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La protesta

Sei mensilità arretrate, in piazza con i lavoratori del Consorzio di Bonifica di Trebisacce anche il vescovo di Cassano

I manifestanti da oltre un mese reclamano il pagamento degli stipendi. I sindacati: «Ancora nessuna risposta alle richieste avanzate»

Pubblicato il: 14/11/2022 – 12:10
Sei mensilità arretrate, in piazza con i lavoratori del Consorzio di Bonifica di Trebisacce anche il vescovo di Cassano

TREBISACCE Cresce la protesta, che va avanti da più di un mese, dei lavoratori del Consorzio di Bonifica di Trebisacce che vantano il pagamento di ben sei mensilità. Alcuni di loro nei giorni scorsi, per richiamare l’attenzione sulla vertenza, erano saliti sul tetto della sede del Consorzio scendendo solo dopo l’intervento del vescovo di Cassano allo Ionio mons. Francesco Savino. Da allora si era ottenuto un incontro con il Prefetto che, però, non ha sortito gli effetti sperati. Da qui l’inasprimento della protesta che ha portato i lavoratori a scendere in piazza alla presenza oltre che dei loro rappresentanti sindacali e del vescovo Savino che si è schierato ancora una volta al loro fianco, anche dei sindaci del territorio e degli studenti delle scuole superiori. «I sindacati Flai Cgil- Fai Cisl- Filbi Uil – è detto in una nota unitaria – a seguito dell’incontro fallimentare tenutosi presso la Prefettura di Cosenza per la risoluzione della vertenza che oramai va avanti per più di un mese riferita ai pagamenti delle mensilità a tutti i lavoratori dipendenti del Consorzio di Bonifica dei Bacini Ionici del Cosentino di Trebisacce, hanno deciso la prosecuzione della mobilitazione con una manifestazione pubblica per “Dignità – Salario – Diritti” a sostegno della vertenza dei lavoratori del Consorzio di bonifica». I rappresentanti sindacali lamentano, infatti, di «non avere avuto nessuna risposta concreta. Abbiamo chiesto, per l’ennesima volta, al Consorzio di bonifica, un’assunzione di responsabilità per uscire da questa mortificazione che sono costretti a subire tanti padri e madri di famiglia. Non si può chiedere ai lavoratori di lavorare gratis garantendo un servizio pubblico».

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