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«Dieci anni fa la scoperta della Casa del Drago»

Vi proponiamo il testo condiviso oggi su Facebook dall’archeologo Francesco A. Cuteri a 10 anni dalla scoperta, a Monasterace Marina, del mosaico raffigurante il drago. Dieci anni fa, esattamen…

Pubblicato il: 20/09/2022 – 18:48
di Francesco A. Cuteri
«Dieci anni fa la scoperta della Casa del Drago»

Vi proponiamo il testo condiviso oggi su Facebook dall’archeologo Francesco A. Cuteri a 10 anni dalla scoperta, a Monasterace Marina, del mosaico raffigurante il drago.

Dieci anni fa, esattamente il 20 settembre del 2012, scoprivamo a Monasterace Marina, tra le mura delle terme ellenistiche, il mosaico raffigurante il drago. Col tempo avrebbero fatto capolino le altre figure e gli altri ornamenti. Per ricordare quei momenti, vi ripropongo quanto scritto poco dopo la scoperta, con l’augurio che tempi migliori possano avvolgere noi e quel luogo incantato.

“Non avrei mai immaginato che l’incontro con un “mostro” marino potesse essere così piacevole. Lavoravamo oramai da quattro settimane nel grande ambiente quadrangolare posto al centro della complessa struttura termale portata alla luce negli anni precedenti: Casa Matta. L’intento era quello di definire in maniera più dettagliata la complessa articolazione del vano il cui perimetro, di metri 7 x 7 circa, era stato già definito tre anni prima. Nei giorni precedenti la scoperta dei mosaici lo scavo aveva interessato una lunga struttura rettangolare, posta nella parte più occidentale dell’ambiente, che per la presenza di un rivestimento in malta ed i confronti con quanto rinvenuto in Sicilia, nelle terme ellenistiche di Morgantina, avevamo interpretato come una piscina in cui era possibile immergersi in acqua riscaldata artificialmente. Mentre la grande vasca prendeva forma, con il raggiungimento del suo fondo leggermente concavo ed il rinvenimento di parti di bacini lustrali e vasche da bagno in terracotta, nel settore adiacente si scavava con lentezza e delicatezza il monumentale crollo della copertura, probabilmente voltata, composto da grandi elementi in pietra e in laterizio leggermente arcuati e ricoperti da uno spesso strato di intonaco bianco o rosso. La presenza di panche in muratura intonacate, simili a quelle già rinvenute in altri ambienti dell’intero complesso termale, lasciava intuire che il pavimento doveva trovarsi oramai pochi centimetri sotto i nostri piedi. Ci aspettavamo di trovare una pavimentazione realizzata, come nel caso degli ambienti già messi in luce, in malta idraulica accuratamente lisciate e decorata sommariamente tramite l’inserimento di qualche piccolo tassello in pietra, ma così non è stato. Infatti, subito al di sotto di un sottile strato di terreno più scuro, quasi al centro della stanza, sono comparse, disposte una accanto all’altra e in maniera apparentemente disordinata, alcune tessere di mosaico.
A partire da quell’istante, tra la gioia di tutti, i movimenti effettuati con i piccoli attrezzi da scavo sono sembrate infinite carezza. Il mosaico ha preso lentamente forma nella sua estensione, ma lo strato scuro e quello di calcare che ricoprivano i minuscoli tasselli non hanno permesso una immediata valutazione dei decori e così, col sopraggiungere del buio, marcato dall’accensione del faro di Punta Stilo, ogni approfondimento è stato rimandato al giorno successivo.
La mattina seguente, tra il continuo stupore mio e di quanti mi aiutavano nello scavo, il pavimento prendeva forma mostrandosi come un tappeto riccamente decorato: all’ingresso della stanza compariva un rosone con foglie in bianco e bruno; poco oltre una probabile coda; al centro dell’ambiente tanti riquadri con decori floreali; ai lati pannelli rettangolari dai decori non ancora compiutamente definibili.
Ma la sorpresa più grande si è avuta quando, ripulendo le tessere che componevano la figura posta presso il rosone, ha preso forma, prima con le sue spire e successivamente con la testa, un piccolo drago.
I colori e l’espressione enigmatica lo rendono dolce e la figura, nell’insieme, anche se l’immagine è speculare, ricorda il più grande drago scoperto alcuni decenni fa, sempre a Kaulonia, in una abitazione ellenistica: la Casa del Drago. La collocazione del drago in prossimità dell’ingresso rimanda probabilmente al ruolo di custode di quel bene e di quell’armonia che nella grande sala, detergendosi corpo e anima, gli uomini del passato volevano raggiungere.
Il piccolo “mostro” marino, che ogni giorno con garbo si ripresenta nella mia mente, ha rivisto la luce, dopo oltre duemila anni, solo per pochi giorni.Ora è nascosto sotto uno strato di teli e sabbia e ci chiede, senza lamentarsi, di poter tornare a scrutare le acque dello Jonio: azzurre come la sua anima”.

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