LOCRI A Locri sono iniziati e vanno avanti i lavori di ristrutturazione, riqualificazione e ampliamento del cimitero cittadino. Un progetto avviato per «restituire dignità e decoro alla città di Locri e ai suoi defunti». Fa così il punto della situazione, nel corso di una conferenza stampa, il sindaco Giovanni Calabrese. Non sono poche le polemiche sorte dopo l’avvio di alcuni lavori presso il cimitero cittadino. «Ho ritenuto importante – spiega Calabrese – chiarire i dubbi di alcuni cittadini che non avevano capito cosa stessimo facendo. La procedura che stiamo seguendo è a nostro avviso regolare ed è negli interessi dei cittadini e non di altri».
È una storia di estremo degrado, quella del cimitero di Locri, che si intreccia con gli interessi mafiosi che non guardano in faccia nessuno, nemmeno i defunti e i loro cari. Per decenni, infatti, il cimitero cittadino è stato sotto l’egemonia dei clan. Nell’agosto 2019 l’inchiesta “Riscatto” della Dda di Reggio Calabria aveva permesso di ricostruire l’operatività di gruppi criminali riconducibili alla cosca Cordì per estorsioni e per il monopolio sul cimitero locrese. Un’inchiesta che ha portato alla condanna in primo grado di 9 persone da parte del Tribunale di Locri. Dall’organizzazione dei funerali alla vendita dei fiori, passando per le attività edili sulle tombe fino al trasporto dei defunti: secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, gli indagati avrebbero gestito con modalità illecite tutte le attività legate ai servizi funebri del cimitero locrese.
I lavori sono stati affidati alla Società cooperativa messinese Caes. «Attraverso la procedura del project financing – afferma Calabrese – abbiamo oggi un gestore che segue le problematiche del cimitero relativamente alla ristrutturazione, riqualificazione ed ampliamento. Si è resa necessaria la realizzazione di nuovi loculi anche per evitare che in mancanza di spazi ci trovassimo in condizioni di non poter dare una degna sepoltura ad alcuni cittadini».
All’interno del cimitero, oltre ad essere stati trovati loculi abusivi o difformi, molti dei quali distrutti, è stato rivenuto anche un “campo croci”. A creare maggiori polemiche, infatti, i lavori in un punto del cimitero dove si trovano seppelliti da diversi decenni i resti di persone indicati con delle croci, ma senza un nome. «Abbiamo verificato cosa ci fosse con le giuste procedure, – spiega Calabrese – e dunque realizzeremo nuovi loculi». «Vogliamo ripristinare nel cimitero di Locri – ha concluso il primo cittadino – una normalità che è mancata per oltre quarant’anni».
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