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L’inchiesta

Uccise migrante a Voghera, ex assessore rischia processo

Secondo la Procura Massimo Adriatici, agì con un «eccesso colposo di legittimo difesa»

Pubblicato il: 14/10/2022 – 7:18
Uccise migrante a Voghera, ex assessore rischia processo

PAVIA L’ex assessore leghista alla Sicurezza di Voghera (Pavia), l’avvocato Massimo Adriatici, agì con un eccesso colposo di legittimo difesa la sera del 20 luglio 2021 quando con un colpo di pistola uccise in piazza Youns El Bossettaoui, marocchino di 39 anni. Così hanno deciso i pm della Procura di Pavia, che hanno chiuso le indagini mantenendo per l’uomo l’accusa originaria, e che si apprestano a chiedere il rinvio a giudizio, nonostante i legali della vittima abbiano sempre cercato di dimostrare che fosse un omicidio volontario.
«Prendiamo atto con la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini come, all’esito di un articolato e sereno lavoro svolto dalla Procura, nonostante i tentativi di condizionamento con le farneticanti ipotesi prive di pregio giuridico sostenute da una parte della stampa, che la contestazione è quella di un eccesso colposo di legittima difesa». Ad affermarlo il legale di Adriatici, determinato a difenderlo in quanto «persona aggredita che si è difesa».

Le indagini

Secondo gli inquirenti, Adriatici fu aggredito dall’immigrato con una violenta manata al volto che lo fece cadere a terra e perdere gli occhiali. Fu costretto a difendersi «dal pericolo dell’offesa ingiusta provocata dall’aggressione in corso» da parte della vittima che chinandosi verso di lui stava per colpirlo di nuovo. Fu a quel punto che esplose il colpo d’arma da fuoco che uccise EL Bossettaoui.
Massimo Adriatici avrebbe fatto un errore di valutazione che lo avrebbe portato all’eccesso colposo di legittima difesa. Visto il suo passato da poliziotto, forse Adriatici avrebbe potuto più facilmente di altri comprendere il reale pericolo che correva. Quando il gip convalidò i suoi arresti domiciliari valutando la sua reazione sproporzionata rispetto all’offesa, infatti, scrisse che da un profilo professionale come il suo ci si aspettava una condotta «proporzionalmente inversa rispetto a quella tenuta». Il giudice inoltre sottolineò come l’abitudine dell’assessore di passeggiare tenendo in tasca o nella fondina con una pistola con il colpo in canna.

La difesa

Il legale dei famigliari della vittima ricorda invece che il reagire con le armi «deve essere l’unica via possibile» per difendersi, mentre El Bossettaoui fu ucciso «in una piazza, con intorno della gente che poteva intervenire». Vi sono altri elementi che gli avvocati dell’immigrato sono pronti a far valere «se vi sarà un processo», dal momento che, con questa ipotesi di reato, l’ex assessore potrebbe anche patteggiare.

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