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L’emergenza

Altro tentato suicidio nelle carceri calabresi, 3 in 5 giorni

L’ultimo episodio si è registrato nel penitenziario di Vibo. La denuncia del sindacato Osapp: «Poco personale». Ed il Garante Muglia firma l’appello

Pubblicato il: 12/11/2022 – 13:42
Altro tentato suicidio nelle carceri calabresi, 3 in 5 giorni

VIBO VALENTIA La Polizia Penitenziaria salva la vita ad un altro detenuto. In cinque giorni sono già tre gli eventi e le vite salvate in Calabria. A darne notizia Sandrino Scalzo, segretario provinciale Osapp. Stamani, un detenuto di origine siciliane di 34 anni, ha tentato il suicidio mediante impiccagione e solo l’intervento della polizia penitenziaria ha evitato il dramma. «La prontezza dimostrata da parte della Polizia penitenziaria e all’alta professionalità degli infermieri e medici del carcere di Vibo – afferma Scalzo – si e potuto scongiurare il peggio nelle circostanze citate si e evitato il peggio. A Vibo, a fronte di una pianta organica di 246 unita ne sono assegnate circa 180 e le ultime assegnazioni risultano insufficienti a coprire la grave carenza che determina un disagio e stress psico fisico degli uomini e donne della Polizia Penitenziaria che nonostante tutto e per gli effetti di una linea di comando e dell’amministrazione locale efficientissima tiene sotto controllo, per quanto possibile, i disagi derivanti dalle citate limitatezze».
«La Calabria – afferma il segretario regionale Maurizio Policaro – è la regione con il numero più alto di ristretti con patologie psichiatriche. Se poi si considera anche la modalità di assegnazioni non proprio confacenti alle esigenze e le difficoltà territoriali, conseguenzialmente ricadono negativamente sul sistema già gravemente penalizzato». La segreteria generale Osapp, per voce del segretario generale aggiunto Pasquale Montesano, evidenzia «la necessità di specifici interventi sia per quanto riguarda le assegnazioni di soggetti psichiatrici sia per un immediato attenzionamento per la regione Calabria e nella circostanza per Vibo Valentia. Allora, ribadiamo e chiediamo al Ministro della Giustizia Carlo Nordio, e alla nuova compagine di Governo, di aprire immediatamente un tavolo di confronto permanente e dare consequenzialità agli annunci fatti per interventi immediati, pena maggiori e più gravi conseguenze».

Il garante dei diritti dei detenuti firma l’appello al ministro

Il Garante regionale dei diritti dei detenuti e delle persone private della libertà personale della Calabria, Luca Muglia, ha condiviso, firmato e rilanciato l’appello sottoscritto da diverse personalità relativamente all’esorbitante numero di suicidi registrati in carcere dall’inizio dell’anno: ben 75 in 10 mesi. È quanto si legge in una nota. L’appello, lanciato da Il Dubbio e rivolto alle istituzioni, è scritto nella nota, «alla politica e agli intellettuali, individua obiettivi precisi. Ricorrere al carcere come extrema ratio, garantire spazi e contesti umani che rispettino la dignità e i diritti, moltiplicare le pene alternative, garantire al cittadino detenuto la possibilità di iniziare un reale percorso di inclusione nella comunità. Tra i primi firmatari della petizione Roberto Saviano, Gherardo Colombo, Luigi Manconi, Giovanni Fiandaca, Massimo Cacciari, Fiammetta Borsellino, Mattia Feltri, Francesca Scopelliti, Rita Bernardini».
Nell’appello, prosegue la nota, «si suggeriscono cinque vie d’uscita: aumento delle telefonate per i detenuti, previa modifica del regolamento penitenziario del 2000 secondo cui ogni detenuto (esclusi quelli che non possono comunicare con l’esterno) ha diritto a una sola telefonata a settimana, per un massimo di dieci minuti; innalzamento a 75 giorni a semestre per la liberazione anticipata rispetto ai 45 attuali; creazione di spazi da dedicare ai familiari che vogliono rimanere in contatto con i propri cari reclusi per valorizzare l’affettività; aumento del personale per la salute psicofisica, attesa la grave carenza di psichiatri e psicologi in tutti gli istituti; attuazione immediata di quella parte della riforma Cartabia che contempla la valorizzazione della giustizia riparativa e, nel contempo, rivitalizza le sanzioni sostitutive delle pene detentive».
Il garante Luca Muglia, «nel lanciare l’allarme e ribadire la necessità di un intervento immediato, ha evidenziato che nell’ultima settimana all’interno delle carceri calabresi si sono verificati diversi episodi di autolesionismo, uno dei quali con un tragico epilogo».

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