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Il vecchio management della Reggina e il finto credito per pagare i debiti

Su cosa indaga la Procura di Bari. I pm informano la Figc su uno sponsor da 700mila euro. La nuova società: siamo tranquilli

Pubblicato il: 12/10/2022 – 17:39
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Il vecchio management della Reggina e il finto credito per pagare i debiti

BARI Un credito di imposta fittizio di oltre 700mila euro ceduto da un imprenditore alla Reggina calcio con il quale la società calcistica ha compensato, nell’aprile scorso, debiti tributari e previdenziali relativi al periodo 2016-2020. Una cessione di crediti proveniente – secondo l’accusa – da una maxi frode da 140 milioni compiuta a Bari con il “bonus facciate”, avvenuta a titolo di permuta, come pagamento di una sponsorizzazione, che molto probabilmente ha permesso alla società di iscriversi al campionato di serie B: per questo gli inquirenti baresi hanno segnalato i fatti alla Covisoc (Commissione di vigilanza sulle societa’ di calcio) della Figc per i provvedimenti di competenza.

L’inchiesta a Bari e i controlli a Reggio Calabria

C’e’ questo nell’indagine della Procura di Bari che ha ordinato alla Guardia di Finanza di perquisire la sede della Reggina 1914 srl per acquisire documenti utili alle indagini. I controlli hanno riguardato gli uffici della società di via delle Industrie, a Reggio Calabria, rappresentata legalmente da Paolo Castaldi, al momento non indagato, le autovetture e ogni altro luogo e pertinenza nella disponibilità della Reggina. Sono stati inoltre acquisiti i dati dei sistemi informativi e telematici, compresi i supporti di memoria dei cellulari per l’estrazione forense dei contenuti. Si è alla ricerca, insomma, delle prove sulla consapevolezza (finora non accertata) della Reggina ad accettare un credito fittizio.

L’imprenditore edile indagato per riciclaggio a Bari

L’attuale gestione della società si dice serena ed estranea ai fatti. Alla squadra calabrese i pm sono arrivati indagando su un imprenditore edile di Bari, Alessandro Trerotoli, di 49 anni, e sull’ex moglie, Lidia Lezzi, 48enne di Gallipoli (Lecce), indagati a vario titolo per riciclaggio e impiego di denaro di provenienza illecita. Per questi fatti oggi la Guardia di Finanza ha sottoposto a sequestro preventivo beni per 2,3 milioni della società di prodotti elettromedicali “Dalia srl” della Lezzi. Le indagini riguardano un presunto circuito illegale di compensazione di crediti d’imposta inesistenti che graviterebbe intorno alla figura di Trerotoli, destinatario, il 9 giugno scorso, di un sequestro di beni e di crediti di imposta per un valore di oltre 140 milioni legato ad una maxifrode del “bonus facciate”. Il presunto raggiro, compiuto fino al novembre 2021, sarebbe stato messo in piedi tramite la società “Unica srl” di Trerotoli con l’emissione di fatture per operazioni inesistenti relative a lavori edili sulle facciate di 116 immobili, in realtà mai eseguiti. I successivi approfondimenti avrebbero consentito di accertare che la ex moglie dell’imprenditore barese avrebbe ricevuto dal marito, sul suo conto corrente personale, bonifici provenienti anche dall’estero, frutto dalla monetizzazione di parte dei crediti inesistenti. Avrebbe poi impiegato il danaro nella sua societa’ di Lecce e, attraverso la Dalia, ordinato bonifici alla Reggina con la causale “sponsorizzazione/acconti”. Da qui la decisione degli inquirenti di compiere perquisizioni e sequestri di documenti nella società Dalia e nella Reggina.

La società: «Mai avuto rapporti con le persone indagate»

La società calcistica si dice tranquilla, spiega di non essere «in alcun modo coinvolta» di «non aver mai avuto nessun rapporto con i soggetti sotto inchiesta». Evidenzia che sono stati acquisiti dalla Gdf «alcuni documenti relativi alle precedenti gestioni» della Reggina 1914 in un’indagine di natura fiscale e che «non è stato acquisito né richiesto alcun documento riguardante l’attuale gestione o proprietà». Inoltre, a quanto apprende l’Ansa, Procura federale della Figc e procura della Repubblica di Bari sono già in contatto e dialogano sulle vicende che hanno portato in queste ore alla perquisizione nella sede della Reggina: la procura Figc aveva infatti aperto da settimane un’indagine sui bilanci del club calabrese, e la Covisoc era a conoscenza della situazione. (Ansa)

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