CATANZARO «I medici cubani non ruberanno alcun posto di lavoro ai nostri medici. Quando decideranno di partecipare ai concorsi che continuiamo a bandire saremo felici di assumerli. Il paradosso è questo: la sanità calabrese può assumere ma ha difficoltà nel reclutamento». Lo ha dichiarato il presidente della Regione Calabria in un’intervista pubblicata questa mattina su La Repubblica.
Quella dei medici cubani, secondo il governatore, «non può essere una soluzione strutturale ma “ponte” per evitare il tracollo di alcune strutture ospedaliere. La sanità calabrese – ha spiegato Occhiuto – è stata distrutta da dodici anni di commissariamento nei quali non sono mai stati aumentati i livelli di prestazione e neanche i conti sull’ammontare del debito. Abbiamo bisogno di 2500 medici, 500 dei quali subito se non vogliamo chiudere pronto soccorso e reparti».
Il presidente della Regione, nel corso dell’intervista rilasciata al quotidiano, ricorda anche che sono stati pubblicati bandi di concorso per assunzioni a tempo indeterminato, «ma non troviamo gli specialisti che ci servono. Evidentemente il sistema sanitario calabrese è poco attrattivo. In più molti medici ospedalieri si dimettono perché trovano più conveniente andare a lavorare nelle cooperative. Qui in Calabria un medico a gettone prende 150 euro all’ora. Un medico così può arrivare a costare fino a 50mila euro al mese e non ce lo possiamo permettere».
E sull’assunzione a tempo dei medici cubani malvisto dall’ordine dei medici, il governatore sottolinea di aver «utilizzato un varco normativo, quello dell’emergenza Covid che non prevede l’iscrizione all’ordine dei medici. Ho l’impressione di aver toccato qualche interesse. Se andiamo a guardare i fatturati che stanno sviluppando queste cooperative a gettone forse capiamo perché. Preferisco pensare che questo nostro modello potrebbe essere adottato da altre Regioni in difficoltà come noi», ha sottolinea il governatore Occhiuto.
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