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riscatto culturale

Una biblioteca per gli studenti di Locri in una villa confiscata alla ‘ndrangheta

L’immobile è nella via intitolata a Francesco Panzera, il docente ucciso nel 1982 per essersi opposto allo spaccio di droga a scuola

Pubblicato il: 12/09/2022 – 8:21
di Mariateresa Ripolo
Una biblioteca per gli studenti di Locri in una villa confiscata alla ‘ndrangheta

LOCRI L’idea è quella di trasformare l’enorme villa di un esponente della ‘ndrangheta di Locri in un presidio culturale che potrà essere utile alla formazione dei giovani della città. L’edificio, che l’amministrazione comunale ha intenzione di far diventare una biblioteca, apparteneva a Leonardo Salvatore Guastella, ritenuto intraneo alla cosca Cordì e, in particolare, vicinissimo al defunto boss Antonio Cordì, considerato il capo dell’omonimo clan di Locri.

Un presidio culturale a servizio dei giovani

La villa sorge a pochissimi passi dal liceo scientifico “Zaleuco” di Locri e a poca distanza anche dal liceo “Mazzini”, ma soprattutto in una via dal grandissimo valore simbolico. «La Giunta ha aderito alla manifestazione di interesse dell’Agenzia dei beni confiscati su un bene confiscato alla criminalità organizzata di Locri», afferma ai nostri microfoni il sindaco Giovanni Calabrese. «Nelle scorse settimane – spiega il primo cittadino – l’Agenzia ha assegnato questo bene, in via definitiva, al Comune di Locri. L’idea è quella di utilizzare questo immobile a servizio del liceo scientifico realizzando una biblioteca, un presidio culturale a servizio dei giovani studenti».

Il Liceo Scientifico Statale “Zaleuco” di Locri

Francesco Panzera e la lotta contro “i venditori di morte”

L’immobile confiscato, così come il liceo scientifico, è situato inoltre nella via intitolata a Francesco Panzera, il docente di matematica e vicepreside del liceo scientifico “Zaleuco” ucciso il 10 dicembre del 1982.

Una storia rimasta ancora oggi con numerosi punti interrogativi: Panzera, infatti, fu ucciso davanti al portone della propria abitazione raggiunto da otto proiettili, ma i suoi assassini sono sempre rimasti senza un volto e un nome. Una pista però, è sempre rimasta aperta. A volersi vendicare del professore, che amava profondamente i propri studenti, c’era infatti chi gestiva il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti in città. Panzera, infatti, prima del suo assassinio aveva iniziato a lanciare appelli per far allontanare i giovani dal grande pericolo rappresentato dall’utilizzo di droghe, condannando fermamente chi aveva introdotto quel giro nelle scuole: la criminalità organizzata. Impegno e coraggio, uniti alla profonda dedizione per il proprio lavoro, che il docente pagò con la vita. «La via in cui questo presidio culturale sorgerà – afferma il sindaco Calabrese –  è quella intitolata a un cittadino e docente di Locri, Francesco Panzera, ucciso 40 anni fa dalla criminalità organizzata. Un presidio, dunque, che ha una valenza doppia proprio per il posto dove è collocato».

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