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LA RELAZIONE

Muscolo: «Carenza di organico allarmante in un territorio pervaso dalla ‘ndrangheta»

L’allarme del presidente della Corte d’Appello. Il ringraziamento a Gerardis, le sfide della giustizia e il pericolo rappresentato dai clan

Pubblicato il: 28/01/2023 – 11:37
di Mariateresa Ripolo
Muscolo: «Carenza di organico allarmante in un territorio pervaso dalla ‘ndrangheta»

REGGIO CALABRIA Un potere in espansione, quello della ‘ndrangheta, nei più disparati settori, da quello sanitario a quello economico, contro una carenza di organico nei tribunali «destinata ad aggravarsi ulteriormente». È l’allarme lanciato dal presidente della Corte d’Appello di Reggio Calabria Bruno Muscolo dall’auditorium della scuola Allievi Carabinieri in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Ricorrente il tema del deficit di risorse umane nel corso di diversi passaggi del suo discorso. Muscolo – subentrato dopo l’addio di Luciano Gerardis, andato in pensione lo scorso dicembre – ha passato in rassegna i risultati conseguiti e gli obiettivi che ci si prefigge alle porte della nuova stagione, si è soffermato sui cambiamenti determinati dalla riforma Cartabia e ha sottolineato più volte i rischi delle carenze di personale nei tribunali, soprattutto in un territorio ad alta densità mafiosa come quello reggino.

Il ringraziamento a Luciano Gerardis

È iniziato con un ringraziamento a Luciano Gerardis il discorso inaugurale di Muscolo. Al magistrato andato recentemente in pensione dopo oltre 43 anni di servizio, 6 dei quali come presidente della Corte d’Appello reggina, il presidente facente funzioni ha dedicato ampio spazio rivolgendogli pensieri carichi di stima. «Nell’espletamento dell’incarico ha agito con fermezza e autorevolezza», ha detto Muscolo attribuendo a Gerardis il merito di aver «realizzato un effettivo cambiamento del rapporto tra la magistratura reggina e della provincia e le comunità del territorio creando un clima di assoluta condivisione e fiducia nell’ambito giudiziario». Importante poi il lavoro svolto sul fronte del contrasto alla criminalità organizzata attraverso la denuncia dell’«asfissiante presenza della ‘ndrangheta che, nella città e nella provincia, ha i suoi vertici di comando». Geradis, ha sottolineato Muscolo, ha lavorato riuscendo a cogliere, al contempo «l’insofferenza e la voglia di riscatto esistente nella gran parte della collettività».

I cambiamenti con la riforma Cartabia. «Inciderà sul modo di intendere la giurisdizione»

Cambiamenti e nuove sfide nel sistema giudiziario. Sono i temi affrontati poi da Muscolo nel corso del suo discorso, con un passaggio dedicato ai mutamenti determinati nel settore anche a seguito della riforma Cartabia. «È indubitabile – ha detto Muscolo – che l’anno in corso registrerà profondi cambiamenti nel sistema giudiziario, anche in virtù della cosiddetta riforma Cartabia, che inciderà sul modo di intendere la giurisdizione». Il presidente della Corte distrettuale passa in rassegna i risultati conseguiti nell’anno appena passato e gli obiettivi che ci si prefigge alle porte della nuova stagione. «La sfida oggi – sottolinea – è, nella pur necessaria esigenza di rendere giustizia in termini ragionevoli e secondo modalità operative trasparenti, che si mantengano e si arricchiscano le caratteristiche proprie della giurisdizione che non può prescindere da una equilibrata valutazione dei valori con i quali quotidianamente si confronta». Indispensabile, secondo il presidente della Corte distrettuale, che ci sia un «apporto di sensibilità, cultura e valutazioni interpretative che si pongano sempre come fattori imprescindibili per un esercizio della giurisdizione rispettoso delle norme costituzionali, dell’esigenza di assicurare l’affermazione dei diritti e il perseguimento equilibrato delle condotte penali. La stessa riforma Cartabia – rimarca – sollecita una modifica culturale negli operatori di giustizia». Muscolo sottolinea più volte la necessità di «assicurare in tempi ragionevoli la risposta alle domande di giustizia a garanzia dei diritti dei singoli e della collettività» in quanto si tratta di «diritti che trovano fondamento nella Costituzione e che devono quotidianamente essere salvaguardati e che richiedono la giusta affermazione».

