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Il caso Platì a L’altra Politica, il sindaco Sergi: «Come si fa a dare sviluppo a un territorio senza infrastrutture?»

L’interrogativo del primo cittadino nell’ultima puntata del talk. «Non c’è un bancomat, per un prelievo bisogna fare 40 chilometri»

Pubblicato il: 09/02/2023 – 9:28
Il caso Platì a L’altra Politica, il sindaco Sergi: «Come si fa a dare sviluppo a un territorio senza infrastrutture?»

LAMEZIA TERME «Fare il sindaco di Platì è un’attività entusiasmante, naturalmente prevede anche delle attività difficili da gestire, riferito anche all’arretratezza infrastrutturale in cui noi ci siamo ritrovati, per cui siamo sempre un passo indietro rispetto a tutti». È la riflessione amara di Rosario Sergi, sindaco di Platì, ospite dell’ultima puntata de “L’altra politica”, il talk de L’altro Corriere Tv andato in onda ieri sera. «La settimana scorsa – ha raccontato Sergi in trasmissione – ho partecipato alla convention organizzata da Poste italiane dove sono stati presentati i servizi innovativi». «Io non lo metto in dubbio, Platì ha bisogno di innovazione ma anche dei servizi minimi essenziali: non c’è un bancomat, ad esempio, per fare un prelievo, bisogna fare 20 chilometri all’andata e 20 chilometri al ritorno, un servizio che ha dei ritardi ma non c’è mai stato». «Platì è una comunità che soffre anche per quella che è la percezione di lontananza dello Stato». «Lo Stato – chiede Sergi – deve garantire servizi sui territori come Platì, siamo in trincea, però se non riparte un paese come il nostro non può ripartire la Calabria e la nazione stessa perché se ci troviamo in una situazione di arretratezza, vuol dire che siamo un peso e quindi dobbiamo essere supportati».

«Serve una metamorfosi culturale»

A Platì, in tutti questi anni, c’è stato il tentativo di rovesciare attraverso Rosario Sergi lo stereotipo storico consolidato come “città di mafia”. «Partiamo innanzitutto da un’analisi – ha chiarito Sergi in trasmissione –  negli anni ci siamo ritrovati ad avere una gestione della scuola anomala dove per tanti anni non siamo riusciti neanche ad avere un dirigente scolastico a pianta stabile, non si riusciva a coprire questa sede, nonostante le performance positive tra nascite e popolazione». «La nostra attività amministrativa si è incentrata sull’andare a chiedere agli enti sovracomunali di avere una presenza fisica del dirigente scolastico in modo continuo perché era quello che su cui noi dobbiamo puntare, ci dev’essere anche una metamorfosi culturale di una comunità se vogliamo veramente migliorare anche sotto il profilo dei servizi. La metamorfosi culturale porta ad aprirsi al mondo». Al primo cittadino di Platì, poi, la domanda su come è riuscito in questi anni a tenere lontano le cosche e il malaffare. «L’esperienza precedente è stata importante per quanto riguarda la mia formazione anche nell’approccio con la cittadinanza anche per capire quelle che possono essere le modalità con cui approcciarsi con la cittadinanza, anche il modo anche di porsi in campagna elettorale, il modo di approcciare le problematiche. Abbiamo fatto un tour su tutto il territorio, anche nelle varie frazioni dove siamo stati molto presenti rispetto alle varie problematiche».  

«Strada chiusa dal 1970»

A proposito di Platì  attraverso il Corriere della Calabria in queste settimane abbiamo seguito con molta attenzione e dovizia di racconto tutto quello che si muove in quell’area e, soprattutto, i disagi causati da un gravissimo fenomeno di dissesto idrogeologico. «A Natile di Careri c’è una frana che ha pregiudicato la stabilità di alcune abitazioni – ha detto il sindaco –  a Platì sulla strada insiste un dissesto idrogeologico che non si è riuscito ad affrontare in termini di risultati ottimali e c’è una strada la Sp2 che è chiusa, con un’ordinanza, del 1970». «Come si fa a dare sviluppo a un territorio senza infrastrutture?» si è chiesto il sindaco Sergi in trasmissione. «Noi abbiamo tre panifici che hanno delle attività trentennali, quindi sono realtà importanti, è nato poi un caseificio che si è ramificato anche nella grande distribuzione, però ha precluso il commercio con un’area, quella tirrenica, perché la trasversale da Bovalino a Bagnara, da Platì per arrivare a Gioia Tauro sono circa 35 chilometri quindi con una percorrenza media di tre quarti d’ora, Platì sarebbe al centro tra il mare e la montagna. Quindi quale migliore location a livello commerciale per “vendere” un paese?». «Mi piacerebbe avere sulla strada un b&b dove ci si ferma per una notte per poi proseguire o magari fare anche delle attività di tracking perché abbiamo una montagna molto bella e andare anche al mare, ma questa nostra peculiarità viene a crollare di fronte a una situazione infrastrutturale che non è una situazione che ci ritroviamo da un anno o due ma da dieci lustri».  (redazione@corrierecal.it)

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