REGGIO CALABRIA Sono richieste di pena pesanti quelle del pm nel processo scaturito dall’operazione Crypto e in corso di svolgimento al Tribunale di Reggio Calabria. L’operazione, condotta dalla Dda di Reggio Calabria, ha messo nel mirino il traffico di droga dal Reggino al Cosentino. Coinvolte 57 persone accusate, a vario titolo, di avere un ruolo nel narcotraffico tra le due province. Al vertice della gang, in provincia di Cosenza, sarebbero stati Francesco Suriano (difeso dall’avvocato Furfaro) e Roberto Porcaro (difeso dall’avvocato Luca Acciardi) e considerato, nella recente inchiesta Reset, boss reggente di Cosenza durante la carcerazione del “capo” Francesco Patitucci. Per entrambi la Dda ha chiesto una condanna a 20 anni di reclusione. Per i membri dei clan reggini accusati di essere i fornitori delle sostanze stupefacenti sono state chieste pene tra i 10 e i 14 anni di carcere.
Tra le richieste di condanna più alte Giuseppe Battaglia, 13 anni e 4 mesi di reclusione; Giuseppe Cacciola, 20 anni di reclusione; Francesco Cambria, 20 anni di reclusione; Domenico Certo, 20 anni di reclusione; Nicola Certo, 20 anni di reclusione; Alessio Martello, 11 anni e 4 mesi di reclusione; Stefano Montano, 11 anni e 4 mesi di reclusione; Giampiero Pati, 13 anni e 4 mesi di reclusione; William Pati, 11 anni e 8 mesi di reclusione; Santa Pitarà, 12 anni di reclusione; Bruno Pronestì, 20 anni di reclusione; Vincenzo Raso, 20 anni di reclusione; Alessandro Talarico, 11 anni e 4 mesi di reclusione; Giuseppe Trombetta, 11 anni e 4 mesi di reclusione; Gianfranco Viola, 14 anni e 8 mesi di reclusione. Chiesta l’assoluzione per Rosario Zagami. (redazione@corrierecal.it)
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