Sulla copertina della relazione di Muscolo l’immagine di una donna iraniana che indossa l’hijab. Sul retro una frase di Charlotte Bronte: “Non sono un uccello; e non c’è rete che possa intrappolarmi. Sono una creatura umana libera, con una libera volontà”. 

L’allarme: «Gravi carenze di organico»

Ampiamente positivo il giudizio espresso sui risultati conseguiti e «certamente superiori alle risorse umane di cui si è disposto, tenuto conto dell’anomala ed allarmante mancanza di magistrati», ha detto Muscolo che ha parlato di «disfunzioni» e «ritardi» «dovuti alla ormai cronica carenza di risorse umane». E sull’improcedibilità, in riferimento alla carenza di organico, Muscolo ha sottolineato che «se si considerano le gravi ed allarmanti carenze di organico registrate negli uffici di secondo grado e, in particolare, in questa Corte d’Appello, gli effetti di questo istituto possono essere dirompenti, nel senso che potranno sopravvenire numerose pronunzie di improcedibilità per l’obiettiva impossibilità di celebrare i giudizi nei termini stabiliti». L’allarme del presidente Muscolo è supportato dai numeri della Corte d’Appello dove mancano «complessivamente 16 magistrati su 38 previsti in organico». Oltre al posto lasciato dal presidente Gerardis, infatti, sono vacanti 14 posti di consigliere (pari al 51,85% di quelli previsti in organico), un posto di presidente di Sezione (pari al 20%) e uno di consigliere alla sezione lavoro (pari a 20%). «Questa elencazione delle scoperture – ha aggiunto Muscolo – non deve essere intesa come mera “lamentazione” che è rappresentata ogni anno in occasione di questa cerimonia. Questa rilevazione ci induce, fermamente, a sottolineare l'”allarmante” situazione in cui versa l’Ufficio». 

Il pericolo rappresentato dalla ‘ndrangheta

«Nel contesto territoriale in cui si opera, caratterizzato dal proliferare di processi penali di criminalità organizzata, sarebbe necessaria, la formazione di più collegi stabili che garantiscano tempi meno lunghi della definizione dei procedimenti di gravame, con sezioni penali che abbiano la pienezza dell’organico». Così Muscolo entrando nel vivo del discorso incentrato sulle gravi carenze di organico, con particolare riferimento alla Corte d’appello di Reggio Calabria. Carenze definite «allarmanti» e una situazione «destinata ad aggravarsi ulteriormente per i possibili futuri trasferimenti e nella prevedibile carenza di domande» in un territorio, la provincia di Reggio Calabria, dove la ‘ndrangheta, «la più potente, ricca e pericolosa delle organizzazioni criminali che operano in Italia e in Europa ha il suo nucleo essenziale». E in questo passaggio del suo discorso Muscolo mette in guardia sui possibili settori sempre più a rischio in considerazione del «ramificato sistema di potere che potrà aumentare, anche in virtù della situazione sanitaria vissuta ed ancora in atto, la propria pressione sul settore sanitario e su quello economico, che versano in profonda crisi e nei quali è agevole trovare terreno fertile». Un potere in grado di penetrare nel «mondo commerciale, amministrativo, politico e costituisce ostacolo per un normale sviluppo sociale, culturale ed economico del territorio» e che può essere attratto dai «cospicui finanziamenti nazionali e comunitari che saranno erogati nell’ambito del Pnrr».

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