CATANZARO Per i magistrati della Dda di Catanzaro la vicenda che ruota attorno allo sbarco in Calabria del gruppo turistico Tui nel resort di Pizzo cristallizza «una “alterazione” degli assetti istituzionali». Gli ingredienti per una portata indigesta ci sono tutti: l’attivismo dell’ex manager in pensione Pasquale Anastasi, che funge da “direttore generale di fatto” per la Regione, i suoi contatti costanti con l’allora governatore Mario Oliverio e la presenza di Vincenzo Calafati, imprenditore che la Procura antimafia ritiene in contatto con i clan del Vibonese. Anastasi e Calafati sono entrambi agli arresti domiciliari su decisione del gip che ha valutato gli atti dell’inchiesta “Olimpo”. Oliverio non è indagato. Il suo nome ricorre spesso negli atti di indagine: è il riferimento istituzionale per l’ex manager pubblico e quello privato che puntano molto sull’investimento. Al centro di questa “alterazione” di assetti istituzionali c’è un viaggio in Germania pianificato nel maggio 2018: un contatto tra il presidente della giunta regionale e gli investitori tedeschi «oculatamente programmato al fine di incentivare comunque l’investimento dei tedeschi su taluno degli affari rientranti nell’orbita di interessi dei due intermediari. Che sia Pizzo o un “piano B” poco conta: «Dobbiamo andare per sentire cosa chiedono per loro e il presidente chiederà investimenti in cambio di tutto questo». Ci sarà anche il presidente di Tui Germania, spiega Calafati, «quindi è un incontro davvero molto importante».
Anastasi (e qui i pm che firmano l’inchiesta fanno riferimento all’alterazione degli assetti istituzionali) spiega all’amico «di aver già predisposto e tradotto in inglese il testo della mail indirizzata alla Tui: mail – sottolineano i magistrati – che rivestiva evidentemente carattere ufficiale e che pure palesava i toni di ambiguità, nella misura in cui l’ex dirigente regionale veniva indicato con il titolo di “dottore” venendo anteposto – nella indicazione degli accompagnatori del governatore regionale – al “referente” Tui per la Calabria”».
Negli atti viene riportato il testo della comunicazione: «… come da accordi precedenti confermo la mia visita ad Hannover prevista per giorno 11 giugno 2018 alle 9,30. Sarò accompagnato dal dottor Pasquale Anastasi e dal responsabile Tui per la Calabria Vincenzo Calafati. Attendo conferma definitiva al fine di programmare il luogo e la logistica, con l’auspicio che l’incontro possa produrre esito positivo, porgo distinti saluti. Il presidente Gerardo Mario Oliverio». L’ex dg confeziona il testo e spiega – in una conversazione intercettata il 7 maggio 2018 – «che adesso glielo dovevano far leggere a “lui” (al presidente)» e «dice che gliel’ha tradotto pure in inglese».
Il racconto degli inquirenti, a questo punto, fa un salto in avanti. «La trasferta estera perfezionata in Germania – sottolineano i pm nella richiesta di applicazione di misure cautelari – veniva, quindi documentata da un fotogramma datato proprio 11 giugno 2018». È il giorno della riunione fissata con la Tui; lo scatto è «estrapolato» dallo smartphone di Calafati e ritrae «l’imprenditore dinanzi alla sede del tour operator estero proprio in compagnia di Anastasi e del presidente Oliverio».
Anche quella foto, forse, convince gli investigatori della «capacità di Anastasi di permeare il tessuto istituzionale (attagliandolo alle esigenze del tour operator estero). Quella capacità, però, verrebbe provata dal contenuto di una telefonata intercorsa tra la l’ex direttore generale e sua moglie. Una conversazione nella quale l’ex dirigente della Regione riferisce alla moglie che «il presidente gli aveva confidato che i tempi sarebbero stati maturi per istituire l’agenzia regionale (per il turismo, ndr)». Una delle (tante) ambizioni di Anastasi sarebbe stata quella di «ottenere la nomina in capo» all’Agenzia.
L’ex manager, inoltre, «argomentava che “il presidente gli ha chiesto che tutti i bandi vengano modificati da lui”» e precisava «che si è affezionato a Enzo (verosimilmente a Vincenzo Calafati), invitandolo a contattarlo direttamente (“che anche con Enzo si è affezionato, gli ha chiesto di contattarlo”)». In effetti, a riscontro che il rapporto con Calafati sarebbe diventato più stretto, spuntano uno squillo «indirizzato da Calafati al numero in uso al presidente Oliverio – di fatto mai contattato sino a quel momento –» e una «interazione captata» il 12 giugno 2018, «ovvero all’indomani dell’incontro occorso in Germania con i top manager del Tour operator tedesco».
Dopo aver concluso una chiamata con il dirigente regionale Rodolfo Bova (anche lui finito ai domiciliari nell’inchiesta “Olimpo”), Calatafi asserisce che – per «una precisa disposizione formulata in tal senso dal “presidente” (della Regione)» – gli sarebbero state affidate tutte le faccende riguardanti il mondo Tui per i rapporti istituzionali in Calabria. «Ovviamente il presidente gli ha dato ordine per qualsiasi cosa Tui di parlare sempre con me… chiaramente».
Che Anastasi e Calafati siano vicini a Oliverio verrebbe dimostrato anche dalla circostanza «in cui la coppia si portava a Santo Stefano d’Aspromonte al fine di perfezionare un incontro con il Governatore teso a definire gli aspetti propedeutici alla presentazione – insieme ai tedeschi della Tui – del progetto della Magic Life da implementarsi proprio all’interno dell’ex Club Med di Stillitani». Nell’agosto 2018, secondo i pm, i due sarebbero «riusciti ad avvicinare il presidente Oliverio e a concordare insieme la data in cui si sarebbe svolta la conferenza stampa del Tui Magic Life: cerimonia alla quale avrebbero dovuto prendere parte i massimi esponenti del colosso tedesco e che avrebbe visto la certa presenza del governatore». «No, io ci devo essere, sicuro ci devo essere», dice Oliverio intercettato. È l’evento organizzato il 24 settembre in Cittadella. «Una cosa grossa… che per la prima volta il primo club in Italia che è in sede in Calabria… nella tua Regione», sottolinea Anastasi. Che resterà dietro le quinte, da regista dell’operazione. La prima fila toccherà a Calafati, imprenditore che solo qualche mese prima, parlando del progetto della Tui con uno stretto congiunto, avrebbe rivelato «di avere avuto contatti con esponenti della “pesante”» e si compiaceva «di essere un “volpone”». In un passaggio di quella conversazione, l’imprenditore avrebbe chiarito di «aver ricevuto garanzie proprio da “Addecu”», soprannome di Diego Mancuso, boss con “competenze” su Ricadi e Tropea appartenente alla casata ‘ndranghetista di Limbadi. (p.petrasso@corrierecal.it)
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