CATANZARO L’intento è quello di battere tutte le piste e non lasciare nulla di intentato. Per questa ragione l’avvocato della famiglia Corasoniti, Francesco Gigliotti, ha sollecitato una serie di indagini al pm Francesco Bordonali, titolare del fascicolo di indagine sulla morte di tre fratelli di 22, 16 e 12 anni nel rogo che nella notte tra sabato e domenica scorsi ha distrutto l’appartamento popolare di via Caduti 16 marzo, nel quartiere Pistoia di Catanzaro.
Tra le indagini sollecitate dal legale vi è – oltre a un’accurata ricerca di tracce organiche con il luminol – anche la ricerca di tutte le chiavi dell’appartamento, sia quella della porta di ingresso (trovata chiusa a chiave) che delle porte interne, alcune delle quali, si sarebbe appreso erano chiuse a chiave.
Anche l’analisi dei tabulati telefonici rientra tra le sollecitazioni dei legali per capire quali movimenti siano stati fatti prima dell’incendio, se sia stato chiesto aiuto e a chi.
C’è chi nel quartiere afferma che il rogo sia andato avanti per 40 minuti.
Tanti gli interrogativi ai quali i carabinieri della scientifica del comando provinciale di Catanzaro e i Vigili del fuoco devono trovare risposta.
Questa sera alle 20 verrà eseguita la tac sui corpi dei tre fratelli Saverio, che era affetto da autismo, Aldo e Mattia. Domani mattina si procederà, invece, con l’autopsia sui corpi delle povere vittime che non hanno trovato scampo nel corso del brutale incendio. I loro funerali si terranno venerdì alle 15 nella basilica dell’Immacolata. Funerali ai quali non potranno partecipare il padre Vitaliano Corasoniti e il figlio Antonello, 14 anni, ricoverati nel reparto di Rianimazione del Pugliese di Catanzaro, la madre Rita Mazzei e la figlia piccola Zaira Mara perché ricoverate rispettivamente a Bari e Napoli.
x
x