LAMEZIA TERME A quasi un anno dalla guida – come commissario – della Fondazione Calabria Film Commission, Anton Giulio Grande è stato il protagonista dell’ultima punta de “L’altra Politica” andato in onda su L’altro Corriere Tv (canale 75). Focus del dialogo tra Grande e i due conduttori, Danilo Monteleone e Ugo Floro, proprio quella Film Commissione al centro, grazie agli sforzi di Anton Giulio Grande, di progetti importanti e che riguardano il cinema e la cultura per portare avanti un’immagine diversa della Calabria.
Ma Anton Giulio Grande è, soprattutto, uno dei più importanti esponenti del mondo della moda, capace di rilanciare, attraverso il proprio brand, l’immagine della Calabria a livello nazionale e internazionale. «Nei mesi scorsi – ha detto – complici i pregiudizi sulla moda come se fosse un settore estraneo alla cinematografia, hanno sbattuto per così dire il mostro in prima pagina. Sono invece due mondi che vanno a braccetto, sullo stesso binario, un binomio quasi indissolubile». «La moda, come il cinema, è visione, è arte» spiega Anton Giulio Grande «e dietro c’è anche un grande lato tecnico, dal marketing alla distribuzione e la creazione. In questi 25 anni di carriere mi sono occupato un po’ di tutto nel mondo della moda, sebbene il mio preferito sia la creazione».
Il dialogo tra i due conduttori e lo stilista calabrese si snoda poi sui successi raccolti in questi lunghi anni: dai rapporti con il mondo del cinema e gli attori di successo, passando dalla creazione di abiti per numerose fiction e film. «Le critiche – spiega – mi hanno dato l’input per fare le cose nel modo migliore, per dare uno schiaffo morale». «Questi mesi sono stati belli, intensi, emozionanti. Abbiamo fatto un lavoro a 360 gradi grazie ad un settore dove ci sono grandi competenze. Ho girato in lungo e in largo la Calabria, abbiamo finanziato ben 13 festival del cinema, dallo Stretto al Parco del Pollino, forse un record». Nel corso dell’ultimo Festival di Venezia è stato presentato dalla Calabria Film Commission un bando di importanza nazionale con 7 milioni di euro per le produzioni televisive. «Sono arrivate 124 richieste in un solo mese e verranno finanziate 50 produzioni, e ci sarà anche un premio Oscar che girerà in Calabria».
E poi c’è il progetto che prevede la realizzazione degli studios cinematografici nel cuore della Calabria, nell’area industriale ex-Sir di Lamezia Terme. «Sarà una realtà importante, da Roma in giù la più importante in assoluto. Ci saranno grandi nomi che verranno a girare in Calabria e che spesso per motivi di costi preferiscono altre location. Saranno studi funzionali e telematici, gli uffici verranno anche dirottati e spostati lì, sarà un’edificazione di altissimo profilo professionale».
Una carriera all’insegna della moda e dello stile e, con la produzione su Versace, è quasi come chiudere un cerchio. «E non sarà l’unico, ci sono altri progetti che prevedono non solo il docufilm ma anche una serie su qualche piattaforma». «Voglio però premiare la meritocrazia, e dare un’immagine della Calabria culturale nuova e lontana dai soliti stereotipi. Sono stati fatti ottimi lavori in passato, ci mancherebbe, ma sono film un po’ monotematici e che rappresentano una Calabria che nessuno vuole più vedere. Il film deve anche attrarre facendo vedere una Calabria bella e non arretrata». Il sogno di Anton Giulio Grande? «lasciare un segno, scrivere una pagina elegante, glamour, bella e colta della Calabria come finora nessuno è riuscito a creare e soprattutto avere rispetto per chi ci ha proceduto perché negli anni ’60 e ’70 abbiamo avuto bellissime espressioni del cinema come Pier Paolo Pasolini con il suo “Vangelo secondo Matteo” che ha incantato anche Martin Scorsese, e poi Silvana Mangano, Monicelli, Nazzari, Gianni Amelio. Insomma, rispetto a chi ha fatto cinema in Calabria in un periodo in cui i mezzi erano più rudimentali di ora e in condizioni pessime». (redazione@corrierecal.it)
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