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Cgil Area Vasta, il secondo congresso rielegge Scalese segretario generale

Larghissima maggioranza per l’uscente, che nella sua relazione punta su sanità, lavoro e infrastrutture. Tanti gli interventi al dibattito

Pubblicato il: 20/12/2022 – 20:30
Cgil Area Vasta, il secondo congresso rielegge Scalese segretario generale

CATANZARO Il segretario generale uscente, Enzo Scalese, è stato rieletto con una larghissima maggioranza alla guida della Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo nel corso del II congresso che si è celebrato questa mattina nel teatro della Fondazione Terina, a Lamezia Terme. A votarlo, al termine dei lavori e degli adempimenti congressuali l’assemblea generale di 90 componenti, compresi i 68 del Comitato direttivo. A proporre la candidatura di Scalese alla guida della segreteria generale, a nome dei centri regolatori, è stato il segretario regionale della Cgil, Angelo Sposato. Sono state 200 le assemblee alle quali hanno partecipato 13.399 iscritti ed iscritte, numeri che testimoniano come – nonostante la crisi economica e pandemica di questi ultimi anni – la Cgil Area Vasta abbia mantenuto una significativa rappresentanza sociale nel territorio con i suoi 44.236 iscritti nel 2021 di cui 24.379 iscritti trai lavoratori attivi, e tra i settori caratterizzati da precarietà e discontinuità contrattuale.

 La relazione di Scalese

Tanti i punti toccati dal segretario generale Enzo Scalese nella lunga e articolata relazione: dalle politiche di genere, alla crisi economica in atto; dalla Guerra in Ucraina ad un rinnovato impegno antifascista, senza dimenticare temi sempre attuali come la “questione morale”, la legalità, il “no” all’autonomia differenziata, la vicinanza agli amministratori, ai sindacalisti e a quanti combattono ogni giorno contro la prepotenza criminale. Lavoro, infrastrutture, sanità tra i punti più sentiti.  “Si è cancellata la centralità e la cultura del lavoro – dice ancora Scalese – solo così si può ricostruire quella rappresentanza e partecipazione senza la quale si svilisce la democrazia. Bisogna porre fine alla precarietà che penalizza in particolare giovani, donne, in modo particolare nel Mezzogiorno. e che troppo spesso connota la condizione dei migranti. La lotta per la legalità nel lavoro significa battersi contro le mafie, le infiltrazioni mafiose nell’economia sana dei territori, il caporalato, il lavoro nero e grigio. Si deve parlare, quindi, di un nuovo Stato sociale”.  Sanità – “In questo contesto, metteremo in campo la nostra azione confederale basata su responsabilità e sostegno al mondo del lavoro e ai cittadini, per il rispetto, delle politiche contrattuali e delle rivendicazioni sociali e nella necessità di affermare l’esigibilità dei diritti di cittadinanza – ha detto ancora il segretario generale -. A partire dal diritto alla salute, che può realizzarsi esclusivamente nel S.S.N., il solo che risponde ai principi di universalità ed eguaglianza e che può rischiare di essere definitivamente compromesso dal nefasto progetto di autonomia differenziata”. Secondo Scalese, va anche “ricercata, con sollecitudine e perizia, ogni soluzione legislativa che guardi alla integrazione dell’Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” con l’Azienda Ospedaliera Universitaria “Mater Domini” e alla relativa costituzione dell’Azienda Ospedaliero Universitaria “Mater Domini – Pugliese Ciaccio” come una priorità per l’intera regione”. Lavoro – “Il lavoro è la sfida che vogliamo vincere e attraverso cui assicurare alle nuove generazioni un futuro migliore – dice ancora Scalese -. Lavoro dignitoso e regolare, di contrasto al fenomeno del caporalato, quello che siamo certi si possa creare mediante un grande piano che faccia della manutenzione del territorio, della mitigazione del rischio idrogeologico, della valorizzazione delle aree interne, della cultura e del paesaggio i pilastri fondanti della strategia di rilancio. Infrastrutture – “Attraverso le risorse individuate nelle priorità previste nella piattaforma unitaria sulla” Vertenza Calabria” va rivendicato con forza il completamento della S.S.106, sia del tratto Sibari-Crotone che di quello Catanzaro-Crotone – prosegue ancora Scalese nella relazione – potenziare l’aeroporto internazionale di Lamezia terme, scalo strategico della Calabria, supportato dagli scali complementari di Crotone e Reggio Calabria. Occorre velocizzare i lavori della ferrovia Jonica e dell’elettrificazione dell’intera tratta, per togliere dall’isolamento interi territori come l’area di Crotone, che potrebbe trarre beneficio dall’allungamento del Freccia Argento Roma-Sibari, occorre un collegamento diretto dell’aeroporto all’area di Germaneto e alla Cittadella Regionale, università, policlinico attraverso la linea metropolitana di superficie con riattivazione della linea ferroviaria esistente e della sua elettrificazione. Parimenti, bisogna dare un’accelerazione ad importanti infrastrutture di competenza della Regione che riguardano la costruzione dei nuovi Ospedali, a partire da quello di Vibo Valentia, che era già in fase avanzata sui lavori complementari, ma che ha oggi non ha visto la reale cantierizzazione dell’opera. “Abbiamo davanti un futuro non semplice – conclude Scalese – come sempre, con molte avversità, ma che abbiamo, grazie allo stare insieme, le potenzialità necessarie per affrontare e portare a termine questa avvincente sfida. Questo è quello che faremo. Lo faremo al massimo delle nostre capacità, con tutto l’impegno necessario per il bene della Cgil, consapevoli che migliaia di uomini e donne della nostra organizzazione e non solo, ripongono giornalmente la speranza di una prospettiva per un futuro migliore”.

