrazioni e della politica solo quando ci sono le elezioni. (redazione@corrierecal.it)