COSENZA Fratelli d’Italia, chiamato alla sfida decisiva, vuole farsi trovare pronto. L’obiettivo è governare il Paese, ma anche recuperare terreno nei confronti delle altre forze politiche in Calabria e questo Giorgia Meloni lo sa bene. Ecco perché la presidente di FdI ha scelto la centralissima piazza Kennedy a Cosenza, per il primo e unico comizio pubblico calabrese. Circa 4mila i sostenitori che hanno accolto Meloni. Nel retropalco presenti i big di Fdi, la parlamentare uscente Wanda Ferro, gli assessori regionali Fausto Orsomarso e Filippo Pietropaolo, il sindaco di Locri Giovanni Calabrese, ed ancora Giuseppe Neri ed Ernesto Rapani.
«Il declino non è un destino ma una scelta. Noi amiamo le sfide difficili, ci dicevamo che eravamo spacciati, cancellati dai radar della politica. E invece – dice Giorgia Meloni – siamo vivi e vegeti ma siamo stimati come il primo partito alle prossime elezioni. In Calabria veniamo sempre con piacere».
«Abbiamo avuto ministri come Di Maio, Toninelli, Azzolina e Speranza. Noi abbiamo una classe dirigente capace di fare meglio».
«Il debito pubblico – sottolinea – è cresciuto di 116 miliardi, abbiamo tra i salari più bassi d’Europa, non sappiamo se la pandemia è stata sconfitta, i prezzi delle materie prime sono alle stelle. Ci sono molte cose che si possono fare per cambiare le cose. Non avrebbero dovuto silenziarci ma ascoltarci. Ad esempio, l’Europa è esposta perché ha scelto di dipendere da altre nazioni e per questo oggi non abbiamo energia. Ci danno dei sovranisti e antieuropeisti ma ora vi spiego perché non si mette il tetto al prezzo del gas. L’Olanda si oppone perché ha in casa la borsa dell’energia, l’altra è la Germania, economicamente solida. In un momento nel quale l’energia scarseggia i tedeschi possono acquistare al prezzo più alto, mentre bisognerebbe stabilire un tetto al prezzo per competere sul mercato. Io voglio difendere gli interessi della nazione e sulle bollette una cosa da fare è separare il costo del gas da quello dell’energia elettrica».
La leader di Fdi si sofferma poi sul tema del lavoro. Sulle pensioni, dice «un pensionato minimo prende 500, euro e non è concepibile». Ma dobbiamo «ricominciare a fare figli grazie al sostegno dello Stato e asili che funzionino». Sui giovani, l’affondo è dedicato al reddito di cittadinanza. «Per quanto tempo possiamo sovvenzionare il reddito di cittadinanza? Quando non avremo più soldi da offrire, renderemo più poveri i nostri giovani. Io non voglio lasciare indietro nessuno, uno Stato giusto propone assistenza a chi non è un grado di lavorare, costruendo le condizioni per offrire un futuro e un salario decente».
«Noi – aggiunge – immaginiamo priorità di sviluppo, come l’economia blu. In Calabria, ad esempio, il tema portuale è forte». E poi occorre «tutelare il marchio, come è necessario fare per i prodotti di eccellenza calabresi. Quello italiano è il terzo marchio più forte al mondo. Tutti vogliono comprare i nostri prodotti, ma chi ha governato ha svenduto il made in Italy».
Meloni lancia la proposta: «Possiamo costruire una piattaforma con i prodotti italiani, tutelando i nostri marchi e favorendo il made in Italy». Secondo la presidente di Fdi «abbiamo un problema di formazione dei giovani. Non riusciamo a mettere in relazione il mercato del lavoro con quello che è stato insegnato. Vorrei proporre un liceo del made in Italy».
Meloni poi tocca i temi caldi come sicurezza, sanità e immigrazione. «La sanità si gestisce, ad esempio, con la verifica triennale dei dg e primari degli ospedali e con l’abolizione del numero chiuso per la facoltà di medicina».
Immigrazione fa rima con sicurezza. «Mi danno della razzista, ma sono convinta che gli scafisti vadano combattuti perché sfruttano gente disperata. Immigrazione e diritto di asilo sono tutelati da norme diverse. Abbiamo sempre garantito l’accoglienza, come abbiamo fatto con gli ucraini che scappavano dalla guerra. È una storia un po’ diversa dai barconi stipati con a bordo uomini in età da lavoro».
«L’immigrazione di massa – aggiunge –favorisce l’abbassamento delle tutele e dei diritti dei lavoratori onesti».
Giorgia Meloni chiude il comizio tornando sul tema del lavoro. «C’è un modo solo per creare lavoro, abbassarne il costo. I salari sono da fame perché la tassazione è al 45%, lo si può abbassare con mille misure, ad esempio con la decontribuzione sud sfruttando i fondi europei. E sicuramente con maggiori investimenti, favorendo chi vuole assumere. Più assumi meno tasse paghi, questa è la formula corretta».
L’ultimo messaggio è dedicato al ministro degli Esteri, Di Maio, ed al prossimo governo. «Non è normale che un rappresentante delle istituzioni italiane screditi il Paese all’estero». «Io sono pronta, FdI è pronta. Voi siete pronti? Questa nazione è pronta?». «Andate a votare, non voltatevi dall’altra parte e non votate per protesta. Lo Stato è siete voi». (redazione@corrierecal.it)
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