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L’ANALISI

Lavoro, in Calabria dinamiche sempre in sofferenza: l’inattività ha «una dimensione patologica»

Report del Laboratorio del Dipartimento della Regione nell’ambito del programma Gol conferma i dati sostanzialmente negativi nel nostro territorio

Pubblicato il: 21/10/2022 – 10:08
Lavoro, in Calabria dinamiche sempre in sofferenza: l’inattività ha «una dimensione patologica»

CATANZARO «La crisi economica, indotta dalla pandemia da Covid-19, ha bruscamente interrotto la graduale ripresa occupazionale che, tra il 2016 e il 2019, aveva permesso di recuperare la marcata contrazione dell’occupazione avvenuta durante la recessione economica del periodo 2008-2013. A livello nazionale, tra il 2019 e il 2020, il numero di occupati è passato da 23,3 milioni a 22,9 milioni (-456mila; -2,0%). In Calabria, nello stesso periodo, il numero degli occupati passa da 550mila a 527mila (-23mila unità; – 4,3%)». È questa la “fotografia” scattata dal Laboratorio economico territoriale Politiche del Lavoro del Dipartimento del Lavoro della Regione, fotografia contenuta in un report effettuato nell’ambito del programma Gol.

Il divario tra il dato nazionale e quello regionale

«La dinamica seguita alla crisi sanitaria – si legge nel report – si inscrive in un quadro già segnato da un lieve calo registrato tra il 2018 e il 2019 (-535 unità; -0,1%)- Nel 2020 il 41,1% dei 15-64enni in Calabria risulta essere occupato. A livello nazionale il tasso di occupazione, per la stessa classe d’età si colloca al 58,1%. Il divario tra il dato nazionale e quello relativo alla Regione Calabria si riduce, tra il 2017 e il 2018,(da 17,1 a 16,4 punti percentuali). La tendenza si inverte tra il 2018 e il 2020: nel 2020 la differenza tra i due tassi è pari a 17 punti.Tra il 2019 e il 2020 – prosegue il Laboratorio del Dipartimento regionale Lavoro – si è assistito ad un drastico calo del numero delle persone in cerca di occupazione: in Italia il numero di disoccupati si è ridotto di 272mila unità, passando da 2,582 milioni a 2,310 milioni (-10,5%). In Calabria, nello stesso periodo, la contrazione è stata pari a 14mila unità (da 146 mila a 132mila disoccupati; -9,4%). Tale riduzione è verosimilmente riconducibile non tanto all’attenuazione dei fenomeni di disoccupazione quanto piuttosto alla scelta da parte di una consistente platea di lavoratori, durante la fase più acuta della crisi generata dalla pandemia, di interrompere la ricerca attiva di un lavoro e di rientrare quindi nella categoria dell’inattività». Diversa per il Laboratorio «è la prospettiva di analisi se si considera la variazione della platea delle persone in cerca di occupazione tra il 2018 ed il 2019 che evidenzia, invece, come prima del fenomeno pandemico la dinamica del mercato del lavoro fosse sostanzialmente positiva, dato confermato anche dalla riduzione congiunta del numero di persone in cerca di lavoro e della inattività. Nel complesso, comunque, anche considerando il 2019 come anno di riferimento, il tasso di disoccupazione in Calabria era pari al 21% della popolazione con più di 15 anni, tre punti percentuali in più rispetto alle regioni del Mezzogiorno e 11 punti in più rispetto al valore nazionale. Come osservato in precedenza, tra il 2019 ed il 2020 si è registrata una contemporanea contrazione sia dei livelli occupazionali sia dello stock dei disoccupati. I due fenomeni hanno ovviamente genesi diverse ma sono entrambi riconducibili agli effetti della pandemia. La diminuzione degli occupati è ascrivibile, in parte consistente, alla interruzione dei rapporti di lavoro in alcuni importanti settori economici (nonostante il blocco dei licenziamenti che ne ha fortemente mitigato gli effetti) mentre la diminuzione dei disoccupati è connessa – come si è detto – alla interruzione della ricerca attiva di lavoro da parte di una frazione rilevante dei disoccupati. Tale comportamento ha interessato tutto il Paese».

Inattività in Calabria a livelli record

Il report quindi specifica: «Del resto, anche le difficoltà legate alla mobilità e alle chiusure dei servizi educativi, con conseguente aumento dei carichi familiari, hanno inevitabilmente aumentato la sfiducia e spinto verso l’abbandono di una ricerca attiva con conseguente calo delle forze di lavoro tra il 2019 ed il 2020 in Calabria di 37mila unità», osserva il Laboratorio del Dipartimento Lavoro ribadendo comunque «la dimensione patologica del fenomeno della inattività nel suo complesso che colloca la Calabria sistematicamente al di sopra del tasso di inattività del Mezzogiorno e di oltre il 12% rispetto al dato nazionale». La conclusione: per gli estensori del report «il tema della ricostruzione di un clima di fiducia anche nella ricerca attiva del lavoro se nel Paese è cruciale lo è a maggior ragione in una regione storicamente condizionata da una bassa partecipazione al lavoro e rappresenta un aspetto peculiare delle strategie che la Regione intende attuare nel processo di rilancio delle politiche attive del lavoro». (redazione@corrierecal.it)

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