Scalese all’atto della rielezione

Il dibattito congressuale

Sono stati oltre venti gli interventi che hanno animato la discussione congressuale, che ha registrato anche la presenza di delegati della Uil e dell’Anpi, oltre che alcuni messaggi come quello della referente di Libera, Elvira Iaccino, e di Legacoop Calabria, Lorenzo Sibio. Tra i presenti anche il consigliere regionale Raffaele Mammoliti, già segretario generale della Cgil Area Vasta. Ha sottolineato il riacutizzarsi del “senso di solitudine” e delle disuguaglianze, il segretario regionale della Cgil, Angelo Sposato che si è soffermato anche sul “disorientamento del popolo della sinistra”. E non c’è niente da meravigliarsi: la destra fa la destra, ma “ci aspettavamo dalla sinistra una riduzione delle diseguaglianze, non l’incremento della frammentazione sociale”. E’ imprescindibile, quindi “declinare il lavoro, perché è questo che dà dignità ad una persona”. Va riproposto il tema dell’adeguamento salariale, del potenziamento delle tutele e del sistema contrattuale, tanto del privato, quando nel pubblico dove comunque bisognerebbe tornare ad assumere. Sposato è tornato anche sui cinque temi della “Vertenza Calabria”, soffermandosi in particolare sulla creazione dello sviluppo sociale partendo dalle aree interne, e da come dalla tutela del territorio e dal contrasto al dissesto possa nascere lavoro di qualità anche per i giovani. “Ci tocca un lavoro arduo – ha concluso Sposato – dobbiamo aiutare la politica ad avere una visione, una prospettiva di futuro che non sempre si intravede”. Della necessità di potenziare gli organici delle amministrazioni pubbliche, messe in ginocchio dai continui tagli ai trasferimenti statali – perché non basta intercettare finanziamenti del PNRR ma bisogna poi metterle a frutto progettando – ha parlato anche il sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, che ha salutato l’assemblea congressuale proprio soffermandosi sul concetto di Area Vasta. Secondo Mascaro “i sindaci dell’area centrale hanno sottovalutato il concetto di area vasta: rimaniamo schiacciati da un’area forte al nord, e dall’area metropolitana a sud. Se non stiamo attenti rischiamo di essere l’area più debole e fragile. Dobbiamo avere la maturità di far partire una politica diversa di ascolto e concertazione”. Le conclusioni sono state affidate a Tania Scacchetti, segretaria nazionale Cgil che si è soffermata su come è cambiata la rappresentanza nel corso degli anni, sottolineando come “la grande capacità di resilienza dimostrata nella pandemia ha dimostrato che il radicamento del sindacato resta forte, nonostante tutto. La forza della Cgil sta proprio nel senso del collettivo e nella certa idea di libertà e di partecipazione. Da soggetto che ambisce a cambiare la società, la Cgil, insomma deve affrontare “il senso dei cambiamenti: quelli sociali ed economici, tutte le trasformazioni da quella demografica a quella energetica. Noi – ha concluso – abbiamo un progetto trasformativo e un modello di sindacato fondato su valori imprescindibili, che sono la nostra forza di radicamento. Il lavoro di ricostruzione che dobbiamo fare è molto complesso, e culturale: non possiamo rinunciare a costruire una partecipazione nella politica, e quindi a ricostruire la buona politica”.

Scalese e Sposato
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