CATANZARO «La vittoria è politica: una scelta di buona amministrazione che ha un progetto alle spalle, e ha una consequenzialità che parte dalla vittoria alla Regione, che avremo al nostro fianco, è seguita dallo splendido risultato alle Politiche e ora dalla vittoria alla Provincia, che si inserirà in questo percorso di buon governo che il centrodestra vuole attuare. Per questo ci impegneremo tutti insieme per raggiungere risultati». Così all’atto della sua proclamazione oggi il neo presidente della Provincia di Catanzaro Amedeo Mormile ha tracciato la road map della sua amministrazione: l’obiettivo è creare una filiera virtuosa, cementata dalla comune matrice politica di centrodestra, tra Palazzo di Vetro, la Regione e ili governo nazionale per risollevare l’ente, a perenne rischio “default”, e per cancellare la “riformaccia” Delrio.
«Non ci sottrarremo alle difficoltà che abbiamo cercato e abbiamo voluto a livello politico, con questa proposta formulate portata avanti dal centrodestra», ha esordito Mormile nella sala Giunta di Palazzo di Vetro, affollata di dipendenti della Provincia: a celebrare il primo giorno di Mormile alla guida dell’ente, anche alcuni esponenti di spicco del centrodestra, il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, il primo “ultras” di Mormile, i consiglieri regionali Valeria Fedele e Francesco De Nisi, la già parlamentare Silvia Vono. «La Provincia – ha proseguito Mormile – è sempre stata un punto di riferimento per noi e vederla oggi mortificata non fa bene, anche perché in questo momento di criticità e di povertà istituzionale gestisce comunque delle competenze che sono determinanti, dalla viabilità all’edilizia scolastico, che potrebbero essere ulteriormente arricchite da un ulteriore processo devolutivo da parte della Regione Calabria verso l’ente intermedio. Questo è il percorso che seguiremo e cercheremo di farlo in modo assiduo e costante: non conosciamo altro modo di affrontare i problemi se non lavorarci costantemente, con l’aiuto di tutti, in sinergia, utilizzando tutte le risorse e tutte le possibilità che ci sono offerte di volta in volta».
Il neo presidente della Provincia ha analizzato anche sul piano politico l’esito del voto di ieri: «Non vorrei sembrare presuntuoso, ma contavamo in questo risultato, perché eravamo convinti – con i nostri rappresentanti istituzionali – di aver messo in campo una buona proposta, ma che non riguarda me. Qualunque altro sindaco sarebbe stata una buona scelta, poi la scelta è ricaduta su di me. Sapevamo di rappresentare non la solita proposta preconfezionata ma una proposta con contenuti, e questo messaggio è stato percepito, e il fatto di aver vinto in tutte e quattro le fasce con un ampio consenso alla proposta politica del centrodestra dimostra – ha osservato Mormile – che siamo riusciti a creare questo rapporto. Probabilmente dall’altra parte non c’erano gli stessi contenuti».
Ma ovviamente, al di là del risvolto politico di questa elezione di secondo grado, all’orizzonte c’è un impegno amministrativo che è particolarmente gravoso, per Mormile, chiamato a pilotare una Provincia in bilico, in piano di rientro e con il “crack” costantemente dietro l’angolo. Per questo Mormile si è soffermato «sullo spirito di servizio e di sacrificio, vedo molti dipendenti dell’ente, che stanno vivendo questo momento di difficoltà: abbiamo bisogno di voi come voi avete bisogno di noi, facciamolo insieme questo percorso con tutta la buona volontà di veneree fuori. Ci saranno difficoltà, situazioni che potranno essere ben digerite o mal digerite, ma l’obiettivo dev’essere quello dell’ente, di riportare di nuovo fiducia, di nuovo un senso istituzionale, di nuovo capacità di erogare servizi all’esterno». Ma c’è anche da parte del neo presidente della Provincia, la necessità di un sostegno dei livelli istituzionali superiori, soprattutto sul piano della gestione finanziaria dell’ente, che ovviamente è a rischio: «Saldo e stralcio assomiglia troppo a una trattativa privata, il pubblico deve muoversi su percorsi differenti, ma il senso è questo comunque. In questa direzione ci dobbiamo muovere, non è possibile fare diversamente. Abbiamo un disavanzo strutturale di parecchi milioni di euro, una pianta organica all’osso e al minimo storico, la spending review è stata già più che abbondantemente praticata e questo disavanzo oggi non potrà che essere colmato con ulteriori trasferimenti da parte del governo centrale. E questo passaggio – spiega Mormile – potrà essere risolto con la sinergia istituzionale con Regione e governo che perseguiremo con forza e siamo certi troverà ascolto».
Ma l’obiettivo è anche più generale. «Spero – ha concluso Mormile – che quanto prima il nuovo governo riveda la legge Delrio, riporti le Province al vecchio assetto istituzionale anche se questo dovrà significare magari nuove elezioni tra un anno. Ben venga, assolutamente ben venga. Progetti di legge ce ne sono tanti, spero di avere quanto prima contatti con l’Upi per capire quali proposte normative ci sono. Spero che per il governo uno dei primi temi sul tavolo sia quello del ruolo delle Province e del loro destino. Alle Province servono un ruolo istituzionale, competenze, avere con certezza risorse umane ed economiche e serve un’idea precisa di ciò che deve essere fatto». (c. a.)
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