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L’analisi

Piccoli Comuni, motore (dimenticato) di sviluppo della Calabria

Quasi 6 imprese su 10 risiedono nei centri con meno di 20mila abitanti. Producendo occupazione e Pil. Ma restano presidi ancora sguarniti

Pubblicato il: 30/08/2022 – 7:00
di Roberto De Santo
Piccoli Comuni, motore (dimenticato) di sviluppo della Calabria

CATANZARO Sono il vero motore economico della regione, ma spesso devono fronteggiare da soli le tante esigenze che derivano da cittadini e dal mondo delle imprese e delle associazioni. Una galassia di aziende costituita da fabbriche, uffici, botteghe e negozi che svolgono attività, producono e creano occupazione contribuendo alla ricchezza dell’intera regione.
Realtà produttive che hanno in gran parte sede in piccoli centri del territorio calabrese. Si tratta per lo più di comuni con meno di ventimila abitanti. Borghi che raccolgono il maggior numero di imprese private ed in cui si produce una quota significativa del valore aggiunto calabrese, garantendo una fetta consistente di posti di lavoro.
In questi comuni si concentra quasi il 60% delle imprese impegnate nel settore dell’industria e dei servizi che operano nella regione.
Una percentuale di gran lunga superiore alla media nazionale che si ferma al 41% e che rappresenta così l’ossatura dell’intero sistema produttivo della Calabria.
A definire la portata del ruolo che svolgono questi territori come humus della costellazione delle imprese calabresi, ci ha pensato l’Ufficio studi della Cgia di Mestre che ha condotto un lavoro per conto dell’Associazione per la sussidiarietà e la modernizzazione degli Enti locali. Un report da cui emerge, appunto, quanta parte della ricchezza e dell’occupazione prodotta in Calabria provenga da queste piccole realtà territoriali. Un dato in linea con il resto del Paese ma che per la portata pone la Calabria ai primissimi posti in Italia. Dimostrando così, come per la regione sia fondamentale questa quota parte del proprio territorio e conseguentemente sia strategico garantire servizi ed assistenza ai piccoli comuni.

Sei aziende su dieci nei piccoli centri

Scendendo nel dettaglio della ricerca condotta dall’ Associazione artigiani e piccole imprese Mestre, risulta che il 59% delle imprese ha sede in comuni con una popolazione al di sotto dei ventimila residenti. Una percentuale che proietta la Calabria al quinto posto, preceduta da due regioni piccolissime come la Valle d’Aosta (prima) e la Basilicata (seconda), nonché da Trentino e Friuli.
Se a questi si aggiunge anche il numero di imprese che hanno sede in Comuni entro i 60mila abitanti, il dato che emerge è ancora più significativo: quasi sette realtà produttive su dieci lavorano in questi centri.

Oltre la metà dei posti di lavoro

Conseguentemente anche l’occupazione e la produzione di ricchezza si concentrano in queste aree.
Stando alle elaborazioni degli analisti della Cgia, ben oltre la metà dei posti di lavoro dei due settori si racchiude nei comuni con una popolazione inferiore ai ventimila abitanti. Percentuale che sale poi a 64 punti se vengono contemplati i comuni fino a 60mila residenti. Dati anch’essi al di sopra della media nazionale.

Ricchezza prodotta: il 47% nei comuni minori


L’ultimo elemento valutato dalla ricerca è legato al valore aggiunto che le imprese creano nelle regioni.
Ebbene anche in questo caso risulta, che la parte più significativa della ricchezza prodotta in Calabria proviene da queste realtà.
Quasi la metà, per l’esattezza il 47% del valore aggiunto dell’intero sistema produttivo calabrese, deriva da aziende che risiedono in questi piccoli centri. Una percentuale che sale al 59% se vengono ricomprese anche le imprese del comparto dell’industria e dei servizi che operano in comuni con popolazione inferiore ai 60mila abitanti.
Dati e numeri che dovrebbero far comprendere a politica ed istituzioni, quanta attenzione necessiterebbero questi Comuni. Enti locali che, viceversa spesso per difficoltà di bilancio e riduzione del personale, non riescono a garantire tutti quei servizi necessari al tessuto imprenditoriale e quelle risposte indispensabili alle richieste del mondo produttivo. (r.desanto@corrierecal.it)

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