COSENZA Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha smontato la legge di Bilancio del Governo Meloni, individuando tre incognite. Come riporta il Foglio, per il numero uno degli industriali «la prima incognita è il tempo, la sua durata», la seconda è politica: «è una manovra fatta per accontentare le diverse anime della maggioranza», sostiene. Infine, il terzo nodo, «manca di visione sulla lotta alla povertà, ma anche su occupabilità e produttività».
Questa mattina, ha partecipato all’assemblea dei soci di Confindustria Cosenza il vicepresidente di Confindustria Emanuele Orsini. Al Corriere della Calabria, si è soffermato sull’analisi della manovra. «Il Centro Studi di Confindustria, ha analizzato che nel 2021 abbiamo avuto il 17% degli investimenti, nel 2022 il 10% e nel 2023 gli investimenti caleranno al 3%», sostiene Orsini. «Non vedere all’interno della manovra la quota sugli investimenti un po’ ci preoccupa, serve che siano centrali. Penso a Industria 4.0, al credito Sud, e mi chiedo come mai non sia stato messo denaro nelle Zes nonostante siano partite», continua. «Al Nord la produzione è quasi satura – aggiunge – e allora dobbiamo far sì che il Sud possa essere parte importante del motore della produzione».
La speranza per il vicepresidente Orsini è che qualcosa possa cambiare con il “Milleproroghe”. «Spero che nel “Milleproroghe” ci siano misure inerenti agli investimenti e abbiamo la necessità di misure più organiche. La manovra era abbastanza annunciata, e la coperta è sempre corta basti pensare alla diversità di vedute rispetto alle nostre richieste in relazione al cuneo fiscale. Noi siamo qui a Cosenza per dimostrare la vicinanza agli imprenditori e per capire le loro necessità. Non possiamo scordarci di questo pezzo di Paese», sottolinea ancora Orsini. Che poi si sofferma sul Pnrr. «Sul Piano nazionale di ripresa e resilienza abbiamo bisogno che vengano messe a terra le risorse perché dobbiamo sostenere un grande rilancio in tutto il Paese, l’obiettivo è avvicinare il Nord e il Sud, dico sempre che non ci può essere un’Italia A e una B se vogliamo essere competitivi in Europa e in tutto il Mondo. Quindi abbiamo bisogno che questo Paese sia unito», sostiene Orsini.
Nella chiosa, il vice presidente di Confindustria, tende una mano al Governo Meloni dopo le bacchettate di Carlo Bonomi e invoca un dialogo con gli industriali. «E’ ovvio che forse non si potesse fare di più nella spesa pubblica in un solo mese, però ora bisogna pensare effettivamente al futuro e siamo consapevoli che la spesa pubblica è oltre 1.000 miliardi di euro e quindi sarebbe opportuno risparmiare il 5% che vale 50 miliardi. Questa sarebbe una grande risposta alle necessità del Paese». Quali le priorità? «Sicuramente il cuneo fiscale che deve essere reso strutturale e poi la quota degli investimenti: industria 4.0 e gli interventi al Sud rendendo produttive le Zes. Senza dimenticare il credito di imposta».